(di Franco Zappacosta)

Sentito il suono di una campana, era giusto dare ascolto anche ai rintocchi dell’altra. Non solo per una questione di equità (che pure ha il suo peso e il suo valore) ma per districarsi meglio nel ginepraio di posizioni creatosi attorno al futuro del Chieti, sempre più a rischio.

Alle parole dell’ex patron neroverde Giulio Trevisan (<Ho formulato a Di Giovanni un’offerta congrua, onesta e corretta. Adesso tocca a lui decidere>) replica ora l’attuale presidente. <Quando ho letto quelle dichiarazioni ho reagito con una risata malinconica. La situazione è diametralmente opposta a come l’ha descritta Trevisan> afferma Filippo Di Giovanni. <Al momento non c’è una soluzione per il Chieti> la sua franca ammissione.

Ecco la versione del presidente. <Sere fa dovevo incontrare Trevisan a Pescara. Sono arrivato con 15 minuti di anticipo e l’ho trovato seduto al tavolino di un caffè mentre conversava con Attilio Di Stefano, cioè la persona contro la quale la tifoseria ha espresso la propria totale ostilità quasi fosse un nuovo Totò Riina. Trevisan e Di Stefano erano insieme al bar, mentre io questo signore non lo conosco, ho avuto con lui soltanto rapporti formali. E’ vero che da parte sua c’è stata una manifestazione d’interesse, concretizzatasi in qualcosa di più di una semplice offerta. Di Stefano ha messo nero su bianco, Trevisan no. Tuttavia al di là il nostro contatto non è andato. So che possiede un’azienda con 300 dipendenti ma contro ha avuto subito il tifo della curva che invece è tutta dalla parte di Trevisan. No, non ho chiesto cosa avessero da dirsi. Sono consigliere comunale da quasi dieci anni, ho sempre fatto politica seria e seriamente ho anche svolto il mio ruolo di presidente del Chieti, quindi non vado dietro ai pettegolezzi>.

E’ vero che Trevisan le ha offerto una certa cifra alla quale però detrarre l’importo dei debiti relativi alla gestione dell’ultima stagione?

<Da Trevisan mi è giunta una proposta inaccettabile. Una trattativa va condotta su base negoziale e non fissando come pregiudiziale irrinunciabile l’uscita di Di Giovanni. Trevisan infatti si pone come alternativa a Di Giovanni che deve assolutamente andare via. Questo mi sembra discutibile almeno sul piano etico. Tra l’altro da un mese ho un’auto della polizia sotto casa e non è bello convivere con un programma di sorveglianza dopo aver vinto un campionato. Pare che tutti abbiano dimenticato quanto sia difficile vincere a Chieti. Abbiamo avuto tutti contro in maniera speciale in ogni partita. Stile e forma vanno applicate anche al calcio, io non ho mai ribattuto a tutto quanto è stato detto contro di me. Ciò che viene pubblicato sui giornali rimane tra i giornalisti e chi rilascia le dichiarazioni ai mezzi di informazione. Ciò che invece si dice tra professionisti deve rimanere nelle stanze di notai e avvocati. Trattandosi di grandezze economiche io non riferisco nulla di quanto è stato eventualmente offerto. E poi che ne sa Trevisan dei conti della società? Non li conosce per il semplice fatto che tra non si è mai parlato di contabilità. Nessuno ha preso in mano un foglio bianco e vi ha scritto sopra tutte le varie voci, quelle principali, che possono costituire un bilancio. Mai fatto e quindi Trevisan ignora la situazione finanziaria del Chieti. Eppure sarebbe un discorso interessante da fare>.

Come si esce da questo vicolo cieco?

<Io sono aperto a una soluzione su base negoziale, non ho alcun fatto personale che me lo impedisca. Ho dato al Chieti tre anni della mia vita, ho speso risorse ed energie per questi colori, mi restano ricordi belli ed altri meno belli, ma mi rendo conto che ora potrei non essere più la persona idonea a gestire la società. Però al momento una soluzione non c’è. Ascolterò altre persone, esistono diverse manifestazioni d’interesse e pregherò chiunque sia veramente, concretamente intenzionato a rilevare il Chieti di fare le cose non in fretta ma in maniera istantanea, tempo da perdere non ce n’è più>.

Trevisan, abbiamo detto, conta ora sul pieno sostegno della curva.
<E’ intervenuto alla riunione indetta dagli ultrà, molti dei quali conosco bene e so che sono ragazzi a posto. Mi pongo però domande sull’opportunità di quella sua presenza>.

Nessun margine per la ripresa della trattativa?
<Oggi non ne vedo. Perché impostarla come Trevisan ha fatto non porta da nessuna parte. Mi chiedo come un imprenditore del suo livello possa limitarsi a un discorso circoscritto a poche migliaia di euro ed avere poi l’ambizione di progettare e gestire un campionato di serie D>.

Lei a Chieti è anche un esponente di primo piano del Pd. Non teme contraccolpi personali alle prossime elezioni amministrative?
<Non collego politica e calcio anche se mi rendo conto che saranno contenti i miei avversari perché se avessi intenzionalmente cercato un modo per perdere consensi, non avrei potuto agire in modo migliore… No, non mi preoccupo dal punto di vista politico. Sono al secondo mandato da consigliere comunale, tanti mi conoscono per la serietà e l’impegno che ci metto>.

Situazione difficilissima.
<Forse occorre un passo indietro da parte di tutti e magari lanciare messaggi diversi da quelli spediti finora>.

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