Il nuovo Chieti o l’altro Chieti è nato, si chiamo Chieti FC Torre Alex, sarà neroverde e ambisce ad essere il «punto di riferimento del calcio cittadino». Parola di Giulio Trevisan, uno dei protagonisti di questa avventura che TifoChieti.con ha intervistato.

 

Come è nata questa idea?

L’idea è nata da una chiacchierata con Filippo di Giovanni che mi è venuto a trovare due settimane fa. Abbiamo parlato del fatto che il calcio a Chieti sta vivendo una fase molto negativa e ci sono segnali poco incoraggianti. Ci siamo detti poi che c’è bisogno di un gruppo di persone per rilanciarlo, di un volto credibile. Mi sono reso disponibile, a patto che vi fossero altre persone altrettanto spendibili con le quali fare insieme questa strada per un progetto rifondativo, dunque rimettendo la palla al centro anche per evitare una serie di problematiche legate al passato. Io sono presidente della Federazione regionale degli Sport Equestri e da uomo di sport mi sono detto: proviamo a cercare una soluzione che sia utile per la Città. Ho iniziato così una serie di incontri con alcuni imprenditori e professionisti della Città, ho visto che il clima era molto favorevole, che c’era voglia di fare qualcosa di positivo e che sul mio nome non c’erano controindicazioni, allora ho accettato di espormi.

 

Chi l’aiuta in questo progetto?

In questo momento in prima linea ci sono io, Filippo Di Giovanni, Alessio Di Iorio, e l’interlocuzione di Filippo Falconio anche se quest’ultimo ha manifestato l’intenzione di uscire dalla compagine. Poi ci sono tante persone e non so chi deciderà alla fine di entrare in società o sarà sponsor, ma una su tutte è Walter Serpellini: vero appassionato, che tiene a cuore le sorti di questa Città e ha dato grande disponibilità. Ha mostrato un grande atteggiamento propositivo ed è la persona che mi è stata più vicina.

 

Da quale categoria si parte?

Partiremo dalla Promozione. Poi vediamo che cosa succede l’anno prossimo e cercheremo di trovare una soluzione per cercare di abbreviare i tempi. Il nostro obiettivo è riportare il Chieti nel calcio che conta. Nel calcio i proclami sono la parte più semplice, ma io sono una persona concreta: vogliamo costituire un progetto duraturo e che possa riportare Chieti nel calcio professionistico. Poi sarà il tempo ad essere galantuomo.

 

In quanti anni contate di raggiungere quest’obiettivo?

Io sono un uomo di sport e so bene che lo sport è fatto di obiettivi, ma questa non è una regola certa. Anzi, il bello dello sport è la competizione, che riserva gioie e dolori e nella quale giocano un ruolo molte variabili esterne tra cui anche la sorte. Non so dire quanto tempo ci vorrà, però ho chiesto a chi partecipa a questo progetto un impegno di lungo periodo, di almeno 4 anni per porci obiettivi realizzabili in tempi corretti. Penso inoltre che vi siano condizioni diverse rispetto al passato perché il calcio è e rimane uno sport estremamente competitivo, ma rispetto a qualche anno fa permette qualche chance in più.

 

Dove si giocherà?

L’obiettivo è di giocare all’Angelini. Con il sindaco ieri sera ho avuto una telefonata e mi ha detto che l’amministrazione comunale cercherà di creare tutte le condizioni affinché questo accada, però non è questo l’unico ostacolo. C’è anche un problema federale che stiamo cercando di risolvere legato alla provincia in cui gravita il Torre Alex, ma stiamo lavorando per avere il nulla osta federale nel pieno rispetto delle regole. L’obiettivo di una squadra e di una società che partono con obiettivi come i nostri non può non essere quello di giocare nel luogo sacro del calcio a Chieti.

 

Qual è il progetto di questa nuova società?

Una prima squadra forte, importante per l’immagine e dare considerazione al calcio della Città, ma anche un settore giovanile forte. Da qui è nata l’idea di acquisire una società di Cepagatti per preparare il rilancio. Il calcio moderno è un’impresa, fa parte a tutti gli effetti del segmento dello spettacolo e devi far convivere tutte le componenti. È chiaro che, se vuoi essere competitivo, occorre fare investimenti sulla squadra e trovare un team manager e un gruppo di calciatori che siano all’altezza, ma oggi per i regolamenti i giovani sono fondamentali. E questa cosa a me piace, perché così c’è molto più gusto ad ottenere risultati positivi valorizzando nuovi talenti. L’obiettivo è strutturare questo rapporto simbiotico fra il mondo giovanile, che sul nostro territorio ha nel passato espresso grandi giocatori, con un gruppo di giocatori più esperti.

 

La struttura tecnica sarà quella attuale o sarà potenziata?

Sicuramente ci sono alcune qualità all’interno del Torre Alex, dove ho trovato un ottimo ambiente, grandi disponibilità e molta motivazione, ma è anche indiscutibile che ci dovremo potenziare perché, se vuoi fare un campionato di vertice, devi comunque investire su alcune professionalità. Per fortuna abbiamo qualche settimana per affrontare il progetto tecnico e dobbiamo vagliarlo con molta attenzione perché commettere degli errori in questo momento non sarebbe salutare. Il progetto è partito da 15 giorni e non è pensabile che tutti i tasselli siano al loro posto: ci vogliono tempo e di pazienza, ma quello che fai oggi deve essere utile nella fasi successive. Io non sono un tipo che che smonta e rismonta, sia nello sport sia nel lavoro: le mie esperienze sono state sempre finalizzate alla costruzione passo dopo passo, con molta determinazione, ma senza rimaneggiare i progetti troppe volte. Per questo credo che la fase di valutazione sia importante.

 

Tra voi e l’attuale Chieti Calcio ci sono stati contatti oppure no?

No, almeno io personalmente non ne ho avuti. Secondo me, dovevamo creare presupposti completamente nuovi e non aveva senso condividere con loro questo progetto. Conosco la loro situazione per sentito dire e non mi pronuncio sullo stato delle cose: lasciamo che ognuno faccia la propria strada e vediamo alla fine chi riesce ad ottenere i risultati migliori. Credo però che un po’ di concorrenza non faccia male all’ambiente.

 

Perché dovrei seguire questo Chieti e non l’altro?

Questo non devi chiederlo a me, ma ai tifosi. Non sarei obiettivo. Ho visto molte preoccupazioni sui social network: due squadre, con chi andiamo ora? Sarà il campo a dirlo. Sicuramente noi metteremo l’impegno massimo affinché il nostro progetto riesca.

 

Volete diventare la prima squadra di Chieti?

Il progetto nasce con l’obiettivo di essere il punto di riferimento per il calcio sul territorio. Ci vorrà un po’ di tempo, ma questo abbiamo in mente.

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