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di Franco Zappacosta

A Chieti verrei volentieri, la piazza è importante e mi piacerebbe prendermi una rivincita personale dopo una stagione finita male sulla panchina neroverde non certo per mie responsabilità. Ho parlato con i nuovi dirigenti. Masciangelo lo conoscevo già, il presidente mi è parso un giovane manager serio e competente, anche il patron (Trevisan n.d.r.) mi ha fatto un’ottima impressione. Aspetto la loro decisione, credo che ormai sia questione di qualche giorno”: parole di Giuseppe Di Meo uno dei due candidati ad assumere la guida del Chieti. Di Meo, pugliese di Trani, 50 anni compiuti il 13 marzo, è già stato a Chieti nel campionato 2013-2014, conclusosi con la retrocessione dalla C2. Sarebbe quindi un ritorno, idea che non tutti i tifosi condividono chiedendo discontinuità con il passato. Dalla sua, comunque, Di Meo ha una maggiore conoscenza del consueto girone dove dovrebbe essere inserito il Chieti (Marche-Abruzzo-Molise), ma questo è ancora tutto da vedere.


Pino Di Meo

L’altro candidato è Alessandro Grandoni, umbro di Terni, 42 anni il prossimo 22 luglio, un buon passato di calciatore (difensore di Ternana e Lazio), lo scorso anno ha allenato il Savona in serie D. “Decideremo tra domani, sabato, e lunedì” ha spiegato il presidente Antonio Mergiotti.


Alessandro Grandoni

I due sono stati ascoltati (in una sorta di audizione individuale) oggi pomeriggio negli uffici della Comec, l’azienda di cui è titolare Giulio Trevisan. Ecco il dettaglio che svela buona parte della composizione azionaria della nuova società (a responsabilità limitata) costituita dalla cordata rappresentata da Mergiotti dopo averla rilevata da Filippo Di Giovanni.

Trevisan lo ha confermato: “Sì sono tornato a dare una mano – ha dichiarato – ma preciso subito che Mergiotti è un presidente con pieni poteri, autonomo, ha tutte le qualità e la preparazione per svolgere al meglio l’incarico. Sono contento del fatto che il Chieti sia oggi affidato a un manager di grandi capacità. Intanto la sede della società è stata riportata all’interno della Comec, in via Enrico Mattei 20, avendola Di Giovanni trasferita altrove durante l’ultima stagione. Quella nuova la considero una collocazione migliore almeno dal punto di vista funzionale”.

Trevisan, il direttore generale Masciangelo e il presidente Mergiotti hanno avuto i colloqui con Di Meo e Grandoni. Trevisan non vuole sentir parlare di casting. “Non è vero che un’azienda e un club di calcio debbano seguire metodologie diverse quando bisogna decidere su un rapporto di lavoro da avviare. Abbiamo voluto valutare due professionisti che hanno una certa idea di calcio e bisogna ora decidere qual è quella che meglio si adatta al nostro progetto tecnico”.

Di Meo però non riscuote il pieno consenso della piazza, sono tanti i tifosi che chiedono discontinuità con il passato. “E’ un discorso che non condivido. Noi ci siamo semplicemente confrontati con un tecnico che già conosciamo e con un altro che per il Chieti rappresenta invece una novità. Occorre stabilire il profilo giusto”.

Perché avete escluso l’allenatore che ha vinto l’ultimo campionato, cioè Alessandro Lucarelli?

Lucarelli non è stato escluso, è un professionista che riscuote la mia massima stima. Tant’è che dopo Aielli volevo ingaggiare proprio lui, poi mi sono lasciato convincere dirottando la scelta su Marino. Basta questo per dire quale considerazione io abbia nei suoi confronti. Però in questo momento storico per il Chieti, quando tutto è stato rinnovato, abbiamo un programma tecnico che non si lega alla sua visione di calcio”.

L’altro nome insistentemente circolato in questi giorni dedicati (anche) al tema del “totoallenatore” è stato quello di Francesco Tomei, il secondo di Eusebio Di Francesco, che ha deciso di mettersi in proprio, “affrancandosi” dal nuovo tecnico della Samp. “Solo voci sul mio conto, nient’altro” il suo commento. Ma accompagnato da un sorrisetto un po’ enigmatico…


Francesco Tomei