Giacomo Calderaro è l’ultimo arrivo in casa Chieti. Dopo la firma avvenuta giovedì scorso, ha debuttato l’altro ieri contro l’Amiternina partendo dalla panchina e giocando i 10 minuti finali al posto di Catalli. Lo abbiamo incontrato all’uscita dal campo aquilano dopo la sonora vittoria per 0-3 dei neroverdi.

Il mister ti voleva fortemente sin dall’estate. Come mai questo “ritardo”?

«Sì, il mister mi aveva chiamato prima dell’inizio del ritiro, ma avevo un offerta dalla serie D con l’Avezzano e, d’accordo con il mio procuratore, ho deciso di provare questa avventura. Purtroppo, per problemi di modulo, sono stato accantonato. Ma già dall’estate avevo considerato l’idea di venire qui».

Ci spieghi un po’ quali sono le tue caratteristiche fondamentali?

«Mi piace giocare esterno destro alto e mi piace attaccare la profondità. Posso venire anche dentro e fare il trequartista. Dipende da quello che mi chiede il mister».

Come giudichi il tuo stato di forma?

«Attualmente non sono ancora al 100% però sto lavorando per recuperare al meglio e mi sono già adattato con i miei nuovi compagni di squadra».

Ne conoscevi già qualcuno?

«Conoscevo solo Alessandro Leone con il quale ho fatto le giovanili a Teramo».

Con quali motivazioni e per quali ragioni sei venuto a Chieti piuttosto che andare in altre squadre?

«Soprattutto perché è una piazza bella e calda, c’è una bellissima società e il nostro obiettivo è vincere il campionato».

Oggi sei sceso in campo dopo essere partito dalla panchina e aver visto la partita domenica dalla tribuna. Che squadra hai visto?

«Penso che siamo abbastanza bravi in tutti i reparti. Però non siamo ancora al 100%: possiamo fare molto di più. Speriamo già da domenica prossima».

Con Calderaro il Chieti che cosa può fare?

«Possiamo fare bene e posso dare una mano al mister e ai miei nuovi compagni di squadra».

Oggi ti sono piaciuti i tifosi che sono venuti a sostenervi?

«Sì. Mi avevano parlato benissimo di questa piazza e dei suoi tifosi ed è uno dei motivi per i quali sono venuto a Chieti. Sono contento!»

Allora benvenuto a Chieti e in bocca al lupo…

«Grazie e crepi!»

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