(F.Z.) C'è una grana per il Chieti e sembra assai fastidiosa. Si riferisce a vertenze economiche promosse da ex tesserati, sfociate in una accusa di falso.  Ma la società reagisce con fermezza: "Siamo stati sempre corretti, tutti i pagamenti effettuati sono tracciati perché eseguiti tramite bonifici bancari". Il primo ad avviare azioni legali è stato l'attaccante Stefano Sarritzu giunto dal Pineto nel dicembre 2019 (tra l'altro il sardo fu anche messo fuori rosa per comportamenti giudicati non appropriati dopo aver denunciato uno stato influenzale). Sarritzu sostiene che una quietanza liberatoria per 2.500 euro esibita dalla società reca una sua firma apocrifa. In sostanza il club neroverde avrebbe presentato in Lega per l'iscrizione un documento falso. Come vuole la prassi la Commissione vertenze ha rimesso i dossier alla Procura federale che sta svolgendo i dovuti accertamenti. Dopo Sarritzu, stessa azione hanno intrapreso altri due ex tesserati in forza alla squadra dall'inizio della scorsa stagione: l'attaccante Michael Traini e il difensore Simone Brugaletta, i quali analogamente sostengono che le loro quietanze recano firme false.
Questo il comunicato emesso dalla Società (riferito solo alla controversia con Traini e Brugaletta):
"La SSD Chieti FC 1922 a r.l. a seguito della diffusione su alcune testate giornalistiche dei comunicati della Commissione Accordi Economici (n. 264 e n. 284) circa i ricorsi dei calciatori Michael Traini e Simone Brugaletta tesserati per questa società nella stagione 2019/2020 tiene a precisare di aver agito sempre nel rispetto delle normative sportive e fiscali vigenti, di aver corrisposto a tutti i calciatori gli emolumenti previsti dagli accordi economici alla data di sospensione del campionato causa Covid con mezzi di pagamento tracciati e di aver presentato tutta la più ampia documentazione necessaria a dimostrazione degli stessi. Sottolinea inoltre che l'accusa mossa in merito a presunte falsità documentali risulta totalmente infondata come sarà dimostrato anche dalle indagini degli organi preposti. La SSD Chieti FC 1922 esprime rammarico per la diffusione di notizie parziali e chiaramente imprecise volte a generare clamore mediatico in una situazione in corso di accertamenti e nella quale la Società ha agito con correttezza e trasparenza, tanto da utilizzare i documenti che soltanto ora, ad un anno di distanza, sono raffigurati dai ricorrenti come non autentici".
La storia, come si vede, è molto intricata. Il Chieti sostiene a spada tratta la propria correttezza, i tre ex tesserati le muovono invece una pesante accusa. Il deferimento della Procura Figc per illecito amministrativo appare probabile ma si spera sempre in un proscioglimento in fase di istruttoria, cosa che tenteranno di ottenere i legali della Società. Confidando in questa conclusione della complessa vicenda ci si chiede quali tempi richiederà l'indagine della Procura Figc e che cosa, nell'ipotesi opposta, rischia il Chieti in caso di rinvio a giudizio. Le istruttorie di solito hanno tempi lunghi di espletamento e la gamma delle sanzioni è piuttosto ampia e varia in rappprto all'entità delle eventuali responsabilità. Certo è che questa grana in un momento di rigenerato entusiasmo non ci voleva...

Chieti fc

 
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