(di Franco Zappacosta)

Ha preso a cuore il problema forse perché il papà Ugo è un grande tifoso del Chieti. <Direi che mio padre è l’abbonato più vecchio e più fedele> dice Mauro Febbo assessore alle attività produttive, turismo e cultura. Perciò quando il sindaco Umberto Di Primio e il consigliere comunale Emiliano Vitale, nel suo ruolo di presidente della Commissione Lavori Pubblici, lo hanno sollecitato perché si potesse superare in tempi possibilmente brevi lo stretto e accidentato canyon burocratico (dove sono sempre in agguato gli indiani contrari agli interessi della città di Chieti), Mauro Febbo si è attivato in Regione una volta individuate le fonti di reperimento delle risorse necessarie all’avvio degli urgenti lavori di cui ha bisogno lo stadio Angelini.

Senza parlare di altri vergognosi disservizi (docce, allagamenti di ambienti, acqua fredda) nell’ultima stagione è stato il più grande tormento per giocatori (soprattutto) e tifosi: un manto (?) erboso indecente ha condizionato in più di una occasione il rendimento dei neroverdi e non pochi punti sono stati dissipati in “casa” da una squadra di livello tecnico superiore alle altre e quindi bisognosa di poter sviluppare il proprio gioco su una superficie che fosse almeno accettabile. Fino a quando la società e l’(allora) allenatore (Alessandro Lucarelli ha spesso ripetuto che il terreno dell’Angelini era l’avversario più temibile per i suoi uomini) non hanno minacciato di traslocare altrove per affrontare le partite interne e scansare la trappola del campo cosiddetto “amico”.

Adesso la situazione è radicalmente cambiata e la promozione in serie D, dove la vigilanza sui requisiti degli impianti è ben diversa rispetto a quella (pur attenta e assidua, per carità) di livello regionale, impone di presentarsi senza (o almeno con meno) pezze sul sedere. In soldoni, così com’è (o com’era) inutile pensare di poter disputare all’Angelini le gare casalinghe del prossimo campionato. Per il momento in via informale la società è stata invitata a porre i dovuti rimedi allo stadio di Santa Filomena: la Lega Dilettanti ha fatto sapere che le cose vanno sistemate inderogabilmente. Poi verranno i richiami e gli ultimatum ufficiali. Sarebbe davvero una bella cosa se i dovuti interventi venissero realizzati con un cronoprogramma che preveda la realizzazione dei lavori nel giro di un paio di mesi per evitare di arrivare all’avvio del campionato con il fiatone e a cantiere ancora aperto. Per rifugiarsi, nell’emergenza, nella solita melina: prime due partite fuori casa, richiesta di agibilità in deroga, indulgenze varie e via di questo passo. Perché se le cose stanno come ci dicono e se è vero che si vuol fare tutto rapidamente (addirittura entro giugno!) il Chieti potrebbe presentarsi al “via” con impeccabili credenziali.

Altro discorso è quello sul futuro assetto della società. Su quel fronte si brancola nel buio più fitto e in un altrettanto fitto ginepraio di incertezze. Ma questa è un’altra storia.

Per il “Guido Angelini” sono quindi in arrivo 150 mila euro <immediatamente utilizzabili> sottolinea l’assessore Febbo. <Ma io ho fatto solo da tramite, nel senso che mi sto impegnando come Regione per coprire il fabbisogno finanziario relativo ai lavori da eseguire nello stadio. Messa in sicurezza e rifacimento  del manto sono tra le esigenze prioritarie. Il Comune ha dei problemi in vista del campionato di serie D ed ha inoltrato un progetto accompagnato da una lettera del sindaco Di Primio e del consigliere Vitale. Le risorse ci sono e saranno attinte ai residui fondi par-fsc* del 2007-2013 attraverso la loro rimodulazione. Sono 150 mila euro disponibili in via immediata>.

Nell’ambito di questa strategia rientrerebbe inoltre il progetto per la ristrutturazione del campo (di basket) della Villa Comunale, una delle tante brutture della città. Il ripristino dell’impianto darebbe respiro a molteplici iniziative, oggi soffocate dalla mancanza di una struttura adeguata, in particolare nella bella stagione.

Speriamo che tutto non diventi il (bel) sogno una notte di mezza estate.

* Programma Attuativo Regionale del Fondo Aree Sottosviluppate (FAS) poi diventato Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC)


L'assessore regionale Mauro Febbo

 

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