Se il Chieti ha detto la settimana scorsa sul campo quali sono i suoi obiettivi, ora c’è da confermarli a cominciare da Miglianico. Parola di Giulio Trevisan che commenta l’avvicinamento di giovani imprenditori al fianco della società e smentisce in modo perentorio le voci che lo vogliono come candidato per la poltrona di Sindaco.

La squadra viene da una settimana estremamente positiva, non solo dal punto di vista dei risultati, ma soprattutto da quello del gioco e della personalità sul campo. Secondo te che cosa è successo? Una crescita che doveva avvenire oppure c’è stata una scossa?

«Guarda, credo entrambe le cose. Il primo risultato negativo ha creato forti motivazioni: i giocatori hanno capito che non ci stanno a fare brutta figura e questo ha dato la consapevolezza della difficoltà del campionato che ogni partita deve essere affrontata con il massimo impegno, fino alla morte. In questo campionato non esistono partite facili e tutti verranno a giocare contro di noi per fare bella figura, perché anche il risultato minimo all’Angelini rappresenta per gli avversari motivo di orgoglio e ottimismo».

Quale è, a tuo modo di vedere, la condizione mentale dei giocatori ora?

«La condizione è ovviamente molto migliorata. Vincere 3 partite di fila in una settimana e rimanere imbattuti per quasi 400 minuti danno la carica giusta. Va anche detto che molti giocatori hanno cominciato a dare il meglio perché stanno uscendo dalla fase di preparazione e stanno migliorando la propria condizione fisica».

Questa squadra, si è detto dopo la prima giornata, ha sofferto un po’ il pubblico. Secondo te è vero?

«Secondo me sì. Per un giocatore, anche abituato a palcoscenici superiori, vedere quasi mille persone allo stadio crea una certa emozione. Credo però che i ragazzi abbiano già cambiato il loro rapporto mentale con il pubblico e i tifosi. Loro anzi oggi sono molto contenti del fatto che a Miglianico saranno in tanti perché per loro significa avere motivazioni ancora più forti quando si scende in campo. Secondo me, se avessimo cominciato giocando fuori casa, avremmo avuto una partenza migliore. Va comunque sottolineato che questo è un campionato molto difficile e competitivo e non sempre le ciambelle riusciranno con il buco, ma una cosa è certa: un conto è avere una squadra conscia dei propri mezzi ed un’altra averne una che non si rende conto delle proprie potenzialità».

L’allenatore aveva detto che il trittico della scorsa settimana avrebbe dato un nome e un cognome al campionato del Chieti. Secondo te è stato davvero così o ci vuole ancora del tempo per battezzare questo Chieti?

«Secondo me è venuto fuori un fatto importante: che questa squadra ha le caratteristiche per giocarsi questo campionato soffrendo sul campo. Noi però dovremo essere bravi a mantenere questa tensione perché dovremo sudarci ogni punto, dal primo all’ultimo. Il nome e il cognome ce li abbiamo, le nostre ambizioni le abbiamo dichiarate, ma anche questo non è sufficiente per vincere ogni partita, soprattutto in un campionato come questo: dobbiamo confermarci domenica dopo domenica, a cominciare dalla prossima».

Come va la prevendita per Miglianico?

«Ad oggi siamo a 200 tagliandi venduti».

A proposito di nomi e cognomi, oggi si è parlato sui giornali di Giulio Trevisan come possibile candidato alle elezioni comunali. Ce la puoi confermare o smentire?

«Smentisco categoricamente. Purtroppo Chieti e il Chieti hanno nemici all’interno della Città stessa. Chi mi conosce sa bene come la penso politicamente da sempre e che 20 anni fa rifiutai già la candidatura a sindaco. Ma io non ho mai voluto un ruolo politico perché non è nel mio DNA né nel mio carattere e penso che non ne sarei neppure capace perché non ho la mentalità per fare il politico. Credo che chi metta il mio nome in ballo, oltre a fare un danno a me stesso, fa un danno al Chieti. Invito dunque a diffidare da chi pensa di coinvolgermi in un’avventura che non affronterò mai. Ripeto: non ho alcuna intenzione di scendere in campo in politica e i personaggi che cercano di sostenere il contrario, facendo il mio nome fanno il male del Chieti».

Alcuni imprenditori si sono detti anche pronti a scendere al fianco della squadra cittadina. Di che cosa si tratta?

«Non si tratta di ingressi in società, ma di giovani imprenditori di Confindustria, associazione della quale sono stato presidente sia a livello provinciale sia a livello regionale. Hanno organizzato una cena al Circolo degli Amici e hanno voluto manifestare la loro vicinanza alla società con un contributo. Oltre al contributo diretto, si sono inoltre impegnati a coinvolgere soggetti terzi che ci possono dare una mano attraverso sponsorizzazioni. È un’operazione di simpatia e di fund raising da parte di persone che prima seguivano il basket cittadino e ora si vogliono avvicinare al calcio».

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