Quanto manca per vincere questo campionato di Promozione per il Chieti FC? La matematica dice che con 3 partite e 7 punti di vantaggio sulla seconda, ci vuole davvero poco. Eppure la sconfitta con lo Spoltore, anche se non decisiva, brucia ancora, non tanto per il risultato. «Qualcuno ci ha giudicato solo su quella partita e non mi sembra giusto, soprattutto per i ragazzi – dice l’allenatore, Gabriele Aielli – ma loro sono consapevoli di aver fatto un campionato straordinario. Sono i numeri a dirlo».

Sinceramente, questo ha irritato anche te?

«Ad essere sincero, un po’ sì. Perché credo che siano state critiche gratuite. Sono l’allenatore e so che sono il primo ad essere criticato se le cose non vanno bene, ma avrei voluto che le critiche fossero fatte da chi conosce bene la nostra realtà. Se giudichi una squadra la prima volta che la vieni a vedere, non mi sembra corretto nei confronti dei ragazzi e della società, che ci hanno messo grande impegno e passione. Non ci dimentichiamo che io ho preso questo incarico il 3 luglio scorso mentre a Chieti per il calcio c’era una situazione disastrosa».

La squadra come sta?

«La squadra sta bene e stiamo preparando con serenità la prossima partita. Abbiamo ancora qualche problema a livello fisico. Lieti dovrebbe riprendere la prossima settimane e Catalli sta facendo riabilitazione. Non so se ci sarà per domenica prossima, ma le ultime due dovrebbe riuscirci, almeno per giocare parte delle partite».

Al di là delle difficoltà legate agli infortuni e alla panchina corta, la squadra dopo la sconfitta in casa ha giocato bene, anche con 8 fuoriquota in campo. È più la preoccupazione o la soddisfazione?

«La soddisfazione, perché ragazzi come Comparelli (nella foto), Costantini, Giannini, ma anche Mammarella si sono comportati benissimo. Molti di loro non avevano mai fatto campionati in prima squadra. Domenica scorsa in panchina ho portato persino due allievi classe 2000. Comparelli è stato uno dei migliori al torneo delle regioni, è cresciuto moltissimo facendo progressi enormi. Sono molto soddisfatto dei ragazzi, ma anche dei grandi. E come potrei non esserlo? Abbiamo fatto 49 punti su 51 al girone di andata. Con la squadra al completo abbiamo tenuto un ritmo incredibile, forse irripetibile. A quel punto, devo essere sincero, non me la sono sentita di prendere altri giocatori sul mercato di riparazione quando avevamo 15-16 punti di vantaggio. Mi sembrava quasi uno spreco. Il presidente mi aveva detto il contrario, ma io allora ho pensato che era meglio risparmiare risorse che avremmo investito per l’anno successivo, in un campionato che sarà ben più difficile. È stata una mia scelta della quale mi assumo tutta la responsabilità».

Ai ragazzi non si può rimproverare nulla e la squadra ha mostrato valori tecnici e tattici importanti, ma forse è mancato un po’ di carattere. Questa è stata una debolezza in certi frangenti, ma forse ha impedito che ci fossero reazioni  di fronte a provocazioni e a falli davvero cattivi che hanno dovuto subire…

«Sinceramente, non credo che sia una questione di carattere. Quando stai bene e sai di essere forte, automaticamente cerchi di fare una buona prestazione e non cerchi il confronto su altri piani. Voglio dire che certe reazioni sono manifestazioni di frustrazione non certo di carattere. Purtroppo abbiamo perso alcuni elementi importanti e soprattutto Iommetti che reputo uno dei più forti nel suo ruolo, non solo per la Promozione. Il suo infortunio ci ha tolto un giocatore di grande fisicità ed agonismo».

Questo campionato ha detto qualcosa di interessante?

«Il campionato lo abbiamo modificato noi. Ai nastri di partenza per vincerlo c’erano diverse squadre. Lo Spoltore è costato il doppio del Chieti e ha un organico fortissimo, molto più ampio del nostro. Anche la Sulmonese Ofena ha giocatori forti e anche il Casalbordino aveva allestito una squadra competitiva ma, quando si sono accorti che non potevano farcela, hanno smantellato prima ancora del mercato di dicembre. La vera rivelazione è stata la Flacco che è giovane, corre ed è organizzata. Se riuscisse a prendere lo Spoltore sarebbe davvero un miracolo, ma non credo perché stanno vivendo il loro migliore momento di forma e noi abbiamo avuto la sfortuna di incontrarli nel nostro momento peggiore. Comunque anche quella sconfitta sarà un’esperienza utile per il futuro».

Parliamo ancora di Comparelli, reduce dal Torneo delle Regioni. In che cosa è migliorato e in che cosa può ancora migliorare?

«Sicuramente è migliorato nell’agonismo, nella personalità e nella gestione delle energie perché prima ne sprecava troppe. A livello tattico è stata una mia scoperta perché mi era stato presentato come un esterno di centrocampo, invece io l’ho messo al centro e gli ho dato le chiavi della squadra. Certo, parliamo di Promozione, ma mi sono preso una responsabilità che altri non si sarebbero presa, ampiamente ripagata dai risultati. Del resto, anche Costantini giocava in un altro ruolo e ora ne ha trovato uno dove può esprimersi meglio. Anche Giannini che ha fatto errori, ma il suo è un ruolo molto delicato e ha margini di miglioramento. Tutti i miei under devono essere sempre più consapevoli dei loro mezzi. Sono comunque molto contento di Comparelli e infatti lo abbiamo già blindato per il prossimo anno per il campionato di Eccellenza che è sicuramente uno dei più tosti e competitivi. Non dimentichiamo che negli ultimi anni il Paterno è arrivato in finale di Coppa Italia e nelle fasi finali dei playoff nazionali e il Pineto li ha pure vinti. Dunque i valori del campionato di Eccellenza abruzzese sono tra i migliori a livello nazionale».

Avete già blindato altri giocatori?

«Gli under li voglio tenere tutti e penso che ci riusciremo, ma voglio anche rinfrescare il parco degli under con elementi del ’98, del ’99 e anche del 2000 e del ’97 che non considero più un under. Anche i miei senior non li cambierei con nessuno e sono loro stessi ad essere soddisfatti dei loro compagni di squadra più giovani. Certo, il prossimo anno bisognerà lavorare molto di più, già in fase di preparazione, in ritiro e poi durante il campionato. Ci saranno trasferte più impegnative e una intensità superiore».

Come si vince un campionato di Eccellenza?

(Ride) «Con i giocatori! L’allenatore può essere bravo quanto vuoi, ma alla fine sono i giocatori forti che fanno la differenza, in tutte le categorie. Ti servono sempre quei 3 o 4 elementi che fanno la differenza ai quali puoi aggiungere i giovani e altri elementi che prendi da categorie inferiori, ma l’ossatura deve essere forte e di esperienza».

Dove bisogna invece migliorare nell’organizzazione generale?

«Ci vogliono due o tre figure. Sicuramente mi affiancherò un consulente di mercato e probabilmente avrò un altro collaboratore tecnico. Poi ci vuole un club manager, una sorta di direttore generale che fa anche il team manager e il direttore sportivo, capace di fare da collegamento con la squadra, la società e la piazza. Uno in grado di risolvere problemi diversi e di comunicare. A questo proposito, i ragazzi che se ne sono occupati quest’anno ci hanno messo tutto l’impegno, ma Chieti deve avere professionisti veri. Possiamo anche migliorare anche l’area medica, soprattutto nella fase di preparazione e nel quotidiano».

Che cosa vuoi dire ai tifosi?

«Prima di tutto, voglio augurargli una Buona Pasqua e poi voglio dire che mi dispiace se alcuni di loro sono rimasti delusi dalla partita contro lo Spoltore. Avrei voluto fargli vedere tutto quello che abbiamo dimostrato nel corso della stagione. Li invito a venire di nuovo per poterci giudicare per quello che meritiamo». 

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