Il Chieti pareggia contro la capolista e si salva in un campionato nel quale la quota salvezza diretta è stata incredibilmente alta e vicina alla zona playoff. Il punto della tranquillità è arrivato grazie all’uomo simbolo di questo Chieti: Luca Fabrizi che, dopo una dozzina di minuti dal vantaggio di Marafini, al 73’ ha trovato un grande gol con un tiro forte e preciso da fuori area dando ai tifosi, anche oggi caldi e numerosi, e ai nostri colori la matematica permanenza nella categoria senza penose estensioni temporali. Con il gol odierno l’attaccante aquilano ha trovato la sua consacrazione mettendo a segno 16 reti che gli valgono il terzo posto nella classifica dei cannonieri e, molto probabilmente, quel salto di categoria che la Città vuole e merita per i propri colori, non solo per il suo passato. La giornata del Centenario contro la Vastese è l’emblema di quello che Chieti può dare alla sua squadra di calcio se solo gli si dà un motivo per credere in essa. Una salvezza della quale la piazza è comunque assai grata ai tutti i giocatori che non si sono mai risparmiati in campo, condotti da un Alessandro Lucarelli che vuole bene a questa piazza e non gli ha dato solo affetto, ma i nervi saldi e la parole giuste anche quando la squadra si trovava nei bassifondi della classifica e sono state compiute scelte sulla rosa che non sono apparse chiare, ma alla fine si sono rivelate giuste. Un Chieti che – unica squadra del Girone F – chiude il campionato con una differenza punti pari a zero e che, se avesse fatto in casa (21) almeno i punti conquistati in trasferta (28), sarebbe arrivato terzo. Ma è anche un Chieti che è stato capace di vincere partite molto difficili – come quella di andata con la Recanatese – e raddrizzarne altre in modo clamoroso, come quella della 30^ giornata contro il Tolentino: da 3-0 nei primi 13 minuti a 3-3 con una prova di grande carattere che ha permesso a questi ragazzi di darsi tutte le risposte che una squadra deve dare a se stessa quando il rasoio dei playout e la piattaforma dei playoff distano poco così. Ci sarà chi dirà che è inutile festeggiare una salvezza in Serie D e che Chieti merita di più. Ma noi crediamo che questa sarebbe un’inutile manifestazione di ingratitudine verso questi ragazzi, che non hanno mai mollato affidandosi anche ad un pizzico di follia, e verso la tifoseria, perché ad essi appartiene questa salvezza: a chi ha sempre seguito la squadra e a chi è andato in campo. Dunque è una salvezza vera, difficile e sudata, ma soprattutto nostra. Se solo si puntasse al futuro con ambizione e non al solo presente, potrebbe essere l’inizio di un nuovo ciclo per questa dirigenza, sempre che abbia voglia di continuare dando al Chieti e ai colori neroverdi le basi per un futuro di orgoglio, risultati e di forte legame con la Città.

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