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Ciao Licio,

come stai? Spero tutto bene per te e la tua famiglia. Quali sono i tuoi pensieri in questo periodo così travagliato e infausto?

Un caro saluto

NFG

 

 

Caro Nicola

sai benissimo che i tuoi saluti  sono sempre tra i migliori dei miei amici. Così almeno ti considero. In tutti i casi io e i miei familiari stiamo bene, malgrado le preoccupazioni che tutti noi abbiamo. Non credevo di ritornare indietro nel ricordo del coprifuoco, quando il fronte Adriatico era a pochi  chilometri da casa. I tedeschi erano in giro dalle ore 20 per non far vedere gli spostamenti delle loro truppe che transitavano davanti casa mia con grande sferragliamento di mezzi corazzati.Certo il paragone é un pò improprio ma il nocciolo della questa é sempre lo stesso. Oppure con l'aereo misterioso che ogni tanto arrivava e sganciava le sue bombe oppure come le cannonate che venivano dal fronte. A chi sarebbe toccato di ricevere addosso una bomba? Eravamo accovacciati nelle cantine e nei ripostigli ma la paura era tanta.Adesso é quasi la stessa cosa?

Certo siamo sempre nel coprifuoco  ma molte cose ci preoccupano. La vita! Che fare? Io sono stato catalogato per la persona che attualmente sono. Forse saremo ancora migliori o perseveriamo nei nostri errori umani? E' tempo di riflessioni e ai valori a cui credo non posso rinunciare. Penso che anche tu saresti in grado di descrivere ciò che penso. Forse ci stanno mettendo alla prova.

L'essenziale ed essere sempre noi stessi nei momenti belli e quelli meno. Ora siamo in quelli meno. Spero che anche tu ti puoi trovare in questo stato riflessivo, perchè penso di conoscerti.

Allora, caro Nicola, affrontiamo queste prove con l'animo sereno.

Riprenderemo  le nostre effimere preoccupazioni per la squadra di calcio.Sentiamoci ogni tanto.Cosa che stiamo facendo.

Ciao.

Licio

 

 

Caro Licio,

ti ringrazio delle tue parole di considerazione e di amicizia. La tua stima e i tuoi sentimenti è per me sempre motivo di orgoglio.

Ho pensato a te in questi giorni proprio perché pensavo che una persona della tua esperienza potesse dare la giusta dimensione a quanto stiamo vivendo. Mi fa piacere che tu i tuoi cari siate in salute e spero che le cose rimangano così fino a quando il mare si sarà calmato.

Dei tuoi racconti mi ha colpito l'aereo misterioso con i suoi bombardamenti, improvvisi e imprevedibili. Ecco, io mi sento accovacciato nei ripostigli e nelle cantine, così come narri tu. La paura forse è diversa perché il rombo dei motori, il rumore e il tremore causato dalle esplosioni provocano ben altro effetto, ma credo che il senso di insicurezza sia molto simile. Il nemico è invisibile, insidioso, infido. Persino sleale.

Penso anche io molto al dopo, a come questa esperienza ci cambierà e mi cambierà. Penso che sarà già tanto se io, i miei cari o i miei amici o conoscenti non saranno toccati da questo virus. In ogni caso, penso che dobbiamo cogliere tutta la positività che questa condizione ci mette di fronte. Prima di tutto, il tempo di riflettere, di dedicarci a noi stessi e ai nostri cari. Spesso consideriamo di più i rapporti con persone distanti da noi ed invece non coltiviamo i rapporti più vicini e diretti dandoli per scontati. Questa sorta di alienazione ha toccato il limite con i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione. A volte preferiamo esprimere il nostro stato d'animo su facebook invece che parlarne con chi ci vive accanto. E il motivo è uno solo: perché è più facile digitare qualche lettera su uno schermo o su una tastiera invece che farsi domande, immedesimarsi, impiegare il proprio tempo per fornire ragioni forti e domande feconde che rendono i rapporti vivi e veri. Questo, come dice tu, mi rende sereno.

Ed è strano che lo dica proprio io che vivo da solo, lontano dai miei affetti, ma vicino a mio figlio che non posso vedere come e quanto vorrei. Anche in questo caso, pospongo i miei bisogni di fronte al fatto più importante: che mio figlio sappia che ci sono e gli sono vicino. Prego sempre che questo gli sia di sicurezza e di conforto. Gli sono vicino anche quando viaggio e sono lontano perché lo informo di tutto ciò che faccio, dove sono dove sono diretto. E ora che sono fermo e non so quando ricomincerò a viaggiare, sono qui, con la stessa forza, con la stessa convinzione, con la stessa presenza. Niente può bombardare questa certezza.

Penso anche che questo periodo ci offre l'occasione di capire che cosa sia la libertà e quale ne sia il valore: non la possibilità di fare la prima cosa che ci viene in mente, ma un legame che ci tiene uniti agli altri nel modo migliore, che permette a tutti di agire ed esprimersi con ugual diritto e con ugual dovere.

Avremo anche la possibilità di sapere che cosa c'è o c'era di effimero nella nostra vita. Sfoltiremo il tronco della nostra esistenza e lo puliremo lasciando che cresca ancora più solido e forte. Liberi da molti rumori che ci disturbano, potremo vedere meglio ciò che è indispensabile per noi, che cosa abbiamo, che cosa dobbiamo conservare e che cosa dobbiamo andare a cercare. Il silenzio può far paura solo a chi ha sempre evitato queste questioni riempendole - per l'appunto - con quell'effimero che ora non è più disponibile. Mi credi se ti dico che il Chieti è una di quelle cose per cui vorrei ancora emozionarmi? Che il riprendere la sciarpa e mettermela al collo sarà uno dei simboli del mio e del nostro ritorno alla vita normale?

Con affetto

NFG

 

 

Carissimo Nicolafabio,

sei sempre all'altezza  e credo che tutti te ne siamo grati.I nostri sentimenti non sono nascosti, per cui ti pregherei di  pubblicare sul sito rubrica "Licio risponde" la tua prima lettera con la mia risposta e poi questa ultima che è un inno alla vita.

Penso che la rubrica se sarà completata e darà un segno della sua vitalità per l'amore e per i valori che potrà dimostrare.

Ciao.

Licio

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