AVEZZANO
Coordinate GPS: Latitudine: 42°01′51.52″ Longitudine: 13°25′34.95″
Altitudine: 695 metri s.l.m.
Popolazione: 42.400 abitanti
(veduta del paese)
Avezzano è il secondo comune più popoloso della provincia dell’Aquila e il sesto della regione. Sorge a nord-ovest della piana del Fucino ed è dominata a nord dal monte Velino e ad ovest dal monte Salviano.
Le prime testimonianze della presenza umana nella zona risalgono addirittura al Paleolitico, come testimoniato dalla grotta di Ciccio Felice,insediamento preistorico individuato nei pressi della strada Circonfucense.
Dall'età del ferro in questi luoghi si stanziano i Marsi.
Il destino dei Marsi incrocia quello di Roma a cominciare dal 300 a.C., quando Tito Livio scrive di alcune schiere marse alleate con i Sanniti, impegnati a contrastare la spinta espansionistica di Roma. In seguito benché fedeli alleati dei romani furono esclusi dai diritti di cittadinanza e così la “guerra sociale” detta anche "guerra Marsica", fu inevitabile. Il condottiero Quinto Poppedio Silone, strenuo fautore dei diritti delle popolazioni italiche, ottenne numerosi successi, al termine dei quali fu riconosciuta ai Marsi l'agognata cittadinanza che accelerò il processo di romanizzazione del popolo. Quando l'imperatore Augusto divise l'Italia in undici regioni, i Marsi furono assegnati alla Samnium Regio.
Nel 41 d.C. ebbero inizio i lavori del prosciugamento del lago Fucino, un'opera che è considerata tra le più grandiose imprese idrauliche di quel tempo. Lungo le sue rive, circa trentamila uomini, si affannarono intenti al prosciugamento del lago attraverso lo scavo di un emissario che doveva far defluire le acque nel fiume Liri. Dopo la caduta dell'impero romano, l'assenza di opere di manutenzione causò insieme agli effetti di un disastroso terremoto avvenuto intorno al 500 d.C. il ritorno del lago ai livelli precedenti il prosciugamento claudiano.
Con l'abolizione delle regioni augustee furono create 17 "province" e la Marsica fu inserita nella tredicesima: la Valeria, catalogata nell'ordinamento ecclesiale con il nome di Marsia. La Marsica subì, soprattutto da parte degli eserciti stranieri dei Goti, dei Bizantini, dei Borgognoni e degli Alemanni, saccheggi e violenze di ogni genere che portarono carestia e devastazioni. Nel basso medioevo la vittoria di Carlo I d'Angiò determinò la distruzione di Alba Fucens e Pietraquaria i cui abitanti avevano incautamente tifato a favore di Corradino di Svevia. Tra la fine del Duecento e la prima metà del Trecento ebbe termine il processo aggregativo che vide i vari villaggi adiacenti confluire in Avezzano. La città fu feudo dei Conti dei Marsi, dei Normanni e per un certo periodo degli Svevi.
Il XV secolo fu teatro delle lotte tra le famiglie romane degli Orsini e dei Colonna.
Nel 1441 Giovanni Antonio Orsini,signore di Avezzano e conte di Alba Fucens e Tagliacozzo, trasformò il vecchio castello angioino di Avezzano in una moderna ed efficiente rocca rinascimentale, conformandola ai nuovi criteri dell'architettura militare e inglobando i resti della preesistente torre medievale. Sul portale del castello, ancora presente e ben visibile, fece installare l’iscrizione “seditiosis exitium” (a sterminio dei sediziosi), con l'obiettivo di intimidire e controllare agricoltori e pescatori della città che apertamente parteggiavano per i Colonna. Fino alla fine del 1400 gli Orsini mantennero il controllo delle contee marsicane.
Quando Alfonso d’Aragona diventò re del vastissimo regno delle Due Sicilie, la Marsica risultò divisa in due contee; quella di Celano ed Avezzano, divisione terminata nel 1806 con l’abolizione del feudalesimo promulgata da Giuseppe Buonaparte.
Gioacchino Murat il 4 maggio 1811 decreterà l’istituzione del distretto di Avezzano, la città diverrà, a tutti gli effetti, il capoluogo della Marsica. Fu sede di numerosi moti carbonari, tanto che nel 1820 Ferdinando I si vide costretto a firmare la Costituzione (che riconosceva la provincia Marsia, in luogo all'Abruzzo ulteriore II), ritirata un anno dopo con la repressione dei moti carbonari. Il real decreto conteneva norme severissime per la repressione del brigantaggio nei territori continentali del Regno di Napoli. In quegli anni vi furono saccheggi e stragi, soprattutto, nei centri della Valle Roveto devastati dalle squadre dei reazionari che facevano base anche ad Avezzano.Con l'unità d'Italia la suddivisione in province e circondari stabilita dal decreto Rattazzi fu estesa all'intera penisola. Da un punto di vista amministrativo l'istituzione della Regione Abruzzi e Molise sostituirà i tre Abruzzi (Ultra I, Ultra II e Citra) e si avrà la nascita del Circondario di Avezzano.
Ad opera del banchiere Alessandro Torlonia, nella seconda metà del 1800, fu definitivamente prosciugato il lago Fucino, riprendendo lo stesso progetto di 18 secoli prima ed ampliando l'opera claudiana. Il 1º ottobre del 1878 l’opera fu completata. Liberata l'area dalle acque, sorse così la piana del Fucino, una fertile superficie destinata a coltivazioni agricole.
Pochi decenni dopo la bonifica del Fucino e nel pieno dello sviluppo socio-economico dell'area fucense ci fu il terremoto della Marsica, datato 13 gennaio 1915.Per forza distruttiva e numero di vittime, è classificato tra i principali terremoti avvenuti in territorio italiano. Causò 30.519 morti, Nel 2015, in occasione delle celebrazioni commemorative del centenario, Poste italiane ha emesso un francobollo speciale dedicato al sisma mentre l'istituto poligrafico e zecca dello Stato ha coniato la moneta con impressi i simboli della tragedia e della rinascita del territorio.
A seguito della prima guerra mondiale, il neonato Governo Italiano, decise di istituire un campo di lavoro per prigionieri austro-ungarici ad Avezzano nel quartiere che poi prese il nome di "Concentramento". La città rinacque anche grazie al loro continuo lavoro in opere pubbliche.
Durante la seconda guerra mondiale, invece, Paterno, alle porte della città, fu soggetta ad attacchi alleati miranti a colpire i convogli militari e i depositi di bombe dei tedeschi. Dal novembre 1943 al maggio del 1944 saranno in totale 19 i bombardamenti che colpirono Avezzano. Appena ricostruita dalla devastazione del sisma, la città fu così nuovamente distrutta per il 70%.
Ad Avezzano, a seguito del secondo conflitto mondiale, è stata concessa la Medaglia d'argento al merito civile. Durante il ventennio fascista, tuttavia, vi fu la risoluzione di problematiche ultradecennali: la bonifica delle aree acquitrinose del Fucino e la ricostruzione della cattedrale di Avezzano, distrutta dal terremoto del 1915.
COSA VEDERE IN CITTA’
-La Cattedrale dei Marsi:dedicata a San Bartolomeo, patrono di Avezzano. Il duomo voluto strenuamente da monsignor Bagnoli come simbolo del trasferimento della Diocesi ad Avezzano, fu progettata dall'autore del Piano Regolatore della città, l'ingegnere Sebastiano Bultrini, e venne solennemente consacrata nel 1942. Fu bombardata dagli Alleati nel 1944. La cattedrale è considerata uno dei simboli della ricostruzione di Avezzano. Posta come sfondo dell'ampia piazza Risorgimento presenta una facciata neo-rinascimentale di travertino. I tre portali sono sormontati da mosaici che raffigurano Cristo e i due protettori di Avezzano, la Madonna di Pietraquaria e San Bartolomeo, e sono collegati con altrettante navate spoglie di decorazioni, illuminate dal grande rosone e dalle vetrate della cupola; la cattedrale è inoltre dotata di un grande organo (Opus 345) costruito dalla Pontificia fabbrica d'organi Tamburini nel 1955.
-Il santuario della Madonna di Pietraquaria:situato sul Monte Salviano, devotamente ricostruito dal popolo avezzanese agli inizi dell'800 su una base del duecento. Lungo la via Crucis del monte Salviano si trova la cappella che conserva la pietra dove, all'inizio dell'Ottocento, si racconta, che il cavallo della Madonna incise con un colpo un suo zoccolo.
-La chiesa di San Giovanni Decollato: di costruzione trecentesca e originariamente denominata chiesa di San Francesco , fu gestita dai francescani, insieme al connesso convento, fino al 1912, quando divenne parrocchia e passò, dunque, sotto la gestione della Diocesi dei Marsi. Quasi completamente distrutta dal sisma del 1915, venne ricostruita negli anni trenta su progetto dell'ingegner Loreto Orlandi, con l'aggiunta di un pregevole portale laterale proveniente dalla distrutta chiesa di Santa Maria in Vico (l'antico convento presso il vecchio cimitero di Avezzano, curato dai frati cappuccini). Il risultato fu una mescolanza di stili, con la presenza di elementi decorativi barocchi all'interno e sulla facciata e il portale centrale rinascimentale.
-Il castello Orsini-Colonna di Avezzano: fu voluto nel 1490 da Gentile Virginio Orsini che lo fece edificare attorno ai resti della distrutta torre medievale.
Dopo il completamento dei lavori di recupero attuati negli anni novanta, nel maniero è stata realizzata al piano terra la platea per lo svolgimento di convegni e spettacoli, mentre al primo piano è stata insediata la Pinacoteca d'arte moderna intitolata al professor Ernesto Pomilio.
NEI DINTORNI SEGNALIAMO:
-A sud di Avezzano, ai piedi del monte Salviano si affacciano sulla piana del Fucino gli imponenti imbocchi dei cunicoli di Claudio. La galleria sotterranea, lunga 5.653 metri, venne realizzata tra il 42 e il 51 d.C. in occasione dei primi tentativi di prosciugamento del lago Fucino.Per semplificare il lavoro di perforazione e di estrazione del materiale, si scavarono 32 pozzi verticali e sei cunicoli inclinati, dei quali rimangono ancora visibili i resti. Il parco archeologico è stato inaugurato nel giugno del 1977.
-Il sito archeologico di Alba Fucens: è situato a circa 7 km a nord di Avezzano. La città fu fondata dai romani nel 304 a.c. ed è racchiusa dentro una cinta muraria di circa tre chilometri conservatasi in gran parte fino ai giorni nostri.
-La Grotta di Ciccio Felice; situata alle pendici del monte Salviano, è un insediamento preistorico situato nei pressi della strada Circonfucense, in corrispondenza di Strada 6 del Fucino.
LA SQUADRA DI CALCIO
Anno della prima fondazione: 1919
Campo di gioco: stadio Dei Marsi
colori sociali: bianco e verde
La prima società calcistica cittadina, chiamata Forza e Coraggio Avezzano Football Club, svolse attività amatoriale per una decina di anni.
Agli inizi degli anni trenta la formazione avezzanese partecipò ad alcuni campionati della Seconda Divisione, l'allora massimo torneo di livello regionale, assumendo temporaneamente la denominazione di Società Sportiva Marsica e, successivamente, Società Sportiva Avezzano.
L'esordio nel campionato nazionale misto avvenne nel 1944, allorché la Forza e Coraggio fu inserita nel torneo di Serie C organizzato dapprima dalla Lega Nazionale Centro-Sud e poi dalla Lega Interregionale Centro; vi rimase tre anni prima della retrocessione in Promozione per via della riforma dei campionati.
Disputò quindi quattro campionati in Promozione, prima di essere retrocessa a causa di una nuova riforma e della creazione della IV Serie.
Dopo la promozione del 1957, negli anni sessanta la Forza e Coraggio militò stabilmente in Serie D fino alla retrocessione in Prima Categoria nel 1964-65, seguita da una pronta risalita in Serie D nel 1965-66.
Dopo ulteriore retrocessione e pronta risalita in D, nel 1970-71 a seguito di gravi difficoltà economiche, un gruppo di facoltosi napoletani rilevò la società, portando sulla panchina biancoverde, l'ex giocatore del Torino e del Napoli, Juan Carlos Tacchi. Tuttavia la cosiddetta "operazione Vesuvio" si rivelerà sin da subito fallimentare, con tecnico e diversi giocatori che rinunceranno al mandato, tanto che la Forza e Coraggio venne retrocessa in Promozione regionale dove rimase per quattro anni. Nell’estate del 1972 la Forza e Coraggio si fuse con gli arancioneri dell'A.C. Avezzano dando vita ad un nuovo sodalizio che prese il nome di Football Club Avezzano ma mantenne i colori bianco verdi.
Dopo un paio di buoni piazzamenti, nella stagione 1974-75 l'Avezzano si classificò secondo ad un solo punto dalla capolista Francavilla con cui diede vita ad un lungo testa a testa; in seguito,alla revoca della promozione per illecito sportivo degli avversari, i biancoverdi tornarono ugualmente in Serie D.
Nel 1977-78 la F.I.G.C. varò una riforma dei campionati che prevedeva lo sdoppiamento della Serie C in due livelli con la creazione di un nuovo torneo, la Serie C2. Sarebbero state promosse le prime quattro classificate di ogni girone della Serie D; l'Avezzano riuscì a piazzarsi in terza posizione, alle spalle di Almas Roma e Frascati, garantendosi dunque il ritorno nei campionati professionistici dopo 30 anni dall'ultima volta. In C2 l'Avezzano alternò buone prestazioni a campionati di bassa classifica riuscendo tuttavia a mantenere la categoria per un quinquennio. Nella prima stagione retrocesse insieme a Frosinone e Pro Vasto ma venne successivamente ripescata per via della esclusione dal torneo del Gallipoli.
Nel 1982 i marsicani cambiarono nuovamente denominazione diventando Avezzano Calcio, ma il cambio nome non fu fortunato; si classificarono infatti al penultimo posto del proprio girone e vennero retrocessi nel Campionato Interregionale.
Due anni in Interregionale e nuovo ritorno in Promozione, categoria da cui mancava esattamente da dieci anni.
La crisi dei marsicani fu comunque breve: l'Avezzano collezionò un quinto posto nel 1985-86 e nella stagione 1986-87 conquistò la nuova promozione in Interregionale.
Seguirono quattro anni in Interregionale, con il passaggio della disputa delle partite casalinghe all'impianto di Cesolino. Nel campionato 1990-91, tornata a disputare le gare casalinghe nel ristrutturato stadio dei Marsi, dominò il torneo classificandosi al primo posto e tornò Serie C2.
Gli anni novanta coincidono con l'età d'oro del calcio avezzanese durante i quali i biancoverdi disputeranno sei campionati di Serie C2 ed uno di Serie C1 nella stagione 1996-97, conclusosi mestamente in ultima posizione.
Nel 1998, con la squadra già in ritiro, l’Avezzano venne escluso dalla Federazione per inadempienze finanziarie e, di conseguenza, radiato.
Il calcio avezzanese ripartì dai tornei regionali grazie alla volontà della Società Sportiva Paterno, formazione dell'omonima frazione della città marsicana che disputava il campionato di Prima Categoria. Dopo alcune giornate di campionato la società cambia denominazione e diventa Società Sportiva Paterno-Avezzano. Al termine della stagione viene promossa in Promozione in virtù del primo posto ottenuto in campionato. L'anno successivo i biancoverdi vincono nuovamente il campionato ed approdano in Eccellenza.
Nel 2000 cambia nuovamente nome diventando Nuova Avezzano Calcio.
Nel 2002-03 vince i play-off regionali battendo nell'ordine Santegidiese e Renato Curi Angolana e conquista la promozione in Serie D battendo negli spareggi nazionali l'Arbus e i calabresi del Sambiase.
Tornata in Serie D, ottiene due salvezze consecutive prima della retrocessione della stagione 2005-06 a seguito dei playout persi contro il Grottammare.
Durante l'estate però viene ripescata.
Nell'estate 2007 rinuncia all'iscrizione in campionato cedendo il titolo al Luco Canistro, realtà calcistica confinante che militava nel campionato di calcio di Eccellenza regionale.
Tra il 2007 ed il 2009 non vi fu nessuna squadra di Avezzano iscritta ai campionati. Nel 2006-07, inoltre, un nuovo sodalizio nato dalla fusione delle realtà calcistiche di Aielli e Pescina, due comuni della Marsica, aveva disputato lo stesso campionato della Nuova Avezzano ed era stato promosso in Serie C2. La formazione nota come Associazione Sportiva Pescina Valle del Giovenco, che aveva già programmato una fusione con la società avezzanese, tentò quindi di raccogliere l'eredità del calcio marsicano modificando i colori sociali dal gialloverde originale al biancoverde, inserendo l'emblema del lupo marsicano nello stemma e ottenendo la deroga per disputare le partite interne allo Stadio dei Marsi di Avezzano.
Nonostante i contatti con l'amministrazione municipale che ha sponsorizzato la nuova formazione e le intenzioni più volte ventilate di acquisire il titolo della Nuova Avezzano e cambiare la denominazione in Avezzano Valle del Giovenco, la società ha mantenuto il proprio nome e la sede legale situata a Pescina ed ha finito per riscuotere le antipatie di una parte della tifoseria avezzanese. Sul campo invece ha guadagnato in pochi anni la promozione in Lega Pro Prima Divisione ma al termine della stagione 2009-10, nella quale è stata retrocessa in Lega Pro Seconda Divisione, è stata radiata anch'essa per inadempienze economiche.
Contemporaneamente alle vicende del Pescina Valle del Giovenco, nel 2009 viene costituita l'Associazione Sportiva Dilettantistica Avezzano Foce Nuova, una nuova società con l'intenzione di riportare il calcio ad Avezzano. Al secondo campionato di Prima Categoria, stagione 2010-2011 ottiene la prima posizione e sale in Promozione; al termine di quella stagione cambia denominazione diventando Avezzano Calcio Associazione Sportiva Dilettantistica.
Nel 2012-13 con ben sei giornate di anticipo vince il campionato ed è promossa in Eccellenza.
Dopo aver perso i playoff promozione nella stagione 2013-14, nella stagione scorsa torna in serie D dopo la decisiva vittoria ottenuta al novantaquattresimo nell'ultima giornata in casa della Vastese.
LO STADIO
L'Avezzano disputa le sue partite interne allo stadio dei Marsi, impianto capace di ospitare circa 3.700 spettatori. La struttura, posizionata a ridosso del centro cittadino, dispone di una tribuna coperta, una tribuna scoperta (suddivisa in due parti di cui una riservata ai tifosi ospiti) e di una gradinata laterale anch'essa scoperta. Nel 1993 ha ospitato la Nazionale di calcio dell'Italia Under 21 mentre nel 2009 è stato utilizzato durante i Giochi del Mediterraneo per il torneo eliminatorio di calcio. Nel 2013 ha ospitato il torneo 6 Nazioni di Rugby Under 20.
(foto della tribuna)
Lo stadio dista poco più di un’ora (circa 105 km) dall’antica e nobile Teate.
E’ raggiungibile tramite A25 uscendo ad Avezzano e procedendo sulla statale 690 in direzione centro.
L’ingresso del settore ospiti è situato in via Cassino.
PRECEDENTI
Escludendo la gara d’andata, l’ultimo precedente in campionato tra il Chieti e i marsicani risale addirittura all’ 8 marzo 1998, campionato di serie C2.
Il Chieti con una delle magliette più improponibili della storia sconfisse all’Angelini i biancoverdi per 2-1 con due “perle” dalla distanza di Di Giovannantonio; ecco le immagini della sfida.
Ultima affermazione neroverde in Marsica risale al campionato di interregionale 1984-85 con un classico 0-2. Da segnalare che nella gara di ritorno di quel campionato un Avezzano ormai retrocesso con soli sei punti in classifica fu sconfitto dai neroverdi all’Angelini per 7-1!
TIFOSI
Il primo gruppo fu quello dei Fedelissimi 1970 a cui seguì la Vecchia Guardia 1977. Tra gli altri vecchi gruppi organizzati ricordiamo i Wild kaos, Rebels, Sconvolts e Ultras 1978.
Tra i gruppi più attivi attualmente in curva nord figurano i BVN.
Gemellaggi attivi da decenni sono quelli con gli ultras della Fermana, del Cassino, del Gualdo e dal 1991 con gli ultras della Viterbese. Saldi rapporti di amicizia ci sono con i tifosi della squadra costiera dannunziana e del Messina.
La rivalità maggiore, legata soprattutto ad ataviche motivazioni di carattere territoriale, è ovviamente contro l’Aquila, anche se la sfida tra le due compagini manca da tantissimi anni.
Altre accese rivalità in ambito regionale sono con la Vastese, il Giulianova, il Teramo e, per via del gemellaggio tra teatini ed aquilani, con il nostro Chieti. Rivalità minori si registrano contro Celano e Francavilla. A causa dello storico gemellaggio dei tifosi biancoverdi con quelli del Cassino c'è rivalità anche con i supporters del Sora, dell'Isola Liri e del Frosinone. Al lungo elenco aggiungiamo inoltre Termoli, Ascoli, Sambenedettese e Fano.