L'organico al completo del Chieti In piedi da sinistra: Catania, Tormene, Ruzzi, Melideo, Caraffi, Dotti, il presidente Scuccimarra, l'allenatore De Angelis, Guerrato, Orazi, Barnafi, Cianfarano, Redeghieri, Rosi. Accosciati: Di Pietro, Griffith, Salvatore, Frati, Leonzio, Duman, Vianello, Rebecchi

 

(di Franco Zappacosta)

 

 

Spartaco chiamò l’amico Nello dal telefono dell’Albergo Sole, in corso Marrucino, un pomeriggio di maggio del 1955.

<Nello se lasci il Mantova perché non vieni a Chieti? Ho già parlato con i dirigenti, loro sono d’accordo. Qui ti troverai bene, è una città accogliente, la squadra ha tanti tifosi>.

<Grazie, Spartaco, ci penserò>.

Nello Caraffi (26 febbraio 1925 – 18 luglio 2002) raggiunse Spartaco Griffith (13 luglio 1925 – 13 novembre 1987) a Chieti l’estate dopo. Tra i due c’era un legame strettissimo. Avevano già condiviso una stagione al Suzzara (1948-49) e addirittura cinque (dal 1949 al 1954) con la maglia biancorossa del Mantova dove aveva giocato anche un altro neroverde, il centrocampista Gianni Dotti (28 aprile 1932 – 28 ottobre 2011) più giovane di entrambi.

Nello e Spartaco erano diventati amici per la pelle, non solo per aver giocato insieme nel corso di parecchi campionati ma anche per affinità propiziate da congiunzioni astrali. Tutti e due nati nel 1925, emiliani di nascita (Nello di Reggio, Spartaco di Parma), in campo erano entrambi terzini (su fasce opposte) tant’è che la coppia Griffith-Caraffi era diventata facile da memorizzare per chi allora citava la formazione del Chieti. In quasi tutte le foto della squadra, Griffith e Caraffi li vediamo sempre uno accanto all’altro, fianco a fianco. Testimonianza visiva di un’amicizia forte e inossidabile.

Spartaco era il secondo di tre fratelli, tutti calciatori (e difensori, guarda un po’): una vocazione presente evidentemente nel DNA di famiglia (di lontane origini irlandesi). Il primogenito Aristide (13 gennaio 1923 – 6 agosto 2007) aveva giocato in serie B con Parma, Bari e Salernitana (78 presenze). Spartaco aveva trascorso la carriera prevalentemente in C e infine Giovanni (9 ottobre 1934 – 13 gennaio 1990) era quello arrivato a più alti livelli. Aveva infatti frequentato a lungo la serie A e con ottimi risultati: 150 le sue presenze, per la maggior parte con la Roma (aveva anche segnato su rigore un gol contro la Juve in un famoso 4-1 inflitto dai giallorossi ai bianconeri). La bella carriera era stata crudelmente interrotta da un grave infortunio al ginocchio.

Spartaco era affezionato a Nello perché sapeva quali tremende esperienze aveva provato l’amico in gioventù, durante la guerra.

Nello Caraffi appena ventenne era stato partigiano sui monti dell’Appennino reggiano. Aveva partecipato alla famosa “Operazione Tombola” del 27 marzo 1945. Cento uomini (paracadutisti inglesi, partigiani russi e italiani) diedero l’assalto alla quinta sezione del Comando generale tedesco con sede a Villa Rossi e Villa Calvi in località Botteghe di Albinea. Molto ben presidiato, il comando era incaricato di sovrintendere alle operazioni della Linea Gotica Occidentale che si estendeva da La Spezia a Bologna. L’attacco fu sferrato al suono di una cornamusa scozzese (unica volta nella storia delle truppe britanniche nel secondo conflitto) il che fece classificare l’azione come militare e non partigiana, in tal modo non vi fu nessuna rappresaglia nazista contro la popolazione civile di Albinea. Un raid temerario, pieno di rischi ma ebbe successo: Villa Calvi fu completamente distrutta, insieme alla maggior parte dei documenti, degli archivi e delle mappe del quartier generale; Villa Rossi venne parzialmente distrutta (notizie tratte da “La relazione ufficiale inglese su Botteghe di Albinea”).

 

 

Nello Caraffi aveva scelto il nome di battaglia di “Juno”. Apparteneva alla 26esima Brigata Garibaldi comandata da Giovanni Farri, “Gianni”. Nel corso dell’Operazione Tombola subì ferite, non sappiamo di quale gravità. Nel 1965 gli venne consegnata la medaglia di bronzo al valor militare per decreto del Capo dello Stato, Giuseppe Saragat con questa motivazione: <Durante una rischiosa ed importante azione partigiana di sabotaggio, con pochi commilitoni, si lanciava arditamente all’attacco dell’obiettivo malgrado la violenta reazione avversaria e rimanendo gravemente ferito. Con il suo esempio e con il suo stoico comportamento contribuiva efficacemente al buon esito dell’azione. Albinea 27 marzo 1945>.

 

La decisione di raggiungere i gruppi partigiani formatisi sull’Appennino era maturata in seguito agli avvenimenti successivi all’8 settembre del ’43, probabilmente dopo averne parlato con altri giovani della sua età. Ragazzi magari conosciuti sui campi di calcio. Perché Nello, precoce in tutte le sue scelte, a soli 16 anni era stato tesserato dalla Reggiana e aveva disputato in maglia amaranto i campionati di serie C 1941-42 e 1942-43 (tornei dell’Alta Italia nel periodo bellico). Finita la guerra, nel 1947-48 troviamo nel Suzzara solo Spartaco Griffith. Forse per le ferite riportate in quelle terribili notti di fine marzo ’45 Caraffi fu costretto a restare fermo a lungo.

Nell’estate del 1948 eccoli insieme. Nello raggiunse Spartaco nel Suzzara e dopo, nel 1949, si trasferirono entrambi nel Mantova dove formarono la coppia titolare dei terzini per cinque campionati, fino al 1954 quando Griffith venne trasferito al Chieti mentre Nello rimase per un‘altra stagione in maglia biancorossa virgiliana.

La squadra neroverde li vide ancora insieme dal 1955-56. Spartaco chiamò l’amico anche perché il 9 maggio del 1955, a trent’anni compiuti da un paio di mesi, Caraffi si era sposato con Adriana Barbieri; non nacquero figli, divorzierà molti anni dopo per convolare a nuove nozze con una giovane ucraina, Marina Karpova. Secondo matrimonio celebrato il 13 maggio 2000: lui 75 anni, lei 24. Non si può dire che Caraffi non abbia avuto una vita piena di tante cose…

Dunque nel ’55 messa su famiglia Nello aveva bisogno, chiusa la lunga esperienza al Mantova, di guadagnare ancora un po’ di soldi dalla sua attività di calciatore. Il Chieti non pagava generosi ingaggi ma per l’epoca erano comunque entrate di una certa consistenza. E fu ancora Griffith a tendergli la mano.

Spartaco nel campionato1954-55 (IV Serie Girone G) ebbe la fortuna di far parte di una delle più forti formazioni neroverdi d’ogni tempo. Ci riferiamo alla squadra chiamata con epica immagine “Milan del Sud”. Fu un acquisto del mercato autunnale e il difensore parmense debuttò il 21 novembre 1955 in occasione di una partita che resta una delle pagine più belle della storia del calcio neroverde. Ci riferiamo a Foggia-Chieti 1-4. Il Chieti allenato da Gigi Marsico si schierò con: Di Pietro; Griffith, Turbolente; Monetti, Leonzio, Salvatore; Buonpensiero, Dotti, Tormene, Casisa, Esposito. Dopo quella gara Griffith fu sempre presente, talvolta con la maglia numero 9 o 10, cioè nelle occasioni in cui Marsico escogitava qualche diavoleria tattica per confondere i tecnici rivali. Era un espediente non raro quello di mescolare le proprie carte in tempi in cui le informazioni sul conto degli avversari erano limitate per carenza di fonti.


Una formazione del Chieti 1955-56. In piedi da sinistra Caraffi, Griffith, Rebecchi, Leonzio, Duman, Dotti Accosciati: Frati, Guerrato, Masiero, Orazi, Salvatore

 

Spartaco andò a prendere l’amico alla stazione di Pescara a metà agosto del ’55. La società li sistemò presso una famiglia che abitava in centro, dalle parti della Trinità, non lontano dalla Civitella. Il Chieti nel 1955-56 partecipò nuovamente al campionato di IV serie, stesso girone dell’anno precedente. Il debutto per la coppia di terzini emiliani avvenne (prima giornata) il 2 ottobre 1955: Barletta-Chieti 2-0. Ma guardate con quale maglia fu schierato Griffith: Di Pietro; Ruzzi, Caraffi; Redeghieri, Leonzio, Rebecchi; Guerrato, Frati, Tormene, Griffith, L. Orazi.

Ancora insiene in maglia neroverde nella stagione 1956-57 con maglie numero 2 e 3. Bel debutto: Annunziata Ceccano-Chieti 0-3. Formazione schierata dall’allenatore Orlando Tognotti: Di Pietro; Griffith, Caraffi; Redeghieri, Leonzio, Pizzolitto; Tormene, Mazzadi, Vianello, Bonadio, L. Orazi. Rete di Mazzadi e doppietta di Luigi “Gigi” Orazi.

 

Una formazione del Chieti 1956-57: da sinistra in piedi Guerrato, Lorenzi, Redeghieri, Leonzio, Caraffi, Griffith. Accosciati: Frati, Zucchinali, Maietti, Balconi, Danelon. Lo scatto (ovviamente) è del compianto Rinaldo Spinozzi

 

L’anno dopo Spartaco Griffith e Nello Caraffi lasciarono il Chieti (la nuova coppia di terzini venne formata da Bisi-Melideo), entrambi tornarono in Emilia dove, in squadre di IV serie, conclusero la carriera.

 


Una foto dei ragazzi che negli allenamenti infrasettimanali combattevano contro il Chieti dei "titolari". Da sinistra in piedi: Vittorio Marchiani, Paolini, Figurilli, Orlandi, Cocco, Melideo, l'allenatore Leonzio e il dirigente Marzoli. Accosciati: Di Tommaso, X, Polidoro, X, Marchetti che giocherà anche in prima squadra. Sullo sfondo si vede Nello Caraffi seduto sulla sbarre ai piedi della gradinata

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