Nelle foto: a sinistra Guido Ferraro, a destra Stefano Agresti

di Franco Zappacosta

Dibattito infinito. In serie A, quella che ha la maggiore visibilità, il più forte impatto mediatico e gli interessi (macro) economici più importanti, come nelle categorie sottostanti si discute se "ripartire o no" e cosa fare in caso di stop definitivo con la madre di tutte le grane: promozioni, retrocessioni e dintorni. Le consultazioni sono all'ordine del giorno. Ieri in video conferenza si sono sentiti quelli della Lega Dilettanti, altrettanto ha fatto la Lega di Ghirelli mentre oggi è prevista l'assemblea della Lega di A sempre in conference call. Restano fissate per il giorno 7 l'assemblea della serie C e per l'8 il Consiglio Federale che sembra uno snodo-chiave anche alla luce di quanto tornerà ad annunciare il ministro Spadafora. Insomma tutto il pianeta calcio è preso da un convulso movimento.
Ne abbiamo parlato con due esperti giornalisti: Stefano Agresti, già vice direttore del Corriere dello Sport e attualmente direttore di calciomercato.com oltre che attento e ascoltato opinionista televisivo, e con Guido Ferraro che per Tuttosport è lo specialista della serie D.

"Credo che la C non riparta e la stessa cosa penso della D - osserva Agresti - ormai si va chiaramente delineando questa prospettiva per la quale le pressioni sono generali. Da qui il discorso scivola sullo spinoso problema di promozioni e retrocessioni. C'è da chiarire subito che le scelte conseguenti dipendono tutte dal numero di squadre che molleranno. Purtroppo la devastante crisi economica causata dalla pandemia ha, avrà ripercussioni pesanti soprattutto a livello di serie C e D. L'orientamento di Ghirelli sembra essere quello di garantire le quattro promozioni che deve esprimere la serie C, bloccando le retrocessioni. Fatti i conti, quattro salgono e quattro scendono. Aggiungiamo le nove promosse dalla serie D, ci ritroveremo con un organico di 69 società il che consentirebbe di varare tre gironi da 23 squadre ciascuno. Lo consentiranno a Ghirelli?". Risposta (nostra): difficile visto che si parla tanto di cura dimagrante ma è anche vero che in tempi dominati dall'emergenza l'impossibile diventa fattibile.
"La serie D di Sibilia verrebbe accontentata - aggiunge Agresti - con le sue nove promozioni ma poi sarebbe da affrontare il tema delle retrocessioni. Anche qui sembra prevalere l'idea di bloccarle come in C, del resto il numero delle rinunce prevedibilmente alto consentirebbe questa operazione e ci sarebbe contestualmente pure lo spazio per quelle che giungono dal campionati di Eccellenza. Ho parlato con Melchiorre Zarelli presidente del Comitato Dilettanti del Lazio, l'idea pare quella di non far disputare in Eccellenza gli spareggi a livello nazionale ma su base regionale, semplificando le cose. Quindi in D salirebbero le prime più le vincitrici dei playoff. Ovviamente anche in questo ambito bisogna tener conto, ripeto, dei tanti club che getteranno la spugna. alcuni hanno già annunciato che non ripartiranno". Infatti il presidente Cosimo Sibilia (Corriere dello Sport di oggi) prevede che "il 30% delle nostre società è a rischio di sparizione".
E la serie A ripartirà? "La patata bollente è nelle mani del Governo che secondo me si pronuncerà in questo fine settimana o all'inizio della prossima. Se si riesce ad approvare un protocollo medico condiviso con il Comitato tecnico scientifico di Colao il via agli allenamenti potrebbe essere sancito. Ma le società sono disposte a ricominciare a pagare i propri tesserati solo perché si allenino senza la preventiva certezza che si tornerà in campo?". Già, bel ginepraio.

Guido Ferraro precisa il regolamento ora vigente. "In serie D salgono le 28 vincitrici dei rispettivi campionati di Eccellenza. Poi altre 7 attraverso gli spareggi nazionali (ma qui si vorrebbe introdurre la modifica della base regionale n.d a.) tra le seconde e infine c'è la vincitrice della Coppa Italia. In tutto 36 promozioni e altrettante retrocessioni dalla D. Una soluzione potrebbe essere quella di comporre gironi a 20 squadre. Due, il B e il C, lo sono già. Allargare l'organico in passato non era possibile perché la Lega Dilettanti voleva preservare una via di fuga per eventuali iscrizioni cosiddette extraformat, dopo fallimenti, tipo quelle di Foggia e Palermo dell'anno scorso o di Mantova e Parma nel passato. Vedremo molte bandiere bianche alzarsi in segno di resa. In Lombardia ad esempio, una delle regioni maggiormente colpite dalla pandemia, ci sono club che hanno già annunciato la propria rinuncia all'iscrizione. Quindi bloccare le retrocessioni dalla D e fare spazio a quelle provenienti dell'Eccellenza sembra un progetto realizzabile". Che forse lascerebbe il minore numero di scontenti.
Dunque andiamo verso giorni cruciali. In attesa di conoscere le decisioni dalle quali dipende il proprio destino c'è naturalmente il Chieti. Si spera di poter in un modo o nell'altro mantenere la categoria.

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