Dopo il primo terzo di stagione agonistica diamo uno sguardo all’andamento delle compagini che vestono la casacca neroverde.
Per cavalleria ed importanza di categoria non possiamo che partire dalle ragazze di mister Di Camillo che quest’anno si sono affacciate per la prima volta nella storia dal balcone della serie A. Un campionato tosto, difficile soprattutto dal punto di vista mentale che le ragazze stanno affrontando col giusto piglio. Ad eccezione delle due sconfitte tennistiche rimediate contro le prime della classe le donne in neroverde hanno dimostrato di saperci stare in questa categoria.
Intendiamoci, raggiungere la salvezza non sarà facile (ricordiamo che scendono in B le ultime due e che altre quattro disputeranno i playoff dalla terzultima a salire per un totale di quattro retrocessioni) ma siamo certi che se la giocheranno fino alla fine, contando anche su un fattore campo che alla lunga potrebbe rivelarsi l’arma vincente per raggiungere l’obiettivo.
Capitolo Chieti SSD. La prima parola che ci viene in mente è tristezza, infinita tristezza. Un solo punto in undici incontri giocati e un numero inqualificabile di espulsioni che fanno pensare ad una squadra disastrata anche dal punto di vista mentale. Mai nei 94 anni di storia della Chieti Calcio 1922 e nei nove dell’attuale Chieti SSD che ne ha raccolto le ceneri si è visto tanto scempio: un vilipendio alla bandiera continuo, perpetrato da dirigenti senza scrupoli che, utilizzando giovani figuranti vestiti con una maglia a strisce a noi tanto cara, recitano un copione degno del teatro dell’assurdo.
Davanti a cotanto inaudito spettacolo l’amministrazione pubblica fa orecchie da mercante e noi tifosi subiamo una situazione paradossale senza capire se è meglio reagire e far sentire la propria voce oppure incassare in silenzio aspettando che l’eutanasia arrivi quanto prima. Nemmeno un miracolo potrebbe salvare sul campo la formazione guidata da Mariani che sarà ricordato dai posteri come il gestore di una squadra che rischia di battere tutti i record negativi nella storia della quarta divisione nazionale.
Dulcis in fundo il Chieti FC: grazie all’andamento penoso della prima squadra della città e soprattutto alla serietà dimostrata dal presidente Trevisan e da mister Aielli, il nuovo progetto sta prendendo forma in maniera concreta. Una schiacciasassi capace di infilare dieci vittorie e un pareggio in undici incontri di campionato realizzando la bellezza di 40 reti sta facendo innamorare alcuni stanchi e delusi tifosi: basta vedere il numero delle presenze allo stadio per capire che si sta assistendo ad una sorta di “transumanza” degli appassionati teatini. Il testa a testa con lo Spoltore di mister Ronci, nostra vecchia conoscenza, andrà avanti sino a fine campionato ma tra due settimane gli uomini di mister Aielli avranno la possibilità di mettere un punto esclamativo sul testa a testa del girone B di promozione.
Lasciatemi concludere con un pensiero, qualsiasi sia il Chieti che amate e seguite credo sia giusto per il bene di tutti augurarsi che l’anno prossimo ci sia una sola squadra maschile a rappresentare la città di Achille: una unica realtà che, al di là della categoria, possa finalmente riunire forze, sogni, passioni ed energie della tifoseria, che la riporti finalmente sui gradoni dell’Angelini con le ugole arse e pronte ad urlare tutto il loro amore per quei due colori che messi insieme uniscono tanti, tantissimi cuori.