Il Chieti perde ancora, questa volta per 5-1 contro una Fermana che arriva in Abruzzo con i favori del pronostico e con nomi importanti per la categoria.
A dire il vero sul campo grandissima differenza tecnica non si è vista, ma forse per la prima volta quest'anno il Chieti oltre a forti lacune tecniche-atletiche ha mostrato una confusione tattica e mentale mai vista prima. Anche nelle gare di Vasto e Sani Nicolò, dove i gol al passivo erano stati 4, la formazione di Mariani aveva comunque dimostrato una buona tenuta del campo, compatta e di gruppo.
Ieri invece i palloni persi sono stati decine, reparti lunghi e giocatori spesso fuori posizione, i ragazzi più esperti protagonisti di brutti falli e giocate fuori da ogni logica calcistica. Insomma, tanti indizi che testimoniano il poco allenamento o forse la poca tranquillità e voglia nel fare bene. Perchè se è vero che molti di questi ragazzi sono qui per giocare "gratis" (ognuno capisca quel che vuol capire), è vero anche che ognuno punta al proprio miglioramento personale, a mettersi in mostra. E di questo passo ci sarà poco da farsi vedere.
La cronaca: dopo nemmeno un minuto il Chieti è subito in svantaggio, quando il portiere teatino Zaccagnini compie un miracolo ribattendo la palla però sul proprio compagno di squadra che la insacca in rete. Autogol e zero ad uno per i marchigiani.
Il primo tempo è un susseguirsi di errori tecnici a centrocampo con Viscido (capitano) a mio parere peggiore in campo ed Alessandroni invisibile. La Fermana intanto fa le prove del raddoppio senza però riuscirci.
Nel secondo tempo il Chieti trova subito il pareggio con un sinistro al volo di Genevose dopo la prima vera azione teatina iniziata sulla destra e rifinita al centro da Copponi che scodella in mezzo per l'esterno che sigla il suo primo gol.
L'illusione dura poco, il buio cala subito. I 4 gol fermani tutti quasi fotocopia fatta eccezione per il vantaggio di Petrucci che di sinistro da venti metri fucila Zaccagnini. Il terzo, quarto e quinto sono tutte palle messe in mezzo per gli attaccanti marchigiani che liberi da qualunque marcatura insaccano. A proposito: uscito Molinari è entrato Marolda. Tanto per dire che per vincere questi campionati o per potersi salvare vale la solita legge: cacciare $$$.
Nel dopo gara Giacomini si lascia andare a dichiarazioni che lasciano pensare e riflettere anche chi fino ad ora aveva riflettuto poco.
L'inizio della fine? Non lo so, probabilmente tutto è partito molto prima.
Forse la certezza e la consapevolezza del male che ci stanno facendo e la presenza di altre realtà cittadine che stanno crescendo e facendo ben figurare il nome di Chieti rende meno amaro questo epilogo.
Ora è facile dire che questo Chieti era solo la copia del 1922 e che in fondo in fondo il vero Chieti è sparito nel 2006, quasi per consolarsi in modo ragionevole. Ma io le ricordo bene tutte le facce felici ed urlanti durante la semifinale con l'Aprilia, la vittoria con la Salernitana, la promozione a Montecchio o ancor prima la trasferta a Lanciano contro il Casoli.
Il Chieti era nostro allora ed è nostro ora. Era nostro compito difenderlo prima ed è nostro compito difenderlo oggi. Nessuno se lo scordi e nessuno lo dimentichi.
Forza Chieti!