Gent.Sig.Licio,
grazie per aver pubblicato quel palazzo perché io lo ricordo benissimo in quanto era la sede della BNL dove lavorava mio padre! La facciata comprendeva cominciando da sinistra per chi guarda
negozio abbigliamento D'Innocenzo poi trasferito a Pescara piazza Sacro Cuore, vetrina ristorante hotel Sole, ingresso hotel Sole, ingresso BNL, salone Del Grosso, utilizzato da mio padre e forse anch'io, negozio mobili Granata.
Mia madre assidua frequentatrice estiva di Francavilla dove si recava con tutta la famiglia,dopo aver caricato bauli valigie domestica e tutto quello che serviva per tutta l'estate sulla carrozza di .....ferro (non ricordo nome esatto) arrivati alla voltata del vento dovevano scendere per poter far fare meno fatica ai cavalli! Dopo la guerra lei non è voluta mai piu tornare a Francavilla " la voglio ricordare come era con tanti villini liberty e tanti episodi di gioventù".
A presto con qualche altro quadro di vita a Chieti (vicino distributore di benzina alla trinità c'era negozietto gestito da una donna caratteristica di cui mi sfugge il nome,e da cui compravamo come una delizia, le "Sciuscelle"!!!) Saluti e grazie per i ricordi.
Chi scriverà un giorno un libro per citare tutto questo passato??
Nicola da Bologna
(riferimento:Storie neroverdi-2^Guerra Mondiale giugno 1944- foto Corso Marrucino-foto 5 luglio 2017).
Caro sig. Nicola,
ciò che scrive riguarda tutti coloro che amano la città. Sto ripassando da qualche tempo, non le lezioni, ma gli articoli che ho scritto in precedenza per le rubriche di mia competenza. Ho pensato a lei dopo che mi era capitato sottomano l’articolo inviatomi al mese di ottobre 2008 sulla processione del Venerdì santo, lo riscrivo integralmente:
Gent.mo Sig.Esposito,
non posso esprimere quello che ho provato leggendo la sua lettera di ricordi circa la preparazione per la processione del Venerdi Santo.Mi sono sentito sollevare e trasportato indietro nel tempo di circa sessanta anni quando io e mio fratello,allievi di violino del maestro D'Alessandro abitante in viale Amendola, con tutti gli altri allievi di altre scuole di musica,ci preparavamo mesi e mesi prima per essere pronti a suonare quel commovente e trascinante Miserere culminante nel finale colossale con la Passione espressa da tutti, cantori e musici,con una forza tale che anche adesso mi passa un brivido sotto pelle.
Quante ore passate ad esercitarci per suonare e camminare allo stesso tempo tenendo d'occhio il bastone del direttore generale che ci indicava i tempi! E le strade e le stradine illuminate e la gente che quasi ci abbracciava da tanta che era assiepata ovunque.Ma ne avrei da raccontare e non basta questo spazio e sopratutto non ho abbastanza forza per resistere ad una emozione così profonda.
Grazie per questo bagno nel passato.
Suo Nicola
<<Dalla processione di Venerdì Santo a CHIETI di Francesco Sciucchi:
“Ecche li musicande, avante a Criste!
(Cantante e sunature so parecchie)
Lu core se commove a te pìChiste
Che fa’ lu “Miserere di Selecchie.”
Possiamo sempre scriverci ed io sarò lietissimo di farlo, questo lei lo sa. E' passato un po’ di tempo e forse sono successe tante cose e forse no.
Si scriverà ancora storie che, in ultima analisi ci riguardano, magari di riflesso. Sto riprendendo molti fatti che sono stati pubblicati da me anche su altri siti.
Noi facciamo parte di quella categoria di persone che sono da anni lontani dai luoghi di origine. Forse possiamo capire qual è la nostra origine che potrà dipendere da dove si nasce, dove si vive di più, i genitori e gli avi da dove provengono, come ci si fa sentire appartenenti ad una comunità? Forse l’apprendere la lingua del posto e mantenerla intatta? Pensi che siano diversi anni che manco da Chieti. Eppure mi vengono in mente diverse parole dialettali e pur perdendo un po’ e forse più di pronuncia, quelle parole le pronuncio bene e le ricordi benissimo. Ma non subito perché arrivano così dalla nostra memoria e dai nostri pensieri. Forse i miei concittadini di ora sentendole non saprebbero non solo pronunciarla e nemmeno saprebbero cosa significa. Ormai siamo imbevuti di teatinità, rapportato al tempo magari diverso ma vero. Siamo sempre alle origini.
In questo periodo c’è una ventata di amarcord e quando si scrivono non ho difficoltà a decifrare i pensieri altrui. Naturalmente quelli passati. Per esempio con Lei quando mi ha scritto e descritto i suoi ricordi erano i miei, anche. Mi chiedo se a Chieti si trovano ancora le “Sciuscelle”, a dire la verità non mi piacevano perché per me era un surrogato di cioccolato. Dopo invece la cosa mi è risultata piacevole e a Varese ho trovato chi lo vende. Alla signora che stava alla Trinità comperavo semi e ceci quando passavo di lì per andare alla villa Comunale.
La descrizione del “suo” palazzo è realistico, é il Centro della città! Ne invio un’altra come locandina dell’articolo dove sono rappresentati i portici prima della sistemazione per l’allargamento del Corso.
Quando lei mi scrive: sulla carrozza di .....ferro (non ricordo nome esatto) arrivati alla voltata del vento dovevano…penso subito alla carrozza d’epoca su cui noi abbiamo viaggiato,a suo tempo da Chieti a Francavilla Alento, dove avevamo affittato una casa “colonica” ma vicini al mare. La nostra Carrozza era una Diligenza con l’imperiale al disopra dove si collocavano i bagagli.
Veramente era un anno di transizione poiché l’auto a noleggio prese il sopravvento e sostituì in seguito le rare carrozze e cavalli. Ma il viaggio verso la meta fu piuttosto sentimentale e forse si voleva dimostrare la fine e l’inizio di epoche. Allora c’era ancora, specie nel quartiere di S. Agostino a Chieti, chi affittava questi mezzi di trasporto dei nostri avi. I proprietari era anche l’accompagnatore e portava ancora baffoni all’insù e cappello a falde larghe dei pochissimi cocchieri in giro. Forse adesso qualcuno cercherà riprendere questa vecchia tradizione per i matrimoni. Ma sarà difficilissimo, almeno a Chieti.Però certe volte lo ritroviamo come nascessero e sbucassero dal nulla, in alcune manifestazioni. A questo cambiamento radicale dalle carrozze alle auto l’abbiamo vissuto.
Poi alla voltata del vento la cosa non era possibile. Questa voltata era situata, se non sbaglio, alla fine di una salita che dal Tricalle portava a Francavilla, circa un chilometro. In effetti, la salita era abbastanza ripida e poi negli anni era meta di nostre gite a piedi fino alla villa Obletter.
Eppure arrivammo al piazzale Sirena nella mattinata e molti passanti ammirarono la caratteristica del mezzo di trasporto e forse, in cuor loro, pensavano che non l’avrebbero più visto.
Su Francavilla proprio in questi giorni è apparso su questo sito una descrizione della prima volta che andammo, con mio fratello ed un amico, a vedere com’era ridotta Francavilla al mare. Certo aveva ragione sua madre, tutto ciò che era liberty fu spazzato e la “Sirena” scomparsa anche dai nostri sogni.
Insomma caro sig. Nicola, abbiamo passato la nostra vita da ragazzi e adolescenti magari insieme ma senza che ci si conosceva. E’ stata bella la nostra infanzia? Abbiamo visto la guerra, ci siamo immersi in avvenimenti più grandi di noi. E’ servito alla nostra formazione? Direi di sì. Forse acquisito energie e consapevolezze prima del tempo. Si pensava sempre al nostro futuro.
Non scriverò quel libro che molti mi hanno pregato di farlo. La vita del Chieti calcio non è episodica e bisognerebbe seguirla quasi puntata per puntata. Tutti i racconti già scritti li riunirò tutti nel web, La possibilità che il sistema ci dà è quella di appunto di seguirla sempre, sarà sempre aggiornato. Comunque il “mai dire mai” è d’obbligo Nello stesso tempo sarà una massima magari impropria <<Nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma>>del famoso scienziato.
LOCANDINA "AlbergoSole"
SCRITTO DA LICIO ESPOSITO il 10 LUGLIO 2017