Sono già passati circa tre anni di guerra e molte cose sono avvenute e passate. I ragazzi come me sono passati da figli della lupa a balilla, magari facendo un campeggio di stile militare. 

Poi le adunate del sabato per noi balilla per imbracciare un moschetto e fare qualche marcia, ma io preferivo giocare a pallone con i miei amici perché già si stavano formando alcune formazioni giovanili che, appena finita la guerra, sarebbero state le ossature dei tornei che si sarebbero giocati in seguito. 
Il famoso “Sabato fascista” per noi ragazzi era fare un sacrificio perché poteva essere divertente ma era tempo tolto alla nostra libertà di ragazzi. Le eventuali assenze potevano avere delle conseguenze nelle valutazioni scolastiche perché i nostri maestri erano loro stessi fra coloro dovevano che “addestrarci”. L’appuntamento o l’adunata era sempre per il pomeriggio appena dietro la scuola elementare alla “villetta” dive c’era lo spazio per essere inquadrati e fare qualche esercizio di marcia. Forse il momento migliore era quando c’era distribuito un moschetto che ci faceva sembrare abbastanza grandi ma solo quello.

Al piano terra dell’edificio che era proprio dirimpetto alla Caserma Vittorio Emanuele e praticamente dietro la Scuola elementare, c’era una specie di magazzino dove da una grande rastrelliera si poteva prelevare un moschetto e qualche altro indumento e a disposizione solamente della GIL e quindi di tutte le organizzazioni quali figli della lupa, balilla, avanguardisti e giovani fascisti. Dopo qualche movimento di plotone e con il moschetto ci facevamo marciare con allineamenti che lasciavano a desiderare. Quando si cominciava, ci mettevamo di buona volontà anche per fare bella figura nei confronti di altri plotoni che poi erano tutti appartenenti alle sezioni scolastiche elementari.
L’oscuramento, il razionamento e tutte le altre difficoltà insite in un periodo di belligeranza, avevano fortificato i nostri caratteri e modi di ragionare. La guerra in Grecia, in cui erano impegnate unità delle forze armate stanziate nelle nostre caserme, era già terminata e avevamo cominciato a contare i morti, i feriti e i congelamenti. Poi gli altri fronti di guerra in Africa, Russia, Balcani 

nel cielo e nel mare dove nostri parenti, amici e conoscenti erano impegnati. I primi dispersi ci riempivano il cuore d'angoscia. Furono dichiarati dispersi il fratello di un mio amico d’infanzia sergente mitragliere su bombardieri nel Mediterraneo, poi il padre di un mio compagno di scuola imbarcato su un sommergibile scomparso anche lui nel Mediterraneo durante una missione. Eravamo in ansia per i miei due zii impegnati in Russia e nei Balcani, ritornati in Patria dopo varie peripezie. 
I giornali e i “film Luce” ci informavano di tutti gli avvenimenti bellici e nei documentari il brano di musica classica “Cavalcata delle Valchirie” di W.A.Wagner accompagnava il volo degli aerei italiani che, sorvolando il mare Mediterraneo, si dirigevano verso gli obiettivi prefissi. 
I giornali e le riviste dal 1940 al 1943 erano diversi e ricordiamo il “Corriere della Sera”, “Giornale d’Italia”, “La Stampa”, “La Nazione”, “L’Osservatore Romano”, “Il Popolo”, “Il Popolo d’Italia” ed anche “Il Telegrafo” e tante altre locali, poi tra le riviste dette di guerra ricordiamone alcune: “Omnibus”, “Oggi”, “Tempo” e poi la “Domenica del Corriere” con le tavole di Achille Beltrame, il “Corriere dei Piccoli” con il sig, Bonaventura e Marmittone e “Cinema”, “Cronache della guerra”, “La piccola italiana”, “Gente nostra” e tante altre ancora con qualche rivista tedesca in lingua italiana. 
Nel 1941-42 in piena guerra si aveva sempre la volontà di seguire le partite del Chieti che in Serie C giocava sui vari campi di calcio con formazioni abruzzesi-umbre-campane e romane.

La Borzacchini Terni II (2^classificata) vinse con il Chieti per 6-1, destò molta impressione per diversi atleti di valore quali il portiere Ukmar, quasi imbattibile. Nella partita finale contro la Salernitana, dopo aver chiuso il vantaggio per 2-1, la squadra umbra si è fatta raggiungere e superare per 3-2. Promozione sfumata per Terni e promozione per la Campania con p. 43 che poi fu esclusa dai gironi finali per corruzione. Campionato non eccellente con questa formazione: Novelli(Miroglio), Veronesi(Cellerino), Tiriticco, D’Incecco, Michetti(Bullini), Cornelio(Aiello), Rota, Mascaretti (Forghieri-Zafferri), Pallotta(Bocchio), Di Luzio G.,Sbaraglia. A disposizione D’Adamio. Di Clemente T., Dell’Elce, Melilla, Vecchietti. All Atro Pedri. La squadra si piazzò al 13° posto con 22 p.. La guerra non ancora si sentiva a noi vicino e lo ricordavano con un minuto di silenzio che si rispettava in tutte le partite. In Serie A la Roma vinse il suo primo scudetto e retrocessero Napoli e Modena.
La Roma gioca con questa formazione: Masetti, Brunella, Acerbi, Donari, Mornese, Bonomi, Krieziu, Benedetti, Amadei, Coscia, Pantò. All. Schaffer. Gli altri giocatori: Risorti, Borsetti, Cappellini, De Grassi, Di Pasquale, Jacobini, Nobile. 
Ritroviamo: 
Valeriano Ottino (ala sinistra, (24-2-1923,Vercelli). Nel Modena: Monti, Montanari, Braglia, Negretti, Bazzani,Braga, Capra, Malinverni, De Grosso,Robotti, Ottino. Allenerà: 1958-59, CHIETI, 4^Sr C. 
Elpidio Coppa (6-10-1914, Milano). Ambrosiana Milano,Pro Patria, Lucchese, Liguria in questa formazione: Martini, Tabor, Setti, Tortarolo, Pisano, Renoldi, Meroni, Coppa, Borrini, Castelli, Alghisi. Allenerà nel 1952-53, CHIETI, 4^Serie/ M. 1953-54, CHIETI, 4^Serie/F.
Blason della Lazio che allenò i neroverdi in Serie C/C nel 1964-65.
Blason Giacomo, (portiere, 19-3-1914/1998-Fiumicello-UD), nel Napoli: Blason, Cassano, Berra, Miam, Fabbro, Pretto, Butani, Cadregari, Barrera, Gramaglia, Venditto. Allenerà nel 1964-6, CHIETI Serie C/C)
In Serie B furono promosse Bari e Vicenza e retrocessero Fiumana, Reggiana, Prato e Lucchese.La guerra non ci aveva ancora toccato direttamente. Le grandi città erano bombardate ed anche tutte le città con porti o installazioni di tipo militare. Noi avevamo nelle vicinanze le nostre caserme ed il pericolo sussisteva e bisognava stava in allerta. Le trasmissioni radiofoniche non erano una compagnia per tutti noi, ed avere un ricevitore allora era già un primato e specialmente le serate erano meno noiose. I programmi erano due (A e B) ed unificati di mattina con radio scolastica, trasmissione per le forze armate poi canzoni e melodie e Radio sociale. Nel pomeriggio il programma uno trasmetteva: musica sinfonica, orchestra classica, radio scuola, camerata del balilla, concerto di piano, musica per orchestra ed orchestrina. L’altro programma invece: orchestra classica, concerto di piano, canzoni in voga, concerto sinfonico, musica varia. 
Nei vari concerti sinfonici cominciamo a sentire alcuni grandi della lirica come Gino Bechi e Beniamino Gigli; veramente la sera queste trasmissioni erano ascoltate da mio padre. Come si può vedere, le canzonette non ancora occupano completamente lo spazio nella radio e la musica classica e sinfonica la fa da padrone.
Le radio non ancora erano diffuse e le canzoni incise su dischi a 78 giri costavano, noi però con la nostra CGE sentivano alla radio alcune canzoni in voga allora: “maramao perché sei morto” “Pippo non lo sa” con i cantanti Ernesto Bonino, Silvana Fioresi, Natalino Otto e poi Alberto Rabagliati, che fece furore. Inoltre la cantante Memè Bianchi che, se non sbaglio, ho avuto il piacere di sentirla circa dodici anni dopo ad un concerto dato per il militari della Cecchignola di Roma. Si scoprirono le voci talentuose del Trio Lescano e di un quartetto “Cetra” senza la Lucia Mannucci. Le orchestre che suonavano erano dei maestri Barzizza e Angelini con il cantante Michele Montanari ma noi ragazzi, allora, apprezzavamo le canzoni di guerra tipo “La canzone dei sommergibili”, molto orecchiabile come una canzone, diciamo italo-tedesca, che diceva pressappoco.
“Camerata Richard, benvenuto ecc”. Parliamo anche del Corso Marrucino, di quest’arteria principale di Chieti che si sviluppa dal Largo del Teatro o Pozzo oggi Piazza Valignani sino all’incrocio con Via Arniense e dal Largo del teatro verso largo della Trinità (ex Corso Galiani).A Piazza Valignani è sito il Teatro Marrucino che negli anni ottocento era la chiesa di S.Stefano della Compagnia di Gesù e che in seguito diventò, dopo il suo abbandono, deposito e magazzino all’epoca dello stabilirsi delle truppe francesi nella nostra città. Inoltre si affaccia nella piazza il palazzo arcivescovile dove fa spicco la torre vescovile del 400’, mentre la Banca d’Italia situata nel palazzo della Provincia, costruita nel periodo 1916-18, e che faceva parte del palazzo Valignani e che fa eco sulla stessa Piazza.Per il prolungamento della strada sino a Via Arniense furono demoliti diversi edifici, già nel primo novecento proprietà della Confraternita del SS.Rosario, furono demolite nel 1915. Al suo posto furono costruiti il Palazzo della Provincia e la sede della Cassa di Risparmio, nello stesso tempo si evidenziò il palazzo De Majo.

Sempre nella stessa Piazza fu abbattuto il Palazzo De Risis, attorno l’anno 1906-1907, dove c’era un albergo e ristorante e fu costruita l’attuale sede del Banco di Napoli. Chieti pensava anche al calcio, magari con pensieri non proprio sereni dovuti alla situazione dell’epoca, aveva una squadra che nei due anni addietro si era comportata bene e con dei buoni giocatori. 
Nel 1942-43 in Serie A vince il Torino con punti 44, poi il Livorno con punti 43. La formazione del Torino: Bodoira, Piacentini, Ferrini, Baldi, Ellena, Grezar, Menti II, Loik II, Gabetto, Mazzola, Ferrarsi II. All. Andrea Kutik. e Antonio Janni. Altri giocatori: Cavalli, Cassano, Gallea, Ossola, Piacentini.
La squadra neroverde inclusa in serie C stava per completare il campionato. I giocatori Angelini, Bonansea, D’Incecco, De Nicola, Di Luzio Guido, Feghiz (P), Malinverni Pietro, Manfrè, Michetti, Melatti, Novelli(P), Pietrangeli, Pinti, Rota, Sbaraglia, Tiriticco, Trilli avevano dato lustro alla classifica, piazzandosi al 3° posto con 31 punti, 60 reti fatte e 24 reti subite. 

Che dire di Rota, l’astro nascente, che vinse la classifica cannonieri con 26 reti, poi Spini(Forlì) con 19reti, Pepe (Pesaro) con 16 reti e Malinverni con 13 reti. Quest’ultimo era un ufficiale in forza a reparti di stanza nella nostra città. Il campo sportivo della Civitella aveva spostato gli spogliatoi nella costruzione dietro la porta lato Seminario. La cosa sorprendente era che alla destra della tribuna c’era uno spazio riservato agli ospiti ed era sempre occupato da un vociante coro di militari di stanza nelle nostre caserme che tifavano indifferentemente per qualsiasi squadra ospite, l’essenziale era tifare”contro”. 

A noi del “prato” dava fastidio ed erano sommersi continuamente da fischi e lazzi. Oggi in tutti gli stadi c’è la curva ospiti e quindi nulla di nuovo! Il girone fu vinto dal Forlì con punti 34, 63 reti fatte, 23 reti subite. 
Per il Forlì ci fu un episodio che la diceva lunga sull’importanza di una trasferta. Alla fine di gennaio 1943 il Chieti doveva incontrare a Forlì la squadra locale, si era in un periodo importante ed era necessario fare un risultato positivo. 
“Era una serata invernale ed io mi accingevo con i miei, ad uscire da casa per andare al cinema. Erano circa le ore 18. La radio era accesa ed aspettavano i risultati sportivi della serie C e che dalla stessa (una CGE) la voce chiara dell’annunciatore che scandiva gli ultimi risultati del calcio e sentimmo: Serie C Girone H .<< a Forlì... Forlì e CHIETI 2-2.>> si rimase contenti, veramente io lo ero di più, e soddisfatti del gran risultato in casa della squadra che poi avrebbe vinto il torneo. Si seppe poi che la squadra fece una gran partita e segnò anche Pietrangeli detto “Pianella” al suo debutto, quindi uscimmo di casa per recarci al Corso Cinema(allora cinema principale di CHIETI, adesso c’è un emporio o qualcosa di simile) in Corso Marrucino dove si proiettava il film “La Corona di ferro” con Luisa Ferida, Elisa Cegani, Gino Cervi e Massimo Girotti. 
Intanto nel campionato di Serie A si affacciava alla ribalta una squadra: il Torino. Al mese di aprile vincendo a Bari con un gol di Valentino Mazzola, questa squadra ha vinto il primo dei cinque scudetti consecutivi e che la consacrò come il “Grande Torino” che perirà nella tragedia di Superga.
Il Modena ed il Brescia furono promossi in Serie B, ma non ci furono retrocessioni, in seguito allo sbarco alleato in Sicilia il Palermo fu escluso dal campionato. La guerra riavvicinava a grandi passi fra noi. Il Pescara si classificò al nono posto e si ritrova il calciatore Umberto De Angelis (1910-Pescara) dal Manfredonia, Livorno, PESCARA poi allenatore del CHIETI, 1950-51, Promozione/L.; 1951-52, Serie C/C; 1955-56, 4^ Serie/ G. La guerra incalzava e le nostre preoccupazioni aumentavano. Gli alleati erano sbarcati in Sicilia e ci si chiedeva se veramente qualcosa stesse per succedere attorno a noi. Giornali, notiziari e racconti di testimoni ci stavano dimostrando che i famosi venti di guerra potevano giungere fin dentro le nostre case. Si parlava di armi segrete e la situazione rimaneva molto tesa.
Ai primi mesi del 1943 i nostri cuori si riempivano d'angoscia. Furono dichiarati dispersi il fratello di un mio amico d’infanzia sergente mitragliere su bombardieri nel Mediterraneo (Squadra bombardamento-fronte tunisino il 1-1-1943), poi il padre di un mio compagno di scuola imbarcato sul sommergibile “Narvalo” scomparso nel Mediterraneo durante una missione.
(Il “Narvalo” comandato dal C.C. Ludovico Grion, si autoaffondò per danni dopo un attacco aereo a Sud-Est di Malta. Fu colpito e attaccato anche da due unità antisomm. inglesi ed immobilizzato. 
Armamento: siluri da 8-12; 1 cannone; 2 mitragliere; 53 membri dell’equipaggio. Fonti della Marina).

25 Luglio 1943 

La mattina era la festa di S.Anna ed aprendo le imposte del balcone che si affacciavano sulla Via Valignani, oltre alla massa di persone che si avviava verso la chiesa stessa, abbastanza distante dalla nostra abitazione, notammo che dirimpetto alla nostra casa, esattamente e deposito dei tram, c’era piazzata una mitragliatrice con attorno diversi militari italiani. Era caduto il fascismo e la notizia era stata data nella tarda nottata. Ci siamo informati dell’accaduto e abbiamo saputo della nomina di Badoglio a capo del governo Io ancora ragazzo, ho avuto un sussulto pensando alle sorti della guerra. Le notizie si rincorrevano ma nulla di preciso.
Non si sapeva del Duce e di tutti gli altri. Notizie che si rincorrevano ma nulla di ufficiale. Allora abbiamo acceso la nostra sempre valida “CGE”, ma non c'era nessun comunicato in onda. Solo canzoni fino alle ore 22. Si seppe ufficialmente che <<Sua Maestà ecc...ecc ha accettato le dimissioni ecc. ecc... e nominato capo del Governo ecc...Pietro Badoglio>> 
Questa la notizia ufficiale. Poi ancora un comunicato con la voce di Badoglio che diceva che<<…la guerra continua…>>.Veramente questa notizia si sapeva già ufficiosamente dalla mattinata e ci si chiedeva che senso fosse questo stato di cose. Nei giorni successivi ci furono delle piccole manifestazioni, che portarono all’abbattimento d’alcune insegne del regime e la cancellazione del fascio littorio dai tombini di ghisa e di tutto ciò che ricordava il regime. Alla fine d’agosto stavamo pranzando quando un rombo d’aerei ci mise in agitazione. Scappammo tutti fuori e ci siamo diretti verso il Tiro a segno del nostro rione, una zona dove si trovavano delle grotte per ripararci e li trovammo moltissime persone. Percepimmo ancora il rombo degli aerei, erano le “fortezze volanti”, che si stavano dirigendo verso la vicina Pescara. Sentimmo poi degli scoppi intervallati ma continuati, stavano bombardando la città. 
Era l’inizio della vera guerra!

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