«La squadra è molto serena, tranquilla, si sta divertendo, sa di piacere e si piace. Ma soprattutto sa di rappresentare colori importanti. Sentiamo la responsabilità, ma insieme ad una gran voglia di far bene e di vincere sempre, tutte le partite. Non so se sarà possibile, ma noi vogliamo provare a vincere sempre». A parlare è Gabriele Aielli e del suo Chieti FC che, dopo il 7-0 di sabato scorso, si prepara ad affrontare a punteggio pieno il Passo Cordone.

Come sta lo “squadrone”?

Sorride, sospira e risponde: «Lo squadrone sta bene e ha passato una settimana molto tranquilla dopo un’altra molto impegnativa. La prossima invece abbiamo tre gare. Per questo ho dato un po’ di scarico psicologico alla squadra perché “martellare” troppo non va bene».

Sette gol non si fanno spesso, siete arrivati a 22 gol, gli unici a punteggio pieno mentre gli altri ne hanno già perso qualcuno e avete già un vantaggio di 4 lunghezze dopo sole 5 giornate. Siete più voi che incutete paura o gli altri che devono ancora rodare?

«È ancora troppo presto per parlare di vantaggi o svantaggi. Abbiamo fatto tutti i punti che potevamo fare e con la squadra mi sono dato un obiettivo: dobbiamo fare più punti possibile fino alla decima partita, poi faremo un punto, ma è ancora presto per fare calcoli perché abbiamo una partita di vantaggio e davanti ne abbiamo tantissime».

La partita contro il Palombaro comunque è stata giocata davvero bene: qualità dell’organizzazione e dei singoli e stavolta neppure quei cali di tensione che sono costati quei pochi evitabili gol che la squadra aveva subito…

«Ha detto bene. Al di là dei gol fatti e della tante occasioni create, la squadra è rimasta sempre concentrata, tranne che nell’ultimo quarto d’ora, ma non ho preteso di più perché  la partita era fatta. E anche stavolta i cambi hanno funzionato alla grande. La squadra è sul pezzo e sta rispondendo su tutto quello che ci diciamo nel corso della settimana».

Quando si è trovata ad affrontare due inaspettati svantaggi iniziali, la squadra ha reagito con ordine e tranquillità. Questo perché c’era tempo o perché la squadra è cosciente della propria forza?

«È una questione di crescita. Non ci dobbiamo dimenticare che questa è una squadra completamente nuova: 20 giocatori messi insieme per la prima volta. Questa è una cosa molto positiva e mi fa ben sperare per le ulteriori potenzialità. Con la Flacco ci sono stati casualità e un piccolo infortunio del nostro portiere Falso. A Vasto pure si è trattato di un errore».

Parliamo dei singoli. Facile cominciare da Catalli che, dopo tre giornate rimasto fuori, in due partite ha fatto vedere tutto il suo valore, ma anche tutta la voglia di far bene. Sembra che non aspettasse altro…

«Confermo tutto, anzi ti dirò più. Quest’estate, sentendoci per una chiamata di cortesia, mi chiese che cosa avrei fatto. Io gli dissi che forse sarei rientrato nella mischia e lui mi disse che avrebbe fermato tutto e avrebbe aspettato le mie decisioni. Io ero già in trattativa con Giulio Trevisan e gli dissi che avrebbe dovuto aspettare al massimo una mezza giornata. Non sono passate due ore che mi ha richiamato… Lui è venuto con grande voglia e impegno, anche per prendersi alcune sue rivincite personali . Sa che, al di là della categoria, venire a Chieti era un’occasione importante per lui. Io non ho fatto fatica per portarlo e lui è venuto con molte motivazioni. E poi le qualità di Catalli non le scopriamo oggi: con un pizzico di percorso diverso, avrebbe potuto fare altre categorie. Dipende tutto da lui».

Allude evidentemente a certi suoi limiti caratteriali…

«Esattamente. Il nostro percorso ce lo facciamo da soli, ma io penso che lui ha capito che quest’anno deve gestirsi in modo diverso, deve pensare alla squadra, all’obiettivo e al gruppo, staff tecnico compreso. Io lo conosco bene e sta migliorando».

Chi altro l’ha impressionata sul campo?

«Mi sono piaciuti i difensori, che stanno ritrovando la condizione. Valerio sta recuperando da un infortunio e sta prendendo il ritmo che io chiedo. Lo stesso vale per Giannini, che ha fatto un precampionato stupendo, poi ha avuto dei cali dovuto alla preparazione. Adesso sto rivedendo il giocatore che conosco. Quello che mi piace di questa squadra, sarò forse noioso nel ripetermi, ma sono i cambi: anche domenica, con il risultato acquisito, chi è entrato è stato determinante, come Sablone che è entrato e ha fatto due gol. Tutti entrano per giocare e giocarsi anche il posto, con la voglia di dimostrare quello che valgono e tutti riescono a sfruttare al meglio il tempo che gli viene concesso dando il massimo alla squadra. Questo mi piace molto».

Arriviamo all’avversario di domenica: il Passo Cordone. Ne ha sempre parlato molto bene sin da prima che il campionato iniziasse e lo riaffrontate dopo averlo battuto in Coppa Italia. Il campionato però è sempre un’altra cosa. Perché merita tutto questo rispetto?

«Perché è una squadra organizzata, che gioca da tempo insieme e ha gente di categoria valida. Non ha grossi talenti, ma è molto equilibrata in tutti i reparti ed equilibrata anche nei risultati: non vince 7-0 o perde per 3-0, ma sempre con scarti minimi. Sarà un test importante: per me è il primo scontro diretto per una concorrente alla vittoria finale. I 3 punti sono uguali con tutti gli avversari, ma con un avversario diretto valgono di più».

Venendo alle partite del Chieti FC si vedono sorrisi sugli spalti e anche sul viso dei giocatori. Ovvio che i risultati aiutano, ma c’è anche un bello spirito e un’affinità crescente tra squadra e pubblico. Come cerca di filtrare tutto questo?

«Io ho un rapporto molto diretto con la squadra e pongo pochi filtri in tutti i sensi. La prima cosa è il rapporto umano e  bisogna essere sempre chiari, trasparenti e lucidi perché sul campo le cose cambiano velocemente e bisogna essere pronti a fronteggiarle. Per quanto riguarda invece il pubblico, io sono contento e trasmetto questa soddisfazione anche alla squadra perché penso che abbiamo ricreato un piccolo clima e che stiamo dando alla Città qualche soddisfazione. Purtroppo il campionato è quello che è, ma noi questo abbiamo e su questo dobbiamo lavorare per il futuro. I ragazzi sono contenti, anzi stupiti di tutto il pubblico che ci segue in casa e io e loro speriamo che comincino a seguirci anche fuori casa, a dare così anche agli altri il segnale che la Città si sta muovendo. Avere uno stadio così ed un pubblico così è avere già diversi punti a favore; averlo anche fuori casa ci darebbe uno stimolo e un sostegno in più.

Anche il fatto che la società si sia rafforzata con l’ingresso di un quinto socio vi dà ulteriore serenità o voi pensate solo al campo e non ve ne curate?

«A noi fa solo piacere. Questa è una famiglia, con una società molto snella ed efficace, che va dritta per la sua strada verso l’obiettivo e l’ingresso di nuovi soci non può che farci piacere perché vuol dire che saremo ancora più forti, dentro e fuori dal campo».

Ha ricevuto qualche telefonata per i tuoi gioielli?

«Sì. Per il momento ci sono alcuni interessamenti, da parte di società anche professionistiche per alcuni giovani, ma a dicembre non si muovono, perché non voglio togliere alcun equilibrio alla squadra».

Parliamo allora dei giovani. Gli Allievi hanno avuto un ottimo esordio. Tra di loro pensa che vi sia qualche risorsa utile pronta per la prima squadra?

«Sì, ce ne sono parecchi che io ho già individuato. Manca loro ovviamente un po’ di intensità, ma sicuramente faranno parte della rosa della prima squadra. Per noi i giovani sono fondamentali e siamo strutturati per farli crescere, trattandoli come titolari, non come fuori quota. Io voglio giocatori di prospettiva, con una proiezione mentale da vero calciatore. Chi è così, farà parte di questo progetto anche nei prossimi anni. Al momento, secondo me, l’80% del nostro organico può fare più anni e campionati superiori. Questa è una delle cose che mi sono state chieste all’inizio: una squadra giovane e di prospettiva».

.

Condividi
Pin It