Diciamolo forte e chiaro, a scanso di equivoci, senza il rischio di essere fraintesi. Ieri sera finalmente il Chieti è passato di mano e subito sui social si è scatenato un tam tam di commenti e speranze, ma la realtà è che in questa storia abbiamo perso tutti!
Una telenovela dai sapori torbidi, scenari grigi come la materia che è risultata latitante nei protagonisti della tiritera, una serie di puntate intricate e velenose davanti alla quale anche Grecia Colmenares, la regina venezuelana delle soap anni 80, sarebbe impallidita.

Abbiamo perso tutti: da un presidente talmente attaccato ai colori della squadra di calcio della sua città da chiedere un lascito per liberarla come un qualsiasi dipendente privato “burlone” farebbe con la sua azienda, ad un altro (ex) presidente che diciotto mesi fa veniva visto come fumo negli occhi e solo da qualche settimana di fatto riabilitato dal popolo come salvatore della patria, nonostante avesse lui stesso regalato “una società senza debiti” a chi fino a ieri ne era il bistrattato massimo rappresentante.

Abbiamo perso tutti, con una classe politica (definirla classe è un complimento) che se ne è totalmente infischiata della situazione e alla quale vorremmo ricordare che la squadra di pallone è insindacabilmente patrimonio della Città. E, cosa ben più grave, ha lasciato in fin di vita la struttura nella quale in tanti, tantissimi teatini si riconoscono, quello stadio (anche qui definirlo tale è un complimento) al momento più adatto ad un safari con fuoristrada e macchine fotografiche che ad ospitare un evento sportivo, fonte di aggregazione e ritrovo cittadino.

Abbiamo perso tutti, noi tifosi per primi, che alcune volte abbiamo smarrito la pazienza davanti a questi teatrini ed abbiamo forse oltrepassato i limiti della decenza intellettuale e di parola, ma siamo sempre lì in prima fila a prenderci gli schiaffi delle bugie e la pioggia di speranze.
In questo clima, finalmente, ieri sera è arrivata la fumata bianca e tutti noi, increduli e stanchi, abbiamo potuto vestire per un attimo i panni del cardinale protodiacono e gridare a tutti “Habemus Papam”.

Il “Papam” in questione è Antonio Mergiotti, del quale avremo modo di sviscerare pregi e difetti col passare dei mesi, conoscendolo meglio e seguendolo nella sua nuova avventura teatina. A lui va il nostro in bocca al lupo ed il benvenuto, ma vogliamo ricordargli che quanto scritto nelle righe precedenti è un fardello che noi tifosi ci porteremo dietro a lungo e difficilmente riusciremo a digerire. Da lui ci aspettiamo serietà, rispetto della piazza e obiettivi chiari: non subito risultati o “sparate” cinematografiche, ma concretezza e tanta, tanta attenzione a questioni chiave come il settore giovanile e l’avere una “casa” degna, da frequentare non solo la domenica ma tutti i giorni della settimana.

Da tutti noi di TifoChieti buon lavoro presidente!

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