Domenica si gioca l’ultima di campionato e prima del giro di boa il Chieti F.C. può guardarsi allo specchio con orgoglio, non solo per le 15 vittorie e un solo pareggio, non solo per il primato con 46 punti con un vantaggio di 9 lunghezze sulla seconda, non solo per i 51 gol segnati e i 7 subiti che ne fanno la squadra per il miglior attacco e la miglior difesa del campionato. «La squadra ora gioca da grande squadra per 90 minuti dice il mister Gabriele Aielli – e sta dando chiari segni di crescita. La partita di Spoltore ha segnato una svolta e questo vuol dire che stiamo lavorando bene anche per il futuro». E il futuro non sono solo le partite da vincere, ma anche il rafforzamento della rosa attraverso il mercato invernale che, per quanto riguarda i trasferimenti, si è chiuso ieri con un solo movimento per i neroverdi. «Abbiamo preso un ragazzo – continua il tecnico teatino – che si chiama Daniele Crecchia dal Sambuceto, è un attaccante di grande struttura e potenza fisica e potremmo inserirlo in rosa già da domani (oggi, ndr)».

È contento di venire a Chieti?

«Sì, è molto molto motivato, anche perché il Sambuceto lo aveva messo un po’ da parte e non si aspettava una chiamata da parte nostra. Già questa settimana si è impegnato moltissimo in allenamento, come era prevedibile e giusto. Chi viene nella nostra squadra deve avere motivazioni grandissime perché viene a giocare in un piazza importante, difficile, ma bella».

Come pensa che venga accettato dallo spogliatoio?

«Questo spogliatoio è fatto di veri uomini e secondo me non avrà alcun tipo di problema, anzi nonostante la concorrenza, sarà aiutato dai compagni ad inserirsi. Ne sono convinto. La squadra ha dato segni di grande maturità».

Questo terzetto di partite dopo lo Spoltore, a parte il risultato, i gol e il gioco che cosa ha detto?

«Che ci sono segnali di crescita. Quando vedi che il tuo lavoro si realizza sotto tutti i punti di vista, vuol dire che si può lavorare anche in prospettiva e questo mi fa penare positivamente al futuro. Manteniamo però i piedi per terra perché sappiamo che dovremo vincere partita per partita e il girone di ritorno sarà sicuramente più duro. Ci aspetteranno squadre che vorranno giocare con noi la partita della stagione e altre che vorranno conquistare punti a tutti i costi per la salvezza. Per fortuna abbiamo un piccolo vantaggio e questo ci mette al riparo da alcune distrazioni. Io però voglio vincere tutte le partite e giocare sempre bene e spero di fare il record di punti. Non è la cosa più importante, ma ci proveremo».

Il mercato è chiuso?

«No, noi rimaniamo sempre vigili e poi si è chiuso il mercato dei trasferimenti, ma ci sarà ancora quello degli svincolati e dei trasferimenti. Vogliamo prendere 2-3 ragazzi di prospettiva, ma sono operazioni da portare avanti con cautela. Inoltre c’è l’interessamento da parte di varie squadre per alcuni dei nostri giovani. È la dimostrazione che stiamo lavorando bene e dobbiamo continuare a farlo anche per il futuro».

Ci sono stati movimenti anche in uscita?

«Sì, sono andati via Trisi (2000) e Menegazzi (’98). Per il primo è un arrivederci perché vuole giocare, il secondo invece ha fatto una scelta di vita e, pur avendo richieste da squadre di Eccellenza, ha deciso di tornare in prima categoria. Io su di lui contavo moltissimo, perché pensavo che lui potesse fare bene e migliorare, ma si tratta di questioni personali».

Che cosa hai pensato quando domenica scorsa hai visto i gol di Catalli e di Lalli?

«Catalli non mi meraviglia mai perché conosco i suo colpi. Io gli dico sempre che deve essere più continuo perché, se gioca con più continuità, più concentrazione e più vigore fisico, lui potrebbe fare tranquillamente in Lega Pro. Sta a lui impegnarsi, se vuole togliersi qualche soddisfazione».

Gli avversari di domenica prossima che pericoli presentano?

«Il pericolo maggiore è il campo, che è brutto e in terra. E poi ci sarà una squadra invischiata nella zona retrocessione che proverà in tutti i modi a fare punti. Dovremo essere bravi a interpretare la partita come abbiamo dimostrato di fare e di far pesare la nostra forza per risolverla».

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