Il Chieti SSD è stato venduto. La notizia è da tre giorni sui giornali e si sarebbe consumata con la cessione delle quote detenute dalla di Biase Srl, società attraverso la quale Giorgio Pomponi controllava la Chieti SSD, agli imprenditori Andrea Bianco, Mauro Giacomini - che dovrebbe diventare il presidente - e al figlio Simone. Il primo è l’amministratore delegato della AB Management, agenzia di spettacoli di Roma nella quale l’altro è socio e il figlio lavora. I tre hanno anche una società per la gestione dei giocatori. Il nuovo allenatore del Chieti SSD sarebbe Alberto Mariani, Claudio Gabrielli il direttore sportivo mentre i primi due giocatori in arrivo sarebbero l’attaccante Dante Isla Cacciavillani e il laterale Gonzalo Rodriguez, entrambi argentini. Usiamo il condizionale perché gli avvenimenti recenti ci obbligano a non dare nulla di scontato e, sommati alle ultimissime novità, non fugano i dubbi, i timori e i sospetti dei tifosi. Perché Pomponi ha iscritto una squadra che voleva vendere? E chi compra una società con debiti che un anno fa raggiungevano gli 1,8 milioni di euro, si è vista pignorare gli ultimi incassi del campionato, i macchinari per la biglietteria, avrebbe ricevuto ulteriori cartelle esattoriali da Equitalia relative alle annate 2013-2015 e ha un istanza di fallimento che incombe per 13mila euro da parte della Satam? Senza contare le vertenze per mancati pagamenti di Suriano e Diop, già andate in giudicato, quelle già annunciate di Vitale e Zanetti e degli altri giocatori, da mesi e mesi senza stipendio. Come fa e con quale interesse Mauro Giacomini dichiara che in un paio d’anni tutto sarà sistemato e tra 3 anni si potrà tentare il ritorno in Lega Pro? Chi sono costoro per poter investire oltre 2 milioni di euro in 2 anni a Chieti? Hanno visto i libri contabili del Chieti? Qual è la situazione attuale? È vero come, ha dichiarato l’imprenditore Attilio Di Stefano, che vi sono passività dall’origine incerta e mancano i bilanci degli ultimi due anni? È vero che i debiti che Pomponi sostiene ammontino a “soli” 800mila euro si riferiscono solo alle pendenze verso fornitori, giocatori e altro, ma non a quelle verso lo stato? Ma la domanda madre è: perché lo stesso Pomponi ha comprato un anno fa il Chieti da Walter Bellia con questa situazione per poi disfarsene alla prima occasione a favore di un’altra cordata romana, che non si presenta neppure con un progetto di business sul territorio e dunque non ha alcun interesse diretto collegato alle proprie attività? E perché i nuovi dovrebbero essere credibili dopo che lo stesso Pomponi ha distrutto la propria reputazione e le speranze dei tifosi a suon di proclami roboanti poi puntualmente sconfessati? L’unica differenza positiva è il tono: Giacomini non promette vittorie, predica prudenza e usa parole prudenti sia verso la Città e la piazza. Ora ci vogliono i fatti.
Il Chieti venduto, ma quanti dubbi!
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