Dopo una bella vittoria, bisogna azzerare tutto e pensare al prossimo avversario. È questo il messaggio che Gabriele Aielli manda al suo Chieti FC Torre Alex alla vigilia della trasferta in casa dello Sporting Casolana, dopo il sonoro 5-1 al Delfino Porto Flacco Pescara maturato dopo essere stato un’ora sotto di un gol.
Come è andata domenica? Bene, diciamo…
«Sì, sono soddisfatto della prestazione della squadra e ovviamente del risultato perché era importante partire bene, in una buona cornice di pubblico. Sono contento che sono rimasti contenti quelli che sono venuti a vedere la partita, non solo per il 5-1, ma soprattutto per la qualità del gioco espresso».
Questa squadra domenica ha mostrato un’altra dote: il carattere. Una squadra costruita per vincere, che si trova sotto al terzo minuto, di fronte al pubblico di casa e alla prima di campionato, rischia di accusare il colpo, di scoraggiarsi e innervosirsi. Invece non si è scomposta, ha continuato a giocare e ha premuto fino a trovare il pareggio e poi dilagare. Non è banale…
«No, assolutamente! Siamo stati bravi a mantenere la nostra linea e idea di gioco, a conservare il nostro equilibrio tattico e mentale, e a non innervosirci, anche quando, con il passare del tempo, le cose si facevano sempre più difficili. Alla fine abbiamo giocato sempre noi e solo noi. Loro si limitavano ad agire di rimessa avendo avanti solo un attaccante. Abbiamo subito e rischiato pochissimo».
Al posto di Catalli squalificato, ha giocato Carosone che è stato protagonista, ma che era stato utilizzato molto poco ultimamente. Questo ora complica le scelte?
«No, sicuramente no, perché ho un gruppo di giocatori disponibilissimi che saranno chiamati comunque a dare il loro contributo perché dovremo affrontare diversi tipi di partita, di avversario e situazione. Carosone non aveva giocato per una tendinite che lo avevo tenuto fermo per 10 giorni, Bordoni lo è stato per 15-18 giorni, ma si sono fatti trovare pronti. Sono contento per entrambi, ma tutti ci hanno dato la forza mentale tecnica e tattica che ci ha permesso di fare la differenza e vincere la partita».
La sensazione che tutti hanno avuto è che questa squadra, al di là dei valori singoli, sappia molto bene quello che deve fare in campo e che questo sia il frutto del lavoro svolto durante la settimana. Pensa sempre di continuare con il 4-3-3 o di cambiare modulo a seconda della partita o dell’avversario?
«Certo che sì! Anche domenica negli ultimi 20 minuti sono passato dal 4-3-3 al 4-2-4. Non sono un integralista e nella mia esperienza ho adottato vari moduli: ho vinto un campionato con il 3-5-2, ho fatto il 4-4-2 per una vita, ho anche fatto il 4-2-3-1 e negli ultimi anni sto sviluppando il 4-3-3. I sistemi però sono ei numeri: ciò che conta è come li sviluppi e qual è l’atteggiamento della squadra, Noi, ad esempio, quando siamo in fase offensiva andiamo avanti con i 3 attaccanti e altri 2 giocatori: un terzino e una mezzala o anche con i due terzini o con due mezzale».
Che cosa ha detto ai ragazzi alla fine del primo tempo?
«Di stare tranquilli e sereni, perché stavamo sviluppando il gioco. Gli ho detto di attaccare di più sugli esterni perché le dimensioni del campo ce lo consentono e di avere pazienza, perché avremmo trovato sicuramente l’imbucata. Ero sicuro che, fatto il primo gol, avremmo vinto la partita».
Che tipo di avversario incontrerete domenica prossima?
«Abbiamo già visionato alcuni video e lo stiamo studiando. Sarà una partita molto difficile, innanzitutto perché Anzivino è un allenatore di grandissima esperienza, poi perché il campo è piccolo e infine so che stanno completando l’organico con giocatori di categoria. Sarà perciò una partita tosta, difficile»
Quale giocatore teme di più?
«Del Peschio è un elemento pericoloso, perché è lesto a girarsi e a tirare da tutte le posizioni, ma quello che temo di più è l’allenatore, che sa organizzare bene la squadra e adattarsi all’avversario. Sicuramente cambierò qualcosa rispetto a domenica scorsa».
Domenica è stata una serata particolare, non solo per il pubblico, ma anche per la partita in notturna. Che cosa hanno detto i ragazzi?
«Non si aspettavano un pubblico così numeroso già alla prima partita e sono rimasti contenti soprattutto del fatto che sono stati incitati per tutta la partita, anche nei momenti di difficoltà e per questo sono andati ad esultare sotto la tribuna al primo gol. Qualcuno era emozionato e ha sentito la responsabilità di giocare una prima in notturna, di fronte a questo pubblico e a Chieti, ma dopo i primi 10 minuti, è tutto passato»
Commentiamo i risultati di domenica scorsa. La prima sorpresa è il pareggio dello Spoltore a Bucchianico per 2-2, invece la Val Di Sangro ha vinto in trasferta 3-0 e ha in organico giocatori del calibro di Soria, uno che ci sa fare…
«La mia opinione è che sarà un campionato tosto, con 4-5 pretendenti. La Val Di Sangro per me non è una sorpresa perché ha mantenuto l’organico dello scorso anno e si è irrobustita. Lo Spoltore mi dicono che non sta giocando bene, ma questa settimana ha tesserato altri due giocatori e si è rinforzato. Anche il Passo Cordone è una squadra forte, di categoria, fatta di giocatori che stanno insieme da 2-3 anni. L’unica sorpresa della giornata, conoscendo il suo organico, è stato invece il Sulmona Ofena che ha giocatori provenienti dalla Serie D e dall’Eccellenza».
Parlando ancora di carattere, ha paura che i tanti meritati complimenti possano far abbassare la concentrazione e far montare la testa a questi ragazzi? Oppure tutto questo entusiasmo le piace e pensa sia positivo?
«Entrambe le cose. L’entusiasmo fa bene ad una squadra nuova, fa alzare l’autostima e aiuta nel lavoro quotidiano. La domenica avremo però la prova del nove e vedremo se i ragazzi risponderanno come voglio. L’altro giorno, prima di riprendere gli allenamenti, ho parlato con loro e mi hanno garantito la massima concentrazione anche per domenica prossima. Questi ragazzi hanno la testa sulle spalle e ho detto loro che bisogna ripartire sempre da zero. Abbiamo fatto una bella figura, ma dobbiamo azzerare tutto e prepararci ad una nuova battaglia, se vogliamo vincere la guerra».