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(di Franco Zappacosta)

 

Se n’è andato un altro grande protagonista del Chieti 1963-64. Nella notte di mercoledì è mancato Lino Ghirardello, il formidabile stopper della squadra allenata da Tom Rosati che fallì d’un niente la promozione in serie B. Il ricordo di Lino e di tutti gli altri artefici di una storica stagione neroverde rimane indelebile nel cuore dei tifosi teatini.

Dopo Enrico Alberti, scomparso nel marzo scorso, e gli altri ai quali nel tempo abbiamo detto addio (Otello Milan, Alfio Riti, Giannino Trapella, Aldo Fontana, lo stesso Tom e Ildo Apolloni), ecco questa nuova dolorosa notizia. Lino aveva compiuto in estate 77 anni.

Era nato a Breganze (Vicenza) il 25 luglio 1940. Nel Chieti collezionò 34 presenze, mettendo a segno 3 reti , una - indimenticabile - nel derby contro il Pescara in una Civitella stracolma di gente e di passione. Formatosi nel vivaio del Vicenza, era stato ceduto in prestito al Pisa e poi nel’62 trasferito al Chieti mentre alla Compagnia Atleti di Roma svolgeva il servizio militare. In quel campionato una soffertissima salvezza raggiunta grazie alla preparazione del tecnico Francesco Petagna. L’anno dopo, torneo ‘63-64, scontata conferma perché Guido Di Cosmo e Tom Rosati non vollero assolutamente fare a meno di Lino che, nel loro progetto, doveva essere il perno della difesa. E Ghirardello non deluse: sempre in campo (come Milan, Riti e Orazi) e tre reti distribuite in queste partite: 20 ottobre 1963 Chieti-Pescara 1-1; 9 febbraio 1964 Chieti-Marsala 5-1; 1° marzo 1964 Chieti-Lecce 4-2. Marcatore centrale di solida struttura fisica, bravo tecnicamente, agile, veloce. Soprattutto una pagina di quella stagione, però, restò impressa nella mente di Lino. Non le partite con i suoi gol, un’altra: il 12 gennaio 1964 il Chieti sconfisse il Trani 1-0 nel big match dell’ultima giornata del girone di andata e balzò in testa alla classifica appaiando proprio il Trani e la Samb (sconfitta nella stessa domenica a Salerno). La ricordava, Lino, per l’importanza del successo e per un motivo personale: <La sera  partii per Breganze perché il giorno dopo mi sposavo con una ragazza del mio paese>. Portò all’altare Marisa che gli ha dato tre splendidi figli: Gianluca, Marco e Valentina.

Dopo l’esperienza chietina, il passaggio all’Avellino insieme con Alfio Riti, e quindi la strana decisione di lasciare il calcio. <Ad Avellino vidi un ex calciatore quasi mendicare un aiuto nell’ufficio del presidente. Capii che il calcio non mi avrebbe garantito il futuro, avevo famiglia, decisi di entrare nello stabilimento Laverda di Breganze>. Incredibile.

E’ stata la figlia Valentina ad informarci del decesso sottolineando un particolare che non può non farci piacere (e commuovere): <Il suo libro “Tom e un miracolo neroverde” lo ha accompagnato nei suoi ultimi anni e gli ha fatto rivivere ricordi bellissimi>. I funerali oggi giovedì alle 10 nel Duomo di Breganze.

Riposi in pace.