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Categoria: Le interviste
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Inamovibile dalla lista dei titolari, ma movibilissimo sullo scacchiere tattico. Elvis Felli si è guadagnato la riconferma grazie anche alla sua duttilità che lo rende prezioso sia nel suo naturale ruolo di terzino sia come jolly di centrocampo. Partito in sordina quest’anno, ha saputo riprendersi il suo posto a suon di prestazioni presidiando la sua fascia di competenza con grinta e concentrazione. Lo abbiamo incontrato all’uscita degli spogliatoi del “Guido Angelini” dopo il 3-0 contro il Penne.

Elvis Felli, in un certo senso l’uomo partita sei stato tu: sul 2-0 hai salvato sulla linea un gol che poteva riaprire l’incontro e subito dopo è arrivato il 3-0 che ha messo in ghiaccio il risultato. Come hai visto la squadra?

«Penso che abbiamo fatto una buona partita. Sapevamo che il Penne è una squadra molto organizzata in ogni reparto e aveva fatto buone prestazioni nelle partite precedenti. Noi però abbiamo fatto girare bene la palla. L’Angelini ha un campo molto grande e, se riusciamo a sfruttare questo fattore facendo correre i nostri avversari, credo che possiamo mettere in difficoltà qualsiasi squadra venga a Chieti».

Anche il mister oggi ci ha visto bene: ha messo Cioffi al momento giusto e lui vi ha ricompensato ampiamente…

«Certo! Ma noi tutti sappiamo che non c’è differenza tra chi sta in campo e chi sta in panchina perché questa è una squadra attrezzata nel migliore dei modi: chi gioca dà il massimo e anche chi non gioca, quando entra, è pronto a dare il meglio perché vuole far parte della partita e dare il proprio contributo. Per Mauro è successo proprio così: è entrato e ha segnato».

Al di là del gioco che viene espresso in campo dal punto di vista tecnico e tattico, credi che sia cambiato qualcosa mentalmente nella squadra?

«Mah, io credo di no. Mentalmente siamo cresciuti, questo sì, ma non parlerei di cambiamento vero e proprio. All’inizio non dico che eravamo disuniti, però sicuramente non riuscivamo a trovare i giusti tempi di gioco e facevamo girare di meno la palla. Adesso ci stiamo amalgamando e stiamo continuando a lavorare bene in settimana con il mister. E i risultati si vedono, ma noi non dobbiamo fermarci per fare sempre meglio».

All’inizio dell’anno, il mister ti ha utilizzato poco, forse per provare nuovi assetti tattici o forse per far crescere i nuovi arrivati sul campo. Alla fine però ti sei ripreso il tuo posto e il Chieti ha cominciato a girare, grazie alle tue capacità e alla tua esperienza. Ti senti nel tuo ruolo o ti piacerebbe giocare più avanti come ti è capitato altre volte?

«In teoria ho sempre fatto il terzino destro o sinistro, anche se lo scorso anno mi è stato chiesto di fare altri ruoli e io ho sempre cercato di adattarmi facendo del mio meglio per la squadra. Io comunque mi sto trovando bene come terzino e, anche da questa posizione, posso dare il mio apporto in avanti come è successo a Scoppito, quando ho dato a Selvallegra la palla dell’1-0».

Tu sei uno dei senatori di questo nuovo Chieti perché sei arrivato già dall’anno scorso. In che cosa il Chieti di quest’anno differisce da quello dell’anno scorso?

«C’è una differenza enorme: quest’anno abbiamo l’apporto dei tifosi che con il loro sostegno continuo sono il dodicesimo uomo in campo: è bellissimo giocare con loro che cantano dal primo al 95° minuto! A livello societario e di staff tecnico non è cambiato nulla. L’anno scorso avevamo un buon spogliatoio che ci siamo portati dietro con la riconferma di un gruppo di ragazzi del quale faccio parte anche io. Abbiamo cercato di ricreare l’ambiente giusto anche quest’anno, grazie anche ai tifosi che ci danno il loro grande contributo».

Che cosa puoi dire ai tifosi alla vigilia della prossima trasferta, anche se si va molto vicino?

«Io credo che loro seguono il loro cuore e di certo non sono io a dover dire loro che cosa devono fare perché sono sicuro che loro verranno come hanno fatto a San Salvo e Scoppito e come sicuramente faranno a Miglianico. Il Chieti è la loro fede e il loro cuore: verranno e saranno in tanti».