Finale incredibile all’Angelini dove il Chieti, nonostante il 3-2 dell’andata, riesce a farsi buttare fuori dalla Coppa Italia perdendo a domicilio per 2-0 contro il Miglianico.

Il Chieti si presenta con quattro cambi nell’undici titolare rispetto alla vittoriosa trasferta di domenica: in porta in baby Alonzi (classe 2000) in difesa Ronzino, Ricci, Terminiello e Marwan, il trio di centrocampo Marfisi-Pacella-Farindolini e in attacco Rodia, Miccichè e Delgado, fresco di transfer.

Circa 400 tifosi sugli spalti con una rappresentanza di tifosi da Monopoli in Curva Volpi. Duole rimarcare la poca cura e pulizia degli spalti del Guido Angelini ed un terreno di gioco di nuovo in stato quasi penoso, con vistosi avvallamenti ed una colorazione in diversi punti giallognola.

Partita abbastanza sonnacchiosa, per la prima annotazione bisogna attendere il 25’ quando Farindolini vanifica un’ottima occasione nata in ripartenza sparando addosso al portiere ospite.
Da segnalare che al 15’ Ronzino è stato costretto ad abbandonare il terreno di gioco per infortunio, al suo posto è subentrato Malandra, classe 2001.
Dopo il giallo per Marwan poco dopo la mezzora, matite e taccuini a riposo fino al duplice fischio di fine primo tempo che sancisce il ritorno negli spogliatoi con il risultato da occhiali.

Nella ripresa subito un cambio, fuori Rodia ed esordio stagionale del bomber italo-argentino Luciano Leccese. Dopo un paio di tentativi pericolosi da parte di Delgado arriva il gol degli ospiti su rigore (griffato da Valdes) a mettere pepe agli ultimi venti minuti di contesa. Il Chieti riesce a sciupare un altro paio di buone occasioni e al 90’ arriva il raddoppio degli ospiti a far scendere un velo di vergogna sul Guido Angelini.

In definitiva un Miglianico volenteroso ed un Chieti brutto, troppo brutto per essere vero. Forse il risultato dell’andata ha fatto pensare a calciatori e staff tecnico di avere già la qualificazione in tasca; speriamo che questo schiaffone faccia capire a tutti che bisogna sempre giocare al massimo e che i nomi non bastano per vincere partite e campionati.

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