Una formazione del Chieti 1957-58 In piedi da sinistra Frati (capitano), Dolce, Melideo,  Pizzolitto, Mascherpa, Sartori, Trabucco Accosciati: Merlo, Bisi, Peruzzi, Olivieri

 

Il giorno di Santo Stefano se n’è andato un grande neroverde. E’ morto presso l’ospedale di Gorizia Radames Pizzolitto, mediano del Chieti dal 1956 al 1960. Era nato a San Michele al Tagliamento (Venezia) il 15 marzo 1936. La dolorosa notizia ci è stata data da Rocco Melideo, il più importante giocatore di origine teatina.

 

<Caro Franco questa mattina ci ha lasciato Pizzolitto, compagno di tante battaglie neroverdi e grigie oltre che un amico fraterno. Sono sconvolto. Tutto si è risolto in pochi giorni. Non ha sofferto> ha scritto Rocco.

Battaglie neroverdi e grigie. Sì, Radames e Rocco furono infatti colonne del Chieti nella seconda metà degli anni 50 e vissero, dopo quella lunga e bella esperienza, un altro comune sodalizio con la maglia dell’Alessandria disputando anche stagioni in serie B. La sintonia professionale creatasi dopo tanti campionati sotto la stessa bandiera divenne col passare del tempo un solidissimo legame di amicizia personale e familiare.

 

 

Nato sulla sponda veneta del Tagliamento, Radames (chiamato così dal padre Leone, appassionato dell’opera verdiana) aveva scelto di vivere nella parte friulana stabilendosi a Pordenone, stessa città scelta da Rocco, anzi dal dottor Melideo che qui ha avviato con successo l’attività di commercialista. Radames invece era diventato un affermato intermediario nel settore immobiliare.

L’amicizia era rimasta intatta ed anzi si era cementata nel corso degli anni. Si comprende dunque il dolore che può provare Melideo in questo momento.

 

 

Il Chieti acquistò Pizzolitto dal Parma nell’estate del 1956. Aveva già esordito con la squadra emiliana in serie B (il 15 gennaio ’56 Parma-Como 1-2) a 19 anni e 306 giorni. Debuttò in maglia neroverde il 23 settembre 1956: Annunziata Ceccano-Chieti 0-3. Mediano molto promettente, fu una delle operazioni più importanti perfezionate dalla società del presidente Marinelli che quell’anno allestì una squadra formidabile, fino all’ultimo in lizza per la promozione dalla quarta serie alla serie C.

Era un mediano di sicura intelligenza tattica, di solida struttura fisica, impeccabile sul piano professionale, ragion per cui collezionò un alto numero di presenze e al termine del quadriennio teatino tornò con l’Alessandria a giocare nella serie cadetta.

L’amore per lo sport, l’irreprensibile stile di vita e i mezzi fisici donatigli da madre natura permisero a Radames di mettersi in evidenza, anche in età avanzata, sui campi da tennis. Sono stati tanti i successi conquistati nelle categorie over. Al Circolo Tennis di Pordenone lo ricordano bravissimo con la racchetta e dotato di grande ironia.

Qualche anno fa Rocco, in uno dei suoi ritorni nella città natale, portò con sé Radames che così dopo tantissimo tempo rivide Chieti e profonda fu la sua emozione. A Chieti era rimasto legato, anche per effetto dell’amicizia con Rocco. I ricordi teatini entravano sempre nelle loro frequenti chiacchierate.

 

 

Addio Radames, sei stato un grande del calcio neroverde. Riposa in pace.

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