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Categoria: racconti teatini
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Agli inizi del 1940 non c’era ancora la guerra dichiarata ma in Europa tutto lasciava presagire quest’eventualità dopo l’invasione della Polonia da parte della Germania ad agosto del 1939. 
Nelle due caserme vicino la mia abitazione di Via Valignani (Vittorio Emanuele-ora Spinucci- e Berardi) la vita era abbastanza movimentata e si percepiva tutto ciò che accadeva all’interno, specie della caserma Vittorio Emanuele. Per il cittadino, la vita scorreva abbastanza normale e gli sportivi pensavano alla squadra di calcio che stava approntando il campionato Regionale 1939-40 di 1^Divisione con squadre abruzzesi con inizio a fine dicembre. In quell’anno si ricostituì la S.S.Chieti dopo l’interessamento d’alcune personalità e con l’aiuto anche finanziario di cittadini ed Enti.
Il campo sportivo era sempre quello della Civitella, con un fondo non erboso(solo in qualche tratto) abbastanza spelacchiato e quando pioveva era quasi impraticabile oppure quando era asciutto un gran polverone si alzava appena un giocatore si muoveva. Gli spogliatoi erano adiacenti al cancello d’entrata principale che allora era a fianco dell’ingresso del collegio delle suore Campostrine. La tribuna era sempre quella che è stata e in seguito gli spogliatoi furono trasferiti in una costruzione posta appena dietro la rete lato Seminario e divennero il regno incontrastato di un personaggio del calcio teatino e in altre parole il mitico”Garibaldi”, magazziniere ma anche amico, che molti conoscevano.
Prima dell’inizio del torneo, la compagine neroverde giocò amichevoli con alcuni risultati clamorosi quali per esempio la vittoria sul Francavilla per 8-1 ma anche con una sconfitta a Popoli per 4-2. Noi ragazzini si cominciava a conoscere qualche atleta quali Guido Di Luzio, D’Incecco, Di Clemente, Dell’Elce, il portiere Novelli e tanti altri ancora e si cercava di emularli giocando qualche partitella di calcio appena dopo suonata la campanella della nostra scuola.
Sfruttando il largo della vicina villetta, di fronte alla caserma Vittorio Emanuele si piazzava le nostre voluminose cartelle come porte e via a correre appresso ad una palla che qualcuno aveva con sé. Le giocate erano brevissime perché bisognava ritornare di corsa a casa per poi prendere i rimproveri della mamma per le scarpe che erano ridotte abbastanza male, ed anche per i vestiti impolverati e sgualciti. Siamo in pieno inverno e i venti di guerra si avvicinano anche per noi. Dopo l’invasione della Polonia scoppiò la guerra russo-finlandese, i tedeschi cominciarono ad invadere i Paesi Bassi e il Belgio ed io ragazzino seguivo quelle vicende sulla “Domenica del Corriere” ammirando le tavole illustrate da Achille Beltrame che descrivevano verosimilmente le vicende finlandesi. 
Questo settimanale e i documentari dell’Istituto Luce chiamati da noi”Film luce” che si proiettavano prima d’ogni film, erano le fonti d’informazioni di allora anche se di regime. 
Poi da questa fonte d’informazione cominciai a conoscere diversi campioni del calcio nella pagina sportiva, c’erano anche argomenti vari che tutti leggevano quali “la realtà romanzesca” o le curiosità chiamate americanate ed ancora rubriche mediche, di cultura, di scienze e d’attualità. Erano inseriti sempre argomenti di tipo militare, di preparazione ad un’eventuale entrata in guerra e si parlava delle linee difensive francese(Maginot) e tedesca(Sigfrido). Eravamo in guerra ma noi non lo sapevamo, ma questo settimanale affermava che la guerra era stata prevista 1230 anni fa da una <<visione>> di Santa Odile attribuita alla vergine di Hohenburg, fondatrice di un monastero. 
Questi avvenimenti previsti nelle visioni erano riferiti ad un’epoca ben delineata ma con precisi riferimenti alla Germania! Alcuni sintomi già si cominciavano ad avvertire intorno a noi in tutti i campi.

Nel calcio alcuni giocatori furono richiamati per il servizio militare, anche con queste assenze il Chieti vinse a Giulianova per 2-1 ma perse il derby con il Lanciano(Andata). 
In ogni modo ai ragazzini della mia età piaceva pensare alle squadre come Ambrosiana Internazionale, Bologna, Juventus con i vari campioni di allora. 
In quel campionato 1939-40, ritroviamo il portiere Blason della Lazio che allenò i neroverdi in Serie C/C nel 1964-65 ed il portiere Sain del Novara (già nell’Ambrosiana-Internazionale del 1938-39) che era il portiere dell’Aquila in Serie B nel 1935 in occasione dell’amichevole Chieti-L’Aquila 2-7 del 1935. 
La S.S.Chieti (presidente Boselli) partecipò al Campionato Regionale di 1^Divisione con inizio dicembre 1939. Nel torneo si piazzò 1° il PESCARA B, 2°Lanciano e 3° il CHIETI. Alla fine di maggio nella partita con il Lanciano(ritorno), il CHIETI vinse per 8-1.
In Serie A l’Ambrosiana Internazionale con p. 44 sul Bologna p. 41 divenne campione d’Italia, La Juventus si piazzò al terzo posto. L’Ambrosiana giocò con questa formazione:Perucchetti, Buonocuore, Setti, Locatelli, Olmi, Campatelli, Frossi, De Maria, Guarnieri U., Candiani II, (All. Cargnelli) gli altri giocatori:Ballerino, Barsanti, Battaia, Caimo, Caracciolo, Ferrari, Ferrarsi II, Meneghello, Poli, Pozzo, Rebuzzi,Rovelli.
In Serie B Atalanta e Livorno furono promosse ed in Serie C girone G parteciparono le squadre abruzzesi Aquila, Pescara (All. Armando Bonino), Dinasimaz Popoli(poi retrocessa) e Giulianova(pure retrocesso).

10 Giugno. 
<<Si era sparsa la voce che nella giornata qualcosa doveva succedere. Una folla si era accalcata nel terrazzo antistante il Dopolavoro(costruzione dell’era fascista in Piazza della Trinità) per ascoltare il discorso del Duce, trasmesso via radio e con gli altoparlanti.

C’era nell’aria un’atmosfera diversa e preoccupante. Già da qualche giorno si accenna all’oscuramento, all’allarme aereo, di sirene oppure di suono delle campane. Si parlava di capo fabbricato, di maschere antigas (l’avevamo provate a scuola), di torce tascabili oscurate. Anticamera della guerra. Forse si.
Io stavo in casa, incollato alla nostra radio una bellissima CGE. Si era nell'attesa del Duce. Ormai tutti lo sanno: erano circa le 18 e l’Italia entrò in guerra. Dalla voce del Duce la dichiarazione di guerra seguita dalle grida festose della folla. Via radio si sentiva nitida la percezione di ciò che stava accadendo a Piazza Venezia. Mi resi conto della gravità e dell'importanza dell’annunzio e, dopo una riflessione, spensi la radio e scesi di corsa le scale di casa. Nel piazzale antistante il nostro portone di casa in Via Valignani, una piccola folla commentava già l'avvenimento. La gente era anche un po’ entusiasta ma qualcuno prudente e scettico e ci s'interrogava a cosa poteva portare questo nuovo stato di cose! 
Poi m'incamminai verso il centro della città ed appena giunto al Largo Carisio o, com’era denominata allora, piano S. Angelo. Vidi un corteo di persone con bandiere e stendardi che scendeva dalla Via dello Zingaro, inneggiando, per poi risalire per Via Arniense. 
Per la cronaca a largo Carisio c’era il capolinea della linea tranviaria che portava a Chieti-scalo che era stata spostata da Piazza S.Giustino o Piazza Grande.

Dopo la dichiarazione di guerra, i primi provvedimenti presi furono l’oscuramento e il razionamento. Le lampade stradali devono essere azzurrate come le pile tascabili, i fanali delle auto, in verità molto poche, devono essere verniciati di blu o azzurro con una piccola striscia verticale di due cm di larghezza da dove usciva un piccolo fascio di luce. Velocità massima fuori città di 40 Km e in città di 20 Km!
L’altra fermata importante era alla rimessa dei tram situata davanti casa mia. Poi dopo che la linea ferrata fu divelta dai tedeschi, fu adibita a rimessa degli autobus. Dicevano che le ostilità sarebbero durate poco! Nessuno prevedeva quello che ci aspettava in seguito>>.
I ciclisti devono circolare in fila indiana e non appaiati (ma adesso è lo stesso!).Le imposte dovevano restare chiuse e pattuglie d’agenti erano addette a far osservare le norme oppure da un capo-fabbricato all’uopo nominato. In tutti i casi si parlava ancora di calcio per la vittoria dell’Ambrosiana-Internazionale in Serie A e della novità introdotta nel campionato e in pratica della comparsa della numerazione sulle maglie. 



Le vicende in Serie C d’alcune squadre abruzzesi come L’Aquila, Teramo, Pescara, Dinasimaz Popoli e Giulianova sono seguite e ci si augurava di trovare la squadra neroverde in quella categoria essere capoluogo di Provincia. Il campionato per il CHIETI era terminato, ma già si pensava al prossimo e a dare credito ai desideri di molti si sussurrava l’ammissione della squadra in Serie C per meriti speciali, infatti, nel 1940-41 la squadra giocò in Serie C che era formato da compagini provenienti dalla Serie C tranne il Chieti, Imolese, Lanciano provenienti dalle Regionali e il Molinella retrocesso dalla serie B. Promosso il Pescara(p. 42) dopo spareggio con Ravenna, mentre il Chieti si piazzava al6°posto 28 punti. Il Gubbio si ritirerà ad aprile 1941 per crisi finanziaria, retrocesso il Baracca Lugo con 2 punti.

Il Pescara poi vinse la finale per la serie B con una squadra che poi diventò la “Strapaesana”: Fabiani(P), Paludi, Mincarelli, Ventura, De Angelis, Brandimarte, Piccinini, Maturo, Tontodonati, R.. Di Santo, Guarnieri. All. Mario Pizziolo. La formazione del Chieti: Necchi(Novelli), Veronesi, Dell’Elce(Tiriticco), D’Incecco, Bullini, Aiello, Rota, Mascaretti, Pallotta(Amedeo), Di Luzio G.,(Di Santo) Sbaraglia. A disposizione: Angelini, Di Clemente T., Croce, Falzone, Fiocca, Mancinelli S., Melilla, Zafferri.All. Tognotti. In Serie A il Bologna diviene campione d’Italia con punti 39, poi Ambrosiana-Internazionale con punti 35 e poi ancora Milano e Fiorentina con punti 34, retrocedono Novara e Bari, Il Bologna gioca con questa formazione: Ferrari P.(Vanz), Fagotto, Ricci, Maini, Andreolo, Marchese, Biavati, Sansone, Puricelli, Andreoli, Reguzzoni. All. Felsner. Gli altri giocatori:Benetti, Boniforti, Casadio, Corsi, Ferrari G., Ferrari P. , Fiorini, Montesano, Sdraulig. In Serie B promosse Liguria e Modena retrocedono Verona, Anconitana, Macerata e Pro Vercelli poi Palermo esclusa per irregolarità.In quegli anni ritroviamo Vittorio Dagianti (Roma-10-5-1919) in forza alla Lazio, Roma, Salernitana e Napoli, poi allenatore-giocatore del CHIETI, 1951-52, Serie C/ C. Il 23 marzo 1941, Torino-Lazio 1-1. Lazio: Gradella, Ferrarese, Monza, Gualtieri, Romagnoli, Ferri, Zironi, Dagianti, Piola, Flamini, Vettraino. 

In quegli anni i cinema Corso Cinema, Eden e Dopolavoro erano le nostre mete domenicali e le file per entrare erano all’ordine del giorno e noi ragazzi rischiavano di essere schiacciati nella calca che si formava. La calca per assistere alla proiezione di un film importante era di prammatica al Corso Cinema. 

L’ingresso era abbastanza ampio con un botteghino alla destra appena entrati. Dopo una faticosa ed estenuante calca, appena avuto i biglietti si entrava nella seconda sala di aspetto minte anche di sedie per sedersi e si aspettava che finisse la proiezione del film e poi entrare nella sala da due ingressi, rigorosamente chiusi, e nella sala superiore attraversa una scalinata. Quando lo spettacolo finiva, il pubblico sfollava da altra uscita sia quelli del parterre che quelli del piano superiore.

Per il cinema Eden il discorso è leggermente diverso. Il locale era diverso perché dopo aver fatto il biglietto all’ingresso si accedeva ad un corridoio alla cui destra c’era una sala biliardo sempre affumicata ed alla sinistra un caffè ampio e subito dopo c’erano delle entrate che conducevano ai balconi o palchetti che davano sulla sala proiezioni. In fondo al corridorio c’era una scalinata che conduceva in basso alla sala proiezioni o parterre abbastanza lungo e stretto. I sedili erano sei o sette a sinistra e altrettanto a destra, con mezzo un corridoio.
Il problema, sempre quando c’erano film importanti, era quello di prendere i migliori posti e tutti si accalcavano lungo la scalinata nell’attesa della fine del film e solo allora gli addetti aprivano la porta d’accesso. Naturalmente dopo che il pubblico era sfollato dalle uscite che davano su una strada interna stretta.
Naturalmente nell’attesa del film qualcuno entrava ai palchetti, ma era impossibile vedere perché era già affollato e le disponibilità di visibilità erano veramente critiche e si aspettava solo di entrare nel parterre o sala al pianterreno.
Per il Dopolavoro invece il problema esisteva in minima parte perché l’ingresso con biglietteria era ampia. Non so perché ma la calca si sfoltiva subito e la sala d’aspetto così grande che si poteva aspettare l’ingresso senza farsi schiacciare. Poi la sala proiezione era molto grande e tutti trovavano posto a sedere e se qualcuno rimaneva in piedi, ci si poteva stare avendo spazio anche per la visibilità.
I film proiettati erano quasi tutti italiani e dopo arrivarono film tedeschi ma per me importavano anche i film d’avventure e per ragazzi. Mi divertivano quelli con Macario e anche di Totò che apparve sugli schermi in uno dei primi film: San Giovanni decollato. 
Cominciammo a conoscere i divi dell’epoca e anche da ragazzi avevamo ammirazione per loro. Il film “una romantica avventura” con Assia Noris, Gino Cervi e Leonardo Cortese mi è rimasto impresso per tanti anni per la sua trama e per la sua musica melodica, proiettarono ”Giarabub” con Fosco Giochetti che affrontava i primi avvenimenti di guerra. Nell’anno 1940 arrivò in Italia il film “Ombre rosse” con John Wayne e da allora sono diventato, ed ancora oggi, un appassionato dei “Western”. Non dimentico gli attori come Amedeo Nazzari, Vittorio De Sica, Rossano Brazzi, Massimo Serato e tutti quelli che sono menzionati nelle locandine. Alida Valli detta “la fidanzatina d’Italia” che entusiasmò con altri film tra cui “piccolo mondo antico” di Mario Soldati e con un motivo “ma l’amore no-l’amore mio non può” di un suo film, cantato anche da noi ragazzi, diventò più famoso perché canticchiato da tutti i soldati nei vari fronti.
Apparve qualche film francese con Jean Gabin o con Viviane Romance (“Carmen”) ma mi pare che avessero proiettato anche un film con Ingrid Bergman (Forse si chiamava “Sola una notte”?). Intanto le compagnie Osiris con “sogniamo insieme” e Totò con “Orlando curioso” di Galdieri si facevano notare specie nel Nord e nei teatri principali.