MONTICELLI (frazione di ASCOLI PICENO)
Coordinate GPS: Latitudine: 42°51′17″N Longitudine: 13°34′31″E
Altitudine: 154 metri s.l.m.
Popolazione: 49.800 abitanti
(la bellissima piazza del popolo)
Ascoli Piceno è il quarto capoluogo di regione delle Marche per popolazione dopo Ancona,Pesaro e Fano.
La città si trova nella parte meridionale della regione e dista 28 km dal mare Adriatico. Il suo centro urbano sorge nella zona di confluenza tra il fiume Tronto e il torrente Castellano, circondato per tre lati da montagne: la montagna dell'Ascensione, il colle San Marco e la montagna dei Fiori. Il territorio è inoltre contornato da due aree naturali protette: il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga a sud e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini a nord-ovest.
Dalle fonti classiche, ed in particolare da una leggenda anteriore all'anno 1000 a.C., si apprende la storia del re Aesis, riportata da Silio Italico, poeta latino, il quale attribuisce il termine Ascoli alla derivazione dalla radice "as" dal nome del re, detto anche Esio re dei Pelasgi. Secondo questa tradizione Aesis fu colui che condusse la popolazione pre-ellenica nella risalita della costa adriatica approdando alla foce del fiume Tronto. I Pelasgi, dopo aver percorso la valle verso l'entroterra, si stanziarono sul colle Pelasgico o monte Pelasgo, l'attuale colle dell'Annunziata, dove eressero un recinto sacro e si fusero con gli abitanti del territorio dando inizio ad un primo insediamento urbano.
Esiste anche un'altra leggenda che confermerebbe l'origine e la provenienza greca del popolo dei Piceni. Questa narra dell'acheo Diomede, federato della guerra contro Troia, qui giunto posteriormente all'invasione dorica, che, dopo essere approdato sulle coste della Puglia, si stabilì lungo le coste adriatiche.
Le origini della città sono avvolte nel mistero, ma è abbastanza sicuro che vi fosse la presenza umana già dall'età della pietra e che la zona fosse abitata già nell'epoca neolitica da popolazioni italiche. Secondo una tradizione italica citata nella letteratura antica (Strabone, Plinio, Festo) la città venne fondata da un gruppo di Sabini durante una delle loro migrazioni.
I Sabini si sarebbero poi fusi con altre popolazioni autoctone dando origine ai Piceni che fondarono Ascoli diversi secoli prima della fondazione di Roma. In età romana divenne il centro principale anche grazie alla sua posizione sulla via Salaria, che collegava le saline alla foce del Tevere a quelle della costa adriatica.
Nel 299 a.C. si alleò con i Romani contro gli Etruschi, Galli e Sanniti.
Nel 91 a.C. si ribellò a Roma insieme ad altre genti italiche (i Marsi in particolare ed altre popolazioni del sud Italia) e dette vita alla Guerra Sociale. Nell'89 a.C., dopo un lungo assedio, il generale romano Pompeo Strabone conquistò la città, trucidando i capi della rivolta e mandando in esilio parte dei suoi abitanti.
Solo nell'80 a.C. venne finalmente riconosciuta la cittadinanza romana a tutte le popolazioni italiche. Giulio Cesare nel 49 a.C. la designò capitale della regione dandole l'appellativo di Picenum. Ai tempi di Augusto, divenne la capitale della quinta regione italica, più tardi nel III secolo d.C. fu eretta a provincia autonoma con il nome di Picenum Suburcarium. Successivamente segue il destino, come altre città, con la caduta dell'impero romano.
Nell'alto Medioevo subì la decadenza economica e le razzie dei barbari, tra cui quella dei Goti di Totila e dei Longobardi di Faroaldo I.
Dopo l'assedio del 578, la città entrò a far parte del Ducato di Spoleto sotto il dominio longobardo, finché non passò sotto il controllo dei Franchi scesi in Italia al seguito di Carlo Magno. In questi secoli si accentuò il potere dei vescovi tra cui Corrado II che con apposito diploma concede al feudatario vescovo Bernardo I nel 1037, il diritto di Zecca.
La città viene trascinata in più occasioni nella più vasta lotta per il predominio in Europa tra guelfi e ghibellini.
Nel 1183 si costituisce in Libero comune, conoscendo però il saccheggio e la distruzione ad opera delle armate imperiali di Federico II. Le libertà municipali sono minate dalle lotte di fazione tra le famiglie più in vista, tra cui il Signore Andrea D'Acquaviva. Importanti famiglie nobiliari ascolane medievali, coinvolte direttamente nelle vicissitudini politiche della città, furono quelle dei Guiderocchi e dei Saladini. Durante la conquista di Ladislao I - re di Napoli, la città meritò di essere governata dal famoso condottiere d'Italia Conte da Carrara, appartenente alla nobile famiglia padovana dei Carraresi. Le lotte finiscono per aprire la strada a personaggi ambiziosi come Galeotto Malatesta (XIV secolo) che viene cacciato da una rivolta e in seguito a Francesco Sforza che instaura una crudele dittatura (XV secolo) che viene abbattuta nel 1482, anche se Ascoli è costretta a riconoscere la sovranità della Chiesa.
Non cessano i disordini interni tra opposte fazioni che conduce a decadi di ribellioni, massacri, razzie, alla crescita del banditismo e alla decadenza delle virtù civili.
Venne annessa alla prima Repubblica Romana e nel 1860 viene annessa al Regno d'Italia di cui seguirà d'ora in avanti tutte le vicende.
Una parte del territorio della provincia ascolana è stato per oltre un secolo rivendicato dalla vicina e rivale Fermo, la quale ha perso il capoluogo a seguito dell'Unità d'Italia. Nel 2004, però, la provincia di Fermo è stata di nuovo deliberata, ed istituita nel 2009.
Degne di nota sono le vicende della resistenza ascolana nel settembre 1943 contro l'occupazione tedesca; il 12 aprile 2001 la città di Ascoli Piceno è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
Discorso a parte merita l'origine del nome Piceno: è attribuito dalla tradizione italica ricordata da Strabone, Plinio, Festo e Paolo Diacono, nella sua Historia Langobardorum, all'appellativo Picenum, termine che trova la sua derivazione da picus. La narrazione racconta della migrazione di gruppi di Sabini avvenute durante le celebrazioni primaverili del ver sacrum. Questo popolo, tra l'VIII ed il VI secolo a.C., si spostò dalle regioni di provenienza tosco-umbre, verso altri territori per cercare pascoli estivi e, in questo viaggio, sarebbe stato condotto da un picchio verde o da re Pico, un sovrano del Lazio.
Sino all'avvento del Regno d'Italia, il Comune era indicato con il solo nome "Ascoli". L'aggiunta della specificazione "Piceno" è avvenuta ufficialmente per effetto del regio decreto 9 novembre 1862 che ha autorizzato il Comune di Ascoli ad assumere la denominazione "Ascoli-Piceno", in conformità alla deliberazione del consiglio comunale del 28 luglio 1862.
COSA VEDERE IN CITTA’
Ascoli Piceno è una delle città monumentali d'Italia: il suo centro storico è costruito in travertino, una roccia sedimentaria calcarea estratta dalle cave del territorio. Riportiamo alcuni brevi consigli sulla visita:
-Piazza del Popolo; di stile rinascimentale è considerata una delle più note piazze d'Italia. Si apre all'incrocio del cardo e del decumano dell'impianto stradale cittadino. Il suo spazio è circoscritto dalle facciate di palazzo dei Capitani, del Caffè Meletti e dalle leggere e gentili forme gotiche della chiesa di San Francesco, tutto il resto del perimetro è delimitato da palazzetti con portici e logge
-Chiostro Maggiore di San Francesco; fu costruito nell'anno 1565, per munificenza del signore ascolano Vincenzo Cataldi. La sua struttura è preceduta da un portico del 1300. Il suo spazio si apre in un'ariosa area quadrangolare ed appartiene al complesso della chiesa di San Francesco. Sul muro del porticato si trova una lapide ovale che ricorda le figure dei papi Niccolò IV e Sisto V, entrambi usciti dal convento della città
-Chiostro Minore di San Francesco; costruzione che risale al XIV secolo, ora cortile interno di un edificio, apparteneva anch'esso al complesso della chiesa di San Francesco.
-Piazza Arringo; questa è la piazza monumentale più antica della città, si ritiene che fosse la sede dell'antico forum e si apre sull'antico percorso della consolare Salaria che attraversava Ascoli. Fu centro propulsore di importanti accadimenti della vita sociale ascolana. Qui predicarono san Francesco d'Assisi, nel 1215, e san Giacomo della Marca, nel 1446. Nell'anno 1335 vi furono redatti gli Statuti del Popolo che sostituirono gli Statuti del Comune.
-Cattedrale di Sant'Emidio; duomo della città, dedicato al santo patrono, sorge sul luogo di un edificio pubblico romano ed è il risultato di molteplici vicende costruttive che vanno sostanzialmente dall'XI secolo al XVI secolo. Si mostra su piazza Arringo con la facciata di Cola dell'Amatrice ed ospita al suo interno la cripta di sant'Emidio ed un pregevole polittico di Carlo Crivelli.
-Chiesa della Santissima Annunziata; un tempo di grande importanza per la cittadinanza ascolana, si inserisce in un vasto complesso edificato in epoca medievale sui resti di antiche costruzioni romane e nato con la funzione di ospedale (oggi sede della SAD-Unicam), si erige sul Colle dell'Annunziata, dal quale si può vedere il bellissimo panorama di tutta Ascoli Piceno.
-Porta Gemina; è considerata fra le più vetuste ed importanti porte cittadine ascolane, attraverso i suoi fornici si immetteva la via Salaria all'interno della città provenendo da Roma. Con la sua monumentalità è architettonicamente classificabile come una tipica costruzione romana del I secolo a.C.
-Loggia dei Mercanti; opera cinquecentesca che si aggiunge alla preesistente facciata gotica della chiesa di San Francesco. Commissionata dalla ricca "Corporazione della Lana" si compone di cinque arcate, poggianti su colonne corinzie e termina con un cornicione merlato.
-Piazza Ventidio Basso; ampio spazio irregolare che si apre nel centro storico, già dall'epoca romana e fino al XVII secolo fu il maggiore fulcro commerciale della città. Da questa piazza, ogni anno, si avvia il corteo storico del torneo cavalleresco della Quintana
-Eremo di San Marco; costruito nella zona del colle San Marco, l'eremo si trova in una posizione del tutto particolare a ridosso di una parete rocciosa. Edificato in pietra concia presenta un doppio ordine di bifore (5 in tutto), mentre alla sua sinistra si erge la torre campanaria. Le prime documentazioni risalgono all'inizio del XIII secolo, quando vi si stabilirono i monaci cistercensi.
Non solo le piazze, ma anche le strade ed i vicoli di impronta schiettamente medievale contribuiscono a caratterizzare il centro storico come via Pretoriana, via di Solestà, via delle Stelle, via Soderini, via del Trivio, antico cardoe corso Mazzini, decumanus maximus, che attraversa da ovest ad est il centro urbano.
Tra i monumenti sono da ricordare: il ponte Romano di Solestà, uno dei pochi in Italia, visitabili anche al suo interno, le rovine del teatro romano, le grotte dell'Annunziata, ciclopica costruzione del periodo romano, la Fortezza Pia ed il Forte Malatesta, il palazzetto Longobardo con la torre degli Ercolani, una delle torri superstiti tra le circa duecento che compaiono nelle cronache medioevali, per il quale Ascoli ha il soprannome di Città delle cento torri.
Meritevoli di essere citati sono anche i tempietti dedicati al patrono quali: Sant'Emidio alle Grotte e Sant'Emidio Rosso ed inoltre la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio dalla caratteristica facciata suddivisa in riquadri.
Nelle vicinanze della città si trova la rocca di Castel Trosino, antichissimo insediamento longobardo a strapiombo sul torrente Castellano, in cui alla fine del XIX secolo fu rinvenuta una delle più ricche necropoli d'Italia, i cui preziosi reperti sono ora sparsi in diversi musei in tutto il mondo.
Per approfondire le bellezze della città marchigiana vi segnaliamo i seguenit link:
http://www.comuneap.gov.it/turismo
http://www.turismo.marche.it
http://www.tuttopiceno.it
http://visitascoli.it
LA SQUADRA DI CALCIO:
Campo di gioco: stadio Cino e Lillo Del Duca
colori sociali: bianco e azzurro
Il Monticelli ha sempre militato nel corso della sua storia nei campionati di promozione marchigiana ed inferiori.
Nelle ultime due stagioni ha però raggiunto dei risultati straordinari per una squadra che rappresenta un quartiere. Dapprima la promozione nel campionato di Eccellenza conseguita nella stagione 2013-14 battendo nello spareggio promozione il Dorica Torrette ai calci di rigore.
Nella passata stagione invece fu il Cino e Lillo Del Duca ad ospitare il ritorno della finale playoff del campionato di Eccellenza in cui il Monticelli ha sconfitto il Todi, conseguendo così per la prima volta nella sua storia il diritto a disputare il campionato di Lega Nazionale Dilettanti.
LO STADIO
Il Monticelli disputa da quest’anno le sue partite casalinghe nel glorioso Cino e Lillo Del Duca.
È intitolato a due noti fratelli editori piceni fondatori del quotidiano Il Giorno. Nel 1955 Cino Del Duca divenne presidente onorario della società ascolana, quando militava ancora nei campionati dilettantistici marchigiani.
La costruzione dello stadio "Del Duca" iniziò nel 1955 per conto dell'amministrazione comunale di Ascoli Piceno. L'impianto fu inaugurato il 12 maggio 1962 con un incontro fra le rappresentative dilettantistiche di Italia ed Inghilterra.
Nel 1974, con la promozione dell'Ascoli in Serie A, lo stadio fu sottoposto a lavori di ampliamento che portarono la capienza a 40.000, risultando tra i primi impianti dell'intero panorama nazionale. Nel corso degli anni tale capienza è stata ridotta prima a 34.110 (anni ottanta), 28.000 (anni novanta), poi a 24.058 (agosto 2005) e infine a 20.550 posti.
Inizialmente l'impianto sportivo era polifunzionale, visto che fino agli anni novanta, intorno al rettangolo di gioco, c'era la pista di atletica ed altre attrezzature per l'atletica leggera.
Dopo gli scontri di Catania del 2 febbraio 2007 anche il "Del Duca" è stato interessato da modifiche strutturali volte a migliorarne il livello di sicurezza. Sono stati posizionati tornelli all'entrata e una rete di telecamere. I lavori hanno anche offerto l'occasione per rinnovare la verniciatura dei gradoni e delle ringhiere nella parte nord della struttura. Tali modifiche hanno lasciato inalterata la struttura complessiva, ma hanno contribuito al ringiovanimento anche estetico dell'impianto.
Dopo un'analisi statica avvenuta nell'aprile del 2015 su tutto l'impianto, è stata dichiarata inagibile la tribuna Est. In attesa di un intervento sul settore, la tribuna è stata chiusa al pubblico riducendo la capienza dell'intero impianto a circa 19.000 spettatori.
Il Del Duca ha ospitato, tra gli altri, due test match novembrini della nazionale di rugby nel 2009 e nel 2014 entrambi contro Samoa.
Lo stadio dista un’ora e quindici minuti (circa 110 km) dall’antica e nobile Teate.
E’ raggiungibile tramite A14 uscendo a San Benedetto-Ascoli Piceno, procedendo sulla RA 11 per prendere l’uscita Ascoli-Zona Marino-Folignano in direzione via Costantino Rozzi.
L’ingresso del settore ospiti è situato in Via delle Zeppelle, arrivando dalla Circonvallazione nord.
PRECEDENTI:
E’ il primo incontro in assoluto tra i neroverdi e la neopromossa compagine ascolana in terra marchigiana. Unico precedente la partita di andata in cui il Chieti vinse per
3-2 con il gol vincente di Dos Santos nel finale.
TIFOSI
Il Monticelli non ha ovviamente una tifoseria organizzata in quanto l’Ascoli Calcio, per storia e tradizione, ha da sempre rappresentato i colori della città della Quintana.
Sappiamo benissimo che i rapporti con i tifosi ascolani non sono idilliaci, quindi aspettiamoci un’accoglienza non da fratellanza universale!