I tifosi neroverdi in trasferta a Fermo

 

“La realtà, a differenza della fantasia, non si preoccupa di essere verosimile perché è vera”. Prendiamo in prestito questo pensiero di pirandelliana memoria che calza a pennello con quanto stiamo per narrare e riavvolgiamo il nastro dei ricordi tornando tutti insieme a domenica 25 novembre 2001 per raccontare una delle partite più strambe, palpitanti e illogiche della storia della fu Chieti Calcio 1922.
Tredicesima giornata di andata, campionato serie C1 girone B, il teatro è il Bruno Recchioni di Fermo, scenario ostico se si pensa che nella storia solo una volta il Chieti l’ha espugnato (il 28 Novembre 1982 in Interregionale con una rete di Tusi) e che quattro anni dopo quella stramba domenica i neroverdi saluteranno la C1 proprio sul terreno di gioco dell’impianto fermano (intitolato all’ex capitano gialloblù perito in guerra nel settembre del 1943) al termine di un rocambolesco playout salvezza. Ma quella è un’altra storia…
Il Chieti di Piero Braglia, forte del suo fresco ritorno in C1, si presenta in terra marchigiana in formazione tipo e sedici punti in classifica, uno in più dei padroni di casa reduci dalla bruciante sconfitta casalinga di sette giorni prima contro l’odiato Ascoli. Di fronte una squadra agguerrita che esprime tutto lo spirito gagliardo del suo mister (quel Dino Pagliari che impareremo ad amare da vicino qualche anno più tardi) e contempla altri futuri neroverdi che lasceranno tracce più (Di Fabio) o meno (Lacrimini e Bonfanti) buone del loro passaggio sotto la cattedrale di San Giustino.
Senza dimenticare gente come Lemme, Manca, Nassi e quel Giandomenico Mesto che qualche anno dopo diventerà un soldatino inamovibile dello scacchiere di Gasperini sotto la lanterna, sponda grifone…in definitiva, una squadra di tutto rispetto.
Il sig. Francesco Squillace, catanzarese classe 1970 e futura giacchetta nera della CAN di A, avrà il suo bel da fare a dirigere la contesa. La gara si dimostra subito molto maschia e la temperatura in campo sale vertiginosamente scaldando gli animi dei 1.500 presenti, più di un terzo arrivato dal capoluogo teatino.


Altra immagine del settore ospiti

 

Dopo qualche schermaglia e una buona conclusione di Biancolino intercettata da Pardini al 20° inaspettatamente i padroni di casa passano in vantaggio con Nassi che scatta sul filo del fuorigioco (in realtà probabilmente era ben oltre) e fulmina Lafuenti. Proteste veementi dei neroverdi, ne fa le spese mister Braglia spedito negli spogliatoi anzitempo. Fuori uno.
Il Chieti comincia a macinare gioco e a collezionare calci d’angolo (al termine della sfida saranno otto ad uno) ma trova sulla sua strada un Pardini in giornata di grazia che al calare del primo tempo toglie dal sette una bordata su punizione di De Simone.
La ripresa si apre con un palo interno colpito dallo stesso centrocampista campano dopo soli 38 secondi di gioco e vari tentativi di Pignotti (da fuori) e Tacchi. La sfida sembra volgere nel verso giusto quando dal minuto 57 al minuto 63 prima Lacrimini per fallo da ultimo uomo e poi Micallo per doppio giallo vengono spediti anticipatamente sotto la doccia. Fuori due, fuori tre.
Undici contro nove la strada sembra tutta in discesa ed invece i neroverdi continuano a sbattere senza costrutto contro il muro innalzato da Pardini e soci. Pazzesco a metà ripresa: Biancolino calcia una punizione da fuori, Pardini devia, la palla si impenna e colpisce la traversa, irrompe Papa (subentrato all’infortunato Porro)  che di testa a porta sguarnita da zero metri spedisce maledettamente a lato.
Le mischie in area canarina si susseguono ma i neroverdi non riesco a trovare il guizzo vincente, De Simone si fa espellere (…fuori quattro) e nella curva ospiti inizia a serpeggiare la sensazione di essere in procinto di subire uno scippo sportivo di rilevanza storica.
Ma “la realtà non si preoccupa di essere verosimile” e negli ultimi minuti la fantascienza si impadronisce della scena. Squillace accorda cinque minuti di recupero, dopo una clamorosa traversa colpita da Di Fabio si arriva all’ultimo giro di lancette. Angolo per i neroverdi con i 19 uomini rimasti in campo tutti ammassati nell’area di rigore gialloblù, respinta della difesa e contropiede dei padroni di casa quattro contro zero con la metà campo teatina completamente deserta. Mentre il povero Silvio Lafuenti, dopo essersi spinto in avanti per saltare, piazza uno scatto alla Forrest Gump per recuperare la posizione, Nassi cede la sfera a Maschio che punta la porta avversaria sguarnita ma esita…Esita, esita nel calciare scimmiottando quei personaggi dei cartoni animati che prima di mangiare una preda succulenta si leccano i baffi e perdono l’attimo… Il biondo Silvio da Ostia Lido, con le ali ai piedi, approfitta del tentennamento e recupera terreno prezioso con una poderosa falcata, mentre alcuni suoi compagni di squadra tentano di imitarlo: quando il centrocampista canarino decide finalmente di tirare (da fuori area) verso la porta sguarnita super Lafuenti è lì e con una scivolata più simile ad una mossa di karate si frappone tra la sfera e la porta deviando la stessa sui piedi di un altro attaccante canarino che però a quel punto è in fuorigioco. Punizione per il Chieti, palla a Maurizio Tacchi che parte in un coast to coast disperato e dopo una quarantina di metri palla al piede serve nello spazio un assist al bacio per Biancolino che a tu per tu con Pardini si lascia respingere la conclusione. Tutto finito. Macché? La palla viaggia verso la linea di fondo, con le ultime energie rimaste lo stesso puntero neroverde la raggiunge e da posizione quasi impossibile, con il piede meno educato (il destro) infila il corridoio giusto tra palo e difensore. Minuto 50, pareggio del Chieti, 1-1: la curva ospiti esplode in un grido di rabbiosa gioia liberatoria mentre tutta la panchina ospite scatta in piedi e corre ad abbracciare i compagni.
Susseguente ed immediato triplice fischio finale, delirio in campo e sugli spalti, , delirio fuori dove le forze dell’ordine avranno il loro bel da fare per evitare che le due tifoserie entrino in contatto.
In soldoni quattro espulsioni, sette ammonizioni, tre pali ed un pareggio che sta strettissimo agli ospiti, questo direbbe la sinossi del match… ma che partita ragazzi!
L’amarezza per la vittoria mancata edulcorata dall’essere riusciti a cambiare le sorti di un destino che sembrava ineluttabile resterà impressa a fuoco nelle reminiscenze di chi, come noi, ha avuto la fortunata sventura di essere presente a Fermo quella domenica.
Il 25 novembre 2001 sarà per sempre uno dei capitoli più vibranti ed irrazionali del grande libro della storia del pallone neroverde.


“L’equilibrata” locandina del Messaggero edizione marchigiana del 26 Novembre 2001

 

Concludiamo riportando in dettaglio tutti gli attori di quella sfida indimenticabile:

FERMANA: Pardini, Micallo, Savini(Lacrimini),Bonfanti, Di Salvatore, Di Fabio, La Vista (Mei), Maschio, Nassi, Manca (Pensalfini), Mesto.A disposizione: Chiodini, Tricoli, Bucchi, Lemme. All Dino Pagliari.

CHIETI: Lafuenti, Petitto, Gola, Zattarin, Pignotti (Porro G.,), Zaccagnini, Nicodemo, Coppola (Mammarella), De Simone, Biancolino, Tacchi. A disposizione: Furlan, Battisti, Rajcic, D’Anna. All. Braglia.

Le reti: Nassi al 20°, Biancolino al 95°.

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