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Un ex, ma è come se non lo fosse. Un po’ perché con il Chieti ha giocato solo qualche sprazzo di partita, un po’ perché è tornato proprio nella squadra dalla quale era venuto ed un po’ perché domani non sarà in campo per un infortunio. Vito Marinelli seguirà infatti Cupello-Chieti dalla tribuna.

Con quali sentimenti vedrai quella partita e quelle maglie?

«Sperando che la mia squadra vinca perché abbiamo bisogno di punti. Vedrò il Chieti con affetto e con rimpianto perché lo scorso anno ho avuto quel brutto infortunio all’inizio della stagione che non ci voleva e mi fa avere molti rimpianti perché avevo ci puntato molto»

Che cosa pensi del Chieti visto fino ad adesso e del nuovo allenatore?

«Il Chieti è una super squadra per il campionato di Eccellenza e sono sicuro che potrà ancora vincerlo anche se ha fatto qualche passo falso. Sicuramente c’era qualcosa che non andava prima e con i giocatori che hanno, non posso aspettarmi che perda 3 partite su 7 giornate. Ho visto che, con l’arrivo del nuovo allenatore, anche se l’ha presa da pochissimi giorni, ha vinto con molta facilità contro l’Amiternina. Purtroppo per la mia squadra, sarà molto difficile affrontare questo Chieti».

Quale dei giocatori del Chieti conosci e quali apprezzi di più?

«Daniele Ricci, uno dei pochi superstiti dello scorso anno. Un grandissimo giocatore oltre che un bravissimo ragazzo. Poi conosco praticamente tutti, sia per averli avuti

come compagni sia per averli affrontati come avversari. A me piace molto Micciché che ritengo uno dei giocatori più forti e completi dell’Eccellenza, sicuramente il più temibile».

Hai visto le immagini della partita contro l’Amiternina?

«No, ma con i tre piccoletti che hanno davanti mi immagino da parte loro un gioco veloce con inserimenti rapidi e palle in profondità. Un bella spina nel fianco per la difesa della mia squadra e anche per le altre».

Il Cupello di quest’anno a che cosa punta e quali sono le tue aspirazioni personali?

«Eravamo partiti molto bene: in Coppa Italia abbiamo fatto una vittoria e un pareggio con il Sambuceto che sta facendo l’ammazza-campionato, per ora. Abbiamo vinto poi la prima partita in campionato e abbiamo pareggiato con la Torrese, che è una delle favorite. Poi abbiamo avuto un periodo no, anche a causa degli infortuni. Io manco da un mese e anche i portieri e il difensore centrale si sono fatti male, ma ci risolleveremmo perché la squadra è forte e sono sicuro che possiamo ambire a qualcosa. Ora dobbiamo fare più punti possibile per uscire dai bassifondi della classifica e poi vedere a che cosa possiamo puntare. Personalmente, spero di rimettermi anche perché all’inizio della stagione mi sentivo molto bene, purtroppo ho avuto un infortunio che non c’entra niente con quello dello scorso anno. Non ci voleva, ma ora penso a ristabilirmi».

Oltre al Sambuceto e al Chieti, quale altra squadra vedi candidata per la vittoria del campionato?

«Secondo me il Chieti può arrivare fino in fondo e per il Sambuceto mantenere questo ritmo non sarà facile. La Torrese è una buonissima squadra, ma non ha ancora continuità. Vedo queste tre, ma sicuramente il Chieti è un gradino superiore alle altre».

Dopo il Chieti sei tornato alla tua ex squadra. Che cosa rimpiangi dell’esperienza dello scorso anno e perché sei tornato da dove eri venuto?

«Il mio grande rimpianto è essermi fatto male e non essere riuscito a giocare quasi mai. Sono sicuro che avrei potuto fare molto bene in una piazza come Chieti perché rispecchia molto il mio modo di vivere il calcio. Purtroppo non sono riuscito a dimostrare il mio valore. L’altro mio ripianto è non essere riuscito a dare al Chieti quello che avrei voluto dare. Cupello invece è la mia seconda casa dopo San Salvo. C’è un ambiente fantastico, una società seria ed organizzata, dove le cose si fanno in modo semplice, ma senza mai farti mancare nulla. Sono contento di essere tornato tra persone che mi vogliono bene».

Vito, grazie per il tuo tempo e per quello che hai dato ai nostri colori, anche se è stato poco…

«Non devi assolutamente ringraziarmi, perché non ho fatto nulla».