(di Franco Zappacosta)

 

Quale futuro per il Chieti in serie D? Avremo una squadra competitiva e una società solidamente strutturata? Nessun imprenditore avverte la sensibilità di sostenere i colori neroverdi? Arriverà l’estate e sarà rovente.

Eppure c’è stato un tempo in cui la città di Chieti mostra significativa disponibilità verso i colori neroverdi, assicurava il proprio contributo, scendeva in campo e mostrava l’orgoglio dell’appartenenza, della sua “teatinità”. Certo, viviamo in un’altra epoca, c’è la crisi, ci sono i conti da far quadrare e c’è da stare attenti nella gestione delle (poche) risorse. Ma guardare al passato (remoto) aiuta perché apprendere quanto accadeva quasi un secolo può fornire un utile spunto di riflessione .

Il “Corriere Sportivo d’Abruzzo” (battagliero quindicinale teatino) il 6 dicembre 1926 in un articolo intitolato “I Benemeriti dello sport cittadino” lodava quanti avevano aiutato la Pippo Massangioli. C’è l’elenco dei loro nomi, molti dei quali a Chieti suonano ancora famigliari.

Leggiamo alcuni passi. <Tra i tanti mecenati è nostro dovere citare il nome di un uomo che sta tra le personalità più eminenti di Chieti. Esso risponde al nome dell’On. Avv. Comm. Francesco Giustino Troilo che si è adoperato con il più vivo interesse per donare alla Massangioli il beneficio di notevoli sussidi. Contributo validissimo hanno apportato al sodalizio cittadino i generosi e benemeriti sportmen Dabbiaro Luigi, Artese Nicola, Caporale Ernesto, Civitarese Attilio, Crastia Luigi, Gentile Gerdilio, Lepri Pilade, Maccione Giovanni, Massangioli Carlo, Di Monte Attilio, Ottaviano Guido, Palombaro Raffaele, Paparella Giustino, Rutolo Vincenzo, Sammartino Giovanni, Scocco Vincenzo, Terracina Leone, Spagnolo Domenico, Fabretti Romeo, De Vincentiis Giustino, De Virgiliis Flavio, Scocco Camillo…>. E il cronista concludeva: <Siamo sicuri che la cittadinanza intera, conscia dei forti sacrifici che apporta l’imminente campionato calcistico risponderà unanime con larghe offerte all’appello lanciato dalla Massangioli per ridonare alla maglia neroverde il mezzo più atto e più agguerrito per vincere le dure battaglie di domani…>.

C’è tanta retorica, in linea con la prosa dei tempi, ma la passione cent’anni fa era identica a quella di oggi.


Correva l'anno 1926: cent'anni fa e oggi il tifo è sempre lo stesso

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