E’ con grande piacere che ospitiamo per la prima volta sulle pagine di TifoChieti un articolo del giornalista sportivo Franco Zappacosta che ormai tutti i tifosi neroverdi conoscono bene.
Franco ci porta indietro di cinquanta anni per raccontarci dell’illecito sportivo perpetrato dal Brindisi nel campionato di serie D 1966-67, illecito che una volta scoperto permise al Chieti di essere promosso nel campionato di serie C.

 

L’estate del 1967 fu particolarmente calda (non solo dal punto di vista climatico) per i tifosi del Chieti. Mesi di grande fibrillazione. La squadra neroverde, allenata da Pietro Castignani, si era piazzata al secondo posto nel campionato di serie D alle spalle del Brindisi ed aveva fallito l’obiettivo-promozione. Per fortuna di lì a poco sarebbero accadute cose che avrebbero completamente ribaltato il verdetto del campo. Un caso clamoroso di (doppio) illecito sportivo avrebbe spalancato le porte della serie C al Chieti di Guido Angelini e ricacciato in D il Brindisi, presieduto da Franco Fanuzzi, condannato con la pesante penalizzazione di 15 punti da scontare sulla classifica finale della stagione 1966-1967. Sono passati cinquant’anni esatti ma la vicenda resta ancora viva nel ricordo di quanti a Chieti la seguirono giorno per giorno da luglio a settembre. Tanto tempo occuparono l’indagine dell’Ufficio Inchieste della Federcalcio e i successivi due gradi di giudizio (Commissione Disciplinare e Corte di Appello federale).

I fatti. Sono passate poche settimane dalla fine del lungo ed incerto braccio di ferro tra neroverdi e biancazzurri, il Brindisi festeggia il ritorno in C dopo 16 anni. <Ed è un bel tornare - si legge sulla Gazzetta dello Sport del 1° luglio – a conclusione di un torneo a dir poco trionfale durante il quale la coppia Fanuzzi-Morisco, nel ruolo di presidente e di allenatore, ha recitato un copione perfetto senza perdere una battuta. Arriverà Castignani alla corte brindisina perché Morisco vuole riavvicinarsi alla famiglia che abita a Firenze>. Intanto Pasquale Morisco è in vacanza. <Vacanze meritate - spiega ai giornalisti – perché il campionato è stato duro e difficile nonostante il nostro strapotere visto che abbiamo trovato nel Chieti una formazione irriducibile e fermamente decisa a contrastarci il passo fino alla fine>.

In effetti la corazzata Brindisi ha conquistato 24 successi e 9 pareggi, ha subìto una sola sconfitta (a Civitanova); 54 i gol realizzati, appena 6 quelli incassati. Anche il Chieti è andato molto forte ma non è bastato e ha tagliato il traguardo a due punti di distacco (per i neroverdi 24 vittorie, 7 pareggi, 3 sconfitte). Classifica finale nelle prime posizioni: Brindisi 57 punti, Chieti 55, Novoli 47, Martina Franca 40. C’è però un’ombra sull’exploit dei pugliesi, Angelini ha ricevuto una soffiata negli spogliatoi della Civitella il pomeriggio di domenica 14 maggio.

Di ufficiale non si sa ancora nulla e la Lega il 6 luglio pubblica l’elenco delle squadre che dopo aver vinto la serie D sono ammesse in C: Bolzano, Brindisi, Città di Castello, Internapoli, Pavia, Pontedera. Il Chieti invece è nella lista delle società iscritte alla “quarta serie” dove c’è pure la Gloria Chieti che ha salvato la categoria perché nel ‘67-68 è previsto l’ampliamento degli organici in D.

La bomba esplode sui giornali la mattina del 20 luglio quando si apprende (fonte Gazzetta) che <in questi giorni il dottor Ferrari Ciboldi, su incarico dell’avvocato Angelini, responsabile dell’Ufficio Inchieste, ha portato a termine una complessa istruttoria protrattasi per una quarantina di giorni, relativa a un caso di tentato illecito sportivo che sarebbe stato messo in opera a favore del Brindisi>.

In realtà non di un “tentato” illecito si tratta ma di due illeciti effettivamente compiuti: un premio in denaro promesso al portiere Campanini al duplice scopo di “incentivare” il giocatore (partita Chieti-Toma Maglie del 14 maggio) e di corromperlo (partita Toma Maglie-Brindisi del successivo 21 maggio).

Spiegano i giornali: <Nel maggio scorso una persona che venne poi identificata come non tesserata, ma conosciuta dal presidente del Brindisi, ebbe ad avvicinare il portiere del Maglie, alla vigilia dell’incontro con il Chieti. A detto portiere venne promesso un “regalo” per un… super impegno e nel contempo venne invitato a… scadere di forma la settimana dopo quando il Maglie avrebbe dovuto incontrare il Brindisi. Il portiere del Maglie, Gianni Campanini, riferì l’accaduto al suo presidente il quale non ritenne di dare importanza alla cosa ma a campionato concluso (Brindisi primo con due punti di vantaggio sul Chieti) la notizia saltò fuori e il Chieti quale terzo interessato denunciò l’accaduto alla Lega competente. Di qui l’inchiesta su cui naturalmente si mantiene il massimo riserbo ma che a quanto è dato di intuire, si concluderà con il rinvio a giudizio del Brindisi per responsabilità oggettiva nel tentativo di illecito. Ovvio che il Chieti speri in una penalizzazione del Brindisi così da passare al primo posto nel girone E della serie D proprio in sostituzione del Brindisi. L’addentellato che porta al convincimento dell’esistenza di tale responsabilità si identifica come già detto nel fatto che il presidente del Brindisi conosceva colui che ebbe ad avvicinare il portiere del Maglie. Sentenza poco dopo Ferragosto>.

C’è anche il calciomercato e la Gazzetta annuncia: per il Chieti solo cessioni. Angelini aspetta la sentenza e il Chieti è inevitabilmente fermo quanto a movimenti in entrata. Intanto vende bene: Dalle Fratte al Bari (30 milioni), ma l’affare salterà. Pezzotti al Bari (15), Martella (20) all’Inter che lo girerà poi al Genoa, Negrisolo (8) all’Empoli, Spinelli al Maglie in cambio del giovane De Lise (andrà poi in prestito alla Vastese). Paradiso, tornato dall’Ascoli, passa all’Avellino. Un solo acquisto: il ventiduenne attaccante Cerroni preso dal Giulianova per 2 milioni.

Ci sono novità anche in casa Gloria Chieti: Rubinato ceduto alla Jesina per 4 milioni. I giornali riferiscono anche che la squadra nella prossima stagione sarà allenata da Ermete Novelli. Succede a Spada. Novelli è stato alla guida di Chieti Scalo, Nike Onarmo e in un campionato <ha portato il Chieti alla salvezza con un finale magnifico>.

Silenzio sul caso-Brindisi per quasi tutto il mese di agosto. Quando vengono resi noti gli organici dei tre gironi di serie C ci sono i pugliesi in quello meridionale (che è zoppo, ha infatti 19 società iscritte; sono 20 negli altri due, A e B). Chieti e Gloria Chieti, invece, figurano nel girone H della serie D. Ma che l’inchiesta stia proseguendo si intuisce dalla compilazione dei calendari: nel girone C alla prima giornata, in programma il 17 settembre, “riposerà” il Brindisi. Alla seconda è prevista (sulla carta) la partita Taranto-Brindisi.

Da segnalare che il 31 luglio si è riunita la Commissione Disciplinare della serie D che ha dichiarato la propria non competenza a giudicare in quanto il Brindisi risulta regolarmente iscritto al campionato di serie C. Il fascicolo viene perciò trasmesso alla C.D. della C. In quel periodo si deciderà l’accorpamento fra i due organismi e nascerà una unica Commissione Disciplinare del settore semiprofessionistico.

Il 9 settembre un’importante notizia rende più solide le speranze del Chieti e dei suoi tifosi per un ritorno in serie C. Viene infatti definita “difficile” dai giornali la posizione del Brindisi e la Gazzetta dello Sport spiega: <Per oltre 8 ore sono passati di fronte alla Disciplinare il portiere del Maglie, Gianni Campanini, il commissario del Chieti, Guido Angelini, il presidente del Maglie, Salvatore Sanasi, il commissario del Brindisi, Franco Fanuzzi, oltre a molti testimoni a carico e a discarico. Seduta lunga, snervante, nel corso della quale sono affiorate precise responsabilità. Il portiere Campanini avrebbe infatti ammesso ancora una volta di essere stato avvicinato da un emissario del Brindisi alla vigilia delle gare Chieti-Maglie del 14 maggio (3-0) e Maglie-Brindisi (1-2) del 21 maggio e in seguito di aver ricevuto un buon compenso perché il suo comportamento in campo fosse tale (sia nel primo che nel secondo caso) di non danneggiare per nulla il Brindisi. Da parte loro i rappresentanti del Brindisi avrebbero smentito le dichiarazioni del Campanini, mentre il Chieti che denunciò i fatti anche se con qualche giorno di ritardo, ha confermato in tutto e per tutto la sua denuncia. Tra gli altri sono stati ascoltati Ugolini, segretario del Bologna (il portiere Campanini è tesserato per la società felsinea e si trovava a Maglie in prestito), il dirigente teatino Visini e due giocatori del Maglie, De Vitis e De Pascalis, citati questi ultimi dal Brindisi a proprio discarico. Dario Angelini (rappresentante dell’Ufficio Inchieste) ha formulato le sue richieste di condanna che prevedono la squalifica a vita per Campanini e 13 punti di penalizzazione a carico del Brindisi. La Commissione Disciplinare si è riunita in camera di consiglio alle ore 22>.

Domenica 10 settembre è una giornata radiosa per il mondo neroverde. L’annuncio ufficiale è: <Brindisi in D, il Chieti giocherà in serie C>.

Il giornalista Giorgio Chellini, da Firenze, firma sulla Gazzetta un ampio servizio. <Sentenza come logica comandava quella emessa dalla Commissione Disciplinare della Lega Nazionale Semiprofessionisti dopo 18 ore di riunione pressoché continue a carico del Brindisi, del giocatore Campanini e dei massimi esponenti del Brindisi, del Maglie e del Chieti (gli ultimi due per ritardata denuncia). Il Brindisi si è visto infatti assegnare una penalizzazione totale di 15 punti da applicare sulla classifica del campionato 1966-67. Squalifica a vita per Campanini, inibizioni ai tre dirigenti: Angelini fino al 31 gennaio 1968 (violazione articolo 2 lettera B per aver omesso di denunciare senza indugio); Fanuzzi al 29 febbraio ’68; Sanasi al 31 dicembre ’67>.

Nella sentenza si spiega che il Brindisi è stato ritenuto responsabile di illecito per incentivazione e di illecito per corruzione. La Disciplinare gli infligge per la prima violazione la penalizzazione di punti 3, per la seconda la penalizzazione di punti 12. Quindi i giudici sono andati perfino oltre le richieste della pubblica accusa.

A Campanini per aver accettato la proposta fattagli di alterare mediante compenso lo svolgimento e il risultato delle due gare oggetto dell’inchiesta, la Commissione infligge la sanzione del ritiro della tessera.

<Campanini – è precisato sulla Gazzetta – senza fare molte riserve aveva ammesso tutte le sue colpe e per di più aveva avvalorato la sua deposizione con argomenti che coinvolgevano maggiormente il Brindisi. E’ vero che il giocatore forse fu mal consigliato da qualche suo dirigente che attese troppo a far conoscere un pericolosissimo stato di cose, per sé e anche per la sua squadra. Ma di fronte alla giustizia sportiva queste giustificazioni valgono poco. Un caso di illecito come quello che ha visto coinvolto il Brindisi non si era mai registrato da alcuni anni a questa parte. Un caso che ha fatto parlare molto e che altresì ha coinvolto pure il sesso debole. Due ragazze infatti vennero ascoltate dalla Commissione Disciplinare e a quanto risulta furono proprio loro a segnare definitivamente il destino del Brindisi se è vero che per giungere a Campanini, quel Rizzo che avrebbe rappresentato la società pugliese in tutta la vicenda, passò proprio attraverso le giovani amiche del portiere del Maglie. Una delle due donne avrebbe addirittura accompagnato l’inquirente nel luogo dove Campanini ricevette il denaro dall’emissario del Brindisi>.

Le motivazioni della sentenza chiariscono in via definitiva il quadro della vicenda.

<Il 12 maggio - svela la Disciplinare – il portiere del Toma Maglie, Gianni Campanini, riceveva una comunicazione da una sua concittadina, Angela Balboni, per un appuntamento nel pomeriggio. Il Campanini, avuto il permesso dal suo presidente, si recò all’appuntamento con la Balboni e seppe che una persona voleva parlargli per incarico del Commissario del Brindisi onde trattare il suo passaggio nella società pugliese per il prossimo campionato. L’incontro ebbe luogo a Lecce dove il Campanini fu avvicinato da un certo Oronzo Rizzo che a nome del Commissario del Brindisi gli propose di giocare nella prossima stagione nella società pugliese e condizionò chiaramente il tutto ad un suo super impegno nella partita Chieti-Toma Maglie e ad una facilitazione della vittoria del Brindisi a Maglie la settimana dopo. Aggiunse anche una promessa di denaro nel caso in cui il Toma Maglie avesse ottenuto un risultato utile a Chieti. Il Campanini che da qualche mese come gli altri giocatori del Maglie non riscuoteva lo stipendio, rimase scosso e dette una risposta incerta ma sostanzialmente positiva. Il Toma Maglie perse a Chieti e subito dopo la partita il presidente del Maglie espresse la speranza al Commissario del Chieti che la settimana dopo la propria squadra, giocando contro il Brindisi, arrivasse alla vittoria anche se al portiere Campanini era stato promesso un premio in denaro e il trasferimento al Brindisi. Intanto fra il Campanini e il Rizzo i contatti continuarono alla presenza della Balboni e il Rizzo offrì 400.000 lire per una prestazione assolutamente scadente in occasione della gara Toma Maglie-Brindisi. Il Brindisi in effetti segnò dopo 2 minuti di gioco e il Campanini fu sostituito (su sua richiesta, dice lui, su iniziativa dell’allenatore e del Sanasi, sostiene lo stesso Sanasi) e la partita finì con la vittoria del Brindisi per 2-1. Dopo l’ultima giornata di campionato il Campanini e la Balboni si recarono a Brindisi a trovare il Rizzo per incassare la somma promessa. Infine nell’auto della Balboni il Rizzo consegnò 100.00 lire dicendo che di più non gli era stato possibile ottenere. Nell’ambiente del Chieti intanto si parlava molto della cosa e allora il Commissario Angelini si recò a Bologna a parlare con Campanini. Dopo uno stringente interrogatorio, il giocatore ammetteva le offerte fattegli ed i nomi del corruttore e della intermediaria. In seguito a questo colloquio il Commissario del Chieti avvertiva il Capo dell’Ufficio Inchieste che dava inizio immediatamente all’indagine condotta da Ferrari Ciboldi. La Commissione Disciplinare osserva infine che il Campanini è confesso e sotto molti aspetti è la figura più ingenua di tutta la vicenda, ma certo il suo comportamento è stato gravissimo mettendo in subbuglio tutto il periodo finale del campionato>.

Il capoluogo pugliese è sotto shock mentre c’è il tripudio a Chieti. Giovedì 14 settembre a Brindisi viene proclamato uno sciopero generale di tutte le categorie del mondo del lavoro. Città ferma, totalmente paralizzata in segno di protesta. Chiudono anche gli uffici pubblici alle 11 del mattino. Siamo alla vigilia della sentenza della Caf ma il verdetto verrà confermato anche in secondo grado.

In questa storia, nella quale le indagini condotte da un funzionario federale ferratissimo e scrupoloso come il dottor Aldo Ferrari Ciboldi consentirono di fare piena luce, spicca l’enorme ingenuità – come ebbe a sottolineare la stessa Disciplinare – di Gianni Campanini, un vero sprovveduto, forse mal consigliato, probabilmente irretito dall’amica, che si vide la carriera (sia pure di modesto livello) spezzata per la somma di 100 mila lire. Maldestro fu anche il Brindisi che organizzò la combine (probabilmente inutile vista l’abissale differenza esistente fra la squadra biancazzurra e il Toma Maglie) in modalità “dilettanti allo sbaraglio”.

Grande si confermò invece l’intelligenza (e la furbizia) di Guido Angelini capace di sfruttare rapidamente e abilmente l’incredibile assist del presidente del Maglie, Salvatore Sanasi, altra ingenua (o no?) figura di questo romanzetto.

Il 24 settembre, dopo la prima domenica di riposo previsto dal calendario, a Taranto giocò il Chieti di Nardino Costagliola che schierò: Gridelli, Lancioni, Savini; Carboncini, Montanaro, Martella; Carlucci, Galati, Ascatigno, Dalle Fratte, De Pedri. Un terzino all’ala sinistra! I neroverdi vennero sconfitti 1-0. Dopo l’1-1 interno contro l’Akragas, avrebbero ottenuto il primo successo stagionale nella giornata successiva (8 ottobre), la quarta, a spese del Trapani: 2-0.

C’è da dire che il Brindisi affidato a Pietro Castignani vinse trionfalmente il successivo campionato di serie D e Franco Fanuzzi, presidente animato da un’immensa passione – è giusto riconoscerlo – condusse in seguito (1972) il Brindisi allenato da Vinicio in serie B.

A Fanuzzi è intitolato lo stadio di Brindisi. Come a Guido Angelini quello di Chieti. La storia ha reso identico omaggio alla loro memoria dopo lo scontro del quale furono protagonisti nell’estate di cinquanta anni fa.

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