Bello, bravo, costoso. Ecco l’identikit di Fortunato Torrisi. Di bellezza mediterranea (è nato a Melito Porto Salvo, area metropolitana di Reggio Calabria, il 23 ottobre 1955). Bravo (tecnicamente dotatissimo, centrocampista con spiccata vocazione offensiva, oggi lo definiremmo attaccante o mezzapunta, ideale per un 4-4-1-1). Costoso: il Chieti lo prese dal Siracusa pagandolo oltre 200 milioni di lire, cifra enorme a quell’epoca (il 1977) tanto più per una società di serie C. Operazione condotta personalmente dal presidente Luciano Marino, contestata da alcuni dirigenti di allora (ad esempio Antonio Zinni) per l’entità dell’investimento. In quell’estate fu l’acquisto più clamoroso del mercato di C, il botto fragoroso dei fuochi d’artificio fatti brillare dalla neonata società per azioni, sorta dopo la pluriennale esperienza legata al nome di Guido Angelini che aveva donato l’intero patrimonio della Chieti Calcio al nuovo gruppo di imprenditori.

Costituita il 7 giugno 1977 nello studio del notaio Vincenzo Cracchiolo in piazza Templi Romani, la SpA si presentò subito con questo fiore all’occhiello: l’acquisto di Fortunato Torrisi, rivelazione del campionato di serie C 1976-77 con il Siracusa. Era giovanissimo ma aveva già collezionato 5 presenze in serie A nel Como, l’anno precedente (1975-76).

L’esordio con i lariani era avvenuto il 16 novembre 1975, a venti anni. Un debutto con i fiocchi, quella domenica il Como aveva dato  un grosso dispiacere all’Inter battuta 3-0. Il tabellino:

Como: Rigamonti; Mutti, Melgrati; Garbarini, Fontolan, Boldini; Torrisi, Scanziani, Correnti, Rossi (52’ Iachini), Cappellini. Allenatore Bagnoli

Inter: Vieri; Giubertoni, Fedele; Bini (71’ Cesati), Facchetti, Pavone; Bertini, Oriali, Boninsegna, Marini, Mazzola. Allenatore Chiappella

Arbitro: Levrero di Genova

Marcatori: 53‘ Cappellini, 73’ Melgrati, 82’ Cappellini

Calcisticamente cresciuto nel Siracusa, nel 1975 era stato preso dal Como che aveva nel direttore sportivo Giancarlo Beltrami un manager dall’occhio lungo e così il ragazzo calabrese era giunto molto precocemente sulla ribalta della serie A. L’estate dopo, però, tornò in forza alla squadra aretusea. Per quale ragione?

<Avevo guai fisici, mi tormentava la pubalgia. Quelli del Como mi avevano affidato ad un chiropratico che non aveva risolto nulla. Poi ero stato spedito a farmi vedere addirittura dal medico dell’Argentina. Mi sottoponevano a punture allucinanti, una cosa spaventosa. A fine partita non camminavo più, ero un cadavere. In bagno ero assalito da dolori addominali micidiali. Eppure Beltrami e altri in società mi definivano un malato immaginario. Secondo loro facevo finta o nella più indulgente delle ipotesi esageravo, ingigantivo il problema. Alla fine mi arrabbiai e dissi che erano una massa di incompetenti. Tornai a Siracusa e nel giro di una ventina di giorni, sarà stato per il clima caldo o per l’adozione della terapia giusta, mi rimisi in piedi. Qualche anno dopo, passato all’Inter, Beltrami fece di tutto perché accettassi il trasferimento alla squadra nerazzurra, fu lunga l’opera di persuasione ma io non volli saperne. Rifiutai l’Inter, non avevo dimenticato quella brutta esperienza di Como e il mio rapporto con quel manager. Il bello è che all’Inter ho segnato, sempre a San Siro, sia con l’Ascoli nel campionato 1979-80 sia con la maglia del Torino nell’83>.

Già, memorabile la vittoria ascolana a San Siro. 11 maggio 1980 (trentesima e ultima giornata di campionato): Inter-Ascoli 2-4 con primo gol bianconero realizzato da Torrisi. Le formazioni:

Inter: Bordon; Occhipinti (46’ Caso), Baresi; Pasinato, Canuti, Bini; Oriali, Marini, Altobelli, Beccalossi, Ambu. 12 Cipollini, 13 Mozzini. All. Bersellini

Ascoli: Pulici F. (Muraro L.); Anzivino, Boldini; Perico, Gasparini, Scorsa; Torrisi, Moro, Anastasi, Trevisanello 2° (77’ Pircher), Bellotto. 14. Iorio. All. G.B. Fabbri

Arbitro: Ciulli di Roma

Marcatori: 25’ Torrisi, 44’ Marini autorete, 55’ Bellotto, 58’ Altobelli, 66’ Anastasi, 73’ Altobelli.

<Pomeriggio da brividi. Dopo Como, era il mio primo vero campionato in serie A e capirete che gioia ho provato. Ad Ascoli quello storico trionfo se lo ricordano ancora. All’Inter, come ti dicevo, ho segnato poi anche in granata, sempre a Milano>. Eccola l’altra data da incorniciare per Fortunato: 20 febbraio 1983 Inter-Torino 1-3 con firme Toro di Borghi, Selvaggi e Torrisi (gol nerazzurro di Altobelli su rigore in chiusura di match). <Soddisfazioni enormi e rivincite personali che non posso dimenticare>.

Riprendiamo il filo della storia. Da Como di nuovo a Siracusa, quindi la chiamata del Chieti. Sei costato un mucchio di soldi nell’estate di quaranta anni fa.

<E’ vero, ma ne feci incassare anche tanti quando l’anno dopo venni ceduto in serie B alla Pistoiese> sottolinea ridendo. Dal club toscano il decollo con sei campionati di serie A vissuti nelle file di Ascoli, Torino, Catania e Lazio. Ha totalizzato 161 presenze nella massima divisione e segnato 16 gol, alcuni sono opere d’arte che entrano di diritto nella galleria dei capolavori del calcio. In rete si possono gustare i filmati: andate a vedere e capirete.

Torrisi arrivò in Abruzzo a 21 anni. Era uno dei giocatori-gioiello della serie C e il suo passaggio al Chieti fece rumore. Il Siracusa impose al club neroverde la contestuale cessione di un attaccante della provincia di Lecce, Realino Ciccarese, salentino di Novoli. Mah… Operazione distinta dall’affare-Torrisi fu invece un altro acquisto, sempre dal Siracusa, quello di Giuseppe Brunetti (nato a Sant’Angelo Lodigiano l’8 agosto 1956) fior di centrocampista. Brunetti – è giusto ricordarlo – in maglia neroverde ha disputato tre stagioni: ’77-78 e ’78-79 in C1, l’80-81 in C2 dopo la parentesi di un anno a Teramo. 98 presenze e 15 gol con il Chieti, indubbiamente un bel bilancio.

Il giocatore calabrese nel suo primo anno teatino collezionò 35 presenze e sei gol. Ecco in dettaglio le sue reti neroverdi: 18 settembre 1977 Chieti-Arezzo 4-0 (doppietta); 2 ottobre Chieti-Riccione 1-0; 13 novembre Chieti-Olbia 2-0 (Torrisi, Tilotta); 4 dicembre Chieti-Pisa 2-0 (Torrisi, Michesi); 5 marzo 1978 Chieti-Spal 2-1 (Torrisi, Guasti). Un’espulsione il 2 aprile in Chieti-Empoli 0-2 (fallo su Mancini, arbitro Casella di Voghera). Nella sua seconda esperienza a Chieti (C2 stagione 1988-89) le presenze furono 25 (un gol).

Fortunato esordi (in campionato) con la maglia neroverde l’11 settembre ’77 (prima giornata) a La Spezia, partita finita 0-0. Il tabellino:

Spezia: Masoni; Crema, Fazio; De Fraia, Giulietti, Motto; Colombi, Mugianesi, Sellitri (64’ Bertolini), Seghezza, Bongiorni. 12. Menconi C., 14. Spinella. All. Sonetti.

Chieti: Di Carlo; Bertuolo, Berlanda; Guasti, Colzato, Menconi L.; Salvori, Torrisi, Michesi, Brunetti, Tilotta. 12. Cappni 13. Greco 14. Lombardi. All. Giammarinaro.

Arbitro: Paparesta di Bari

Torrisi esprime così la propria gratitudine verso Chieti e il Chieti. <Ho maturato una delle mie esperienze più importanti. Sul piano formativo è stato uno snodo fondamentale nel mio percorso professionale. A Como avevo respirato l’aria della serie A ma c’erano stati aspetti negativi che avevano gettato un’ombra su quel periodo. A Chieti invece spiccai il volo definitivamente e ancora oggi devo ringraziare la società neroverde per avermi lanciato nel calcio ad alti livelli. Perciò sono rimasto attaccatissimo alla città dove vengo con una certa frequenza. Ho tanti amici che rivedo sempre volentieri. Sì, una tappa fondamentale per la mia carriera e bellissima dal punto di vista umano per le persone che ho conosciuto e con le quali conservo uno stretto rapporto, consolidatosi quando nell’88 sono tornato a Chieti e ho ancora lavorato con Toni Giammarinaro. Nel ricordare i miei conoscenti chietini mi riferisco al mio grande amico Enzo, che ho rivisto pochi mesi fa, agli assicuratori Tommaso e Domenico, all’armeria Di Berardino. Gente di Chieti Scalo dove ho abitato. Ho avuto un forte legame con la famiglia del presidente Marino, rammento i genitori del massaggiatore Mino Ianieri, i titolari del ristorante Nino alla Trinità. Tutta gente alla quale ho voluto e voglio bene. Persone semplici, affettuose, sempre disponibili e pronte a non farti mancare nulla. Per questo sai quale grande rimpianto ho?>.

Quale?

<Ad un certo punto, quando stavo vivendo il mio periodo migliore come allenatore, corse voce che potesse chiamarmi il Chieti. E’ accaduto diversi anni fa. Credo si trattasse di C1. La prospettiva mi intrigava, avrei accettato con grandissimo piacere. Anche mia moglie e mio figlio erano felici all’idea del trasferimento, purtroppo non se ne fece nulla. Peccato. A Chieti sono tornato da tecnico avversario>.

I tuoi due campionati al Chieti si sono conclusi così: nel 1978 ci fu un esito fortemente deludente in rapporto alle aspettative della società e dei tifosi considerate le dimensioni dello sforzo finanziario per l’allestimento della squadra. Delusione appena attenuata dall’ingresso nella nuova C1. Nel 1989 il verdetto fu sportivamente addirittura doloroso con lo spareggio per la C1 perso ai rigori contro la Ternana.

<Giusto, nel ’78 la squadra aveva complessivamente valori molto elevati. Ma c’era stato un rinnovamento radicale, gruppo totalmente nuovo. Avevamo bisogno di un po’ di tempo per completare il rodaggio. Purtroppo alcune sconfitte, quelle di Ferrara ed Empoli, fecero precipitare la situazione, i dirigenti decisero di cambiare allenatore e Giammarinaro fu esonerato. Una scelta che io non condivisi e ancora oggi confermo le mie perplessità. Avrei tenuto Toni per dargli modo di completare il lavoro, i risultati sarebbero arrivati. Venne Volpi e con il nuovo tecnico all’inizio non entrai in sintonia, ci fu anche un battibecco tra noi due sulla mia collocazione in campo. Ma poi, come sempre succede tra persone intelligenti, non mancò il chiarimento e da quel momento non ci furono più problemi. Era una persona perbene. Credo che avremmo potuto svolgere un ruolo competitivo fino al termine della stagione se ci fosse stata una maggiore incisività in fase offensiva. Più di dieci anni dopo tornai spinto dall’affetto verso la città e verso i colori. Ero animato da grandissimo entusiasmo. Presi ancora una scelta giusta anche perché trovai due persone eccezionali come il presidente Mancaniello e il direttore Garzelli. Con entrambi ho avuto un eccellente rapporto. Ma il Chieti non ebbe fortuna, uno o due pareggi, al posto delle vittorie necessarie, ci impedirono di avere la meglio nella volata finale. E poi quel triste epilogo>.

Hai giocato tanto in serie A. C’è una immagine-icona in questa tua lunga esperienza ai massimi livelli. A Torino i tifosi della sponda granata la venerano ancora. Ci riferiamo ovviamente alla vittoria nel derby contro la Juve il 27 marzo 1983.

<E’ stato il momento più alto della mia carriera. Il gol decisivo, quello del 3-2, mi ha cambiato la vita. Tra l’altro fu una rete splendida con la palla colpita al volo, in acrobazia, di destro. L’importanza di quell’episodio non la realizzai subito, troppo forte l’emozione per renderti immediatamente conto di quanto accaduto. Cominci a comprendere qualche giorno dopo, un poco alla volta. Quelle emozioni poi si sedimentano dentro di te nel corso degli anni e ogni volta che ci ripensi e ne riparli provi una sensazione bellissima. Fu un romanzo, non una partita di calcio, uno scontro epico pieno di pathos, con l’adrenalina a mille: da 0-2  dopo un’ora di gioco a 3-2 con i tre gol nostri realizzati nel giro di quattro minuti contro una Juve lanciata nella corsa scudetto, roba da fantascienza. Quel mese dell’83 tra febbraio e marzo per me fu a dir poco magico: prima il gol all’Inter a San Siro, in mezzo la doppietta contro il Cagliari (3-2 del Toro il 6 marzo n.d.a.) infine la rete della vittoria nel derby contro la Juve. Vissi un sogno>.

Ecco un altro tabellino da ricordare doverosamente.

Torino: Terraneo; Van de Korput, Beruatto; Zaccarelli, Danova, Galbiati: Torrisi (78’ Corradini), Dossena, Selvaggi, Hernandez, Borghi (59’ Bonesso). All. Bersellini

Juventus: Zoff; Gentile, Cabrini; Bonini, Brio, Scirea; Bettega, Tardelli, Rossi, Platini, Boniek. All. Trapattoni

Arbitro: Lo Bello di Siracusa

Marcatori: 15’ Rossi, 65’ Platini, 71’ Dossena, 72’ Bonesso, 74’ Torrisi.

Sei stato anche allenatore.

<Ma alla lunga ho capito che la mia vera strada era un’altra. Troppe delusioni, mi gratificava di più il lavoro con i ragazzi, l’impegno di istruttore. Ho iniziato come tecnico nel vivaio della Lazio, otto anni, portando giovani dalla Primavera alla prima squadra. Ho lavorato al fianco di Bob Lovati anche come osservatore. Conoscendo il mio attaccamento al Chieti, spesso mi diceva “Oggi a Chieti c’è quella partita che merita di essere seguita. Perché non vai tu a vederla?”. E così sono tornato diverse volte allo stadio Angelini ed è stato sempre un piacere>.

Sposato con la signora Nicoletta, romana, ha un figlio, Matteo, che lo ha reso nonno di Leonardo e Valentino. Torrisi oggi dirige una importante scuola calcio a Roma, l’Accademia Torrisi (lo slogan “…a piccoli passi verso le stelle”) da lui fondata, grossa struttura nella quale si svezzano i talenti del futuro. E’ un centro di prim’ordine in zona Tor di Quinto, dove vengono applicate nuove metodologie di lavoro, una didattica fortemente innovativa. <Adesso siano associati alla “Orange Futbolclub” ed abbiamo stretto un rapporto di collaborazione con l’Empoli. Con me c’è anche Matteo> Con due nipoti maschi ulteriore sostegno non mancherà negli anni a venire…

Segue il Chieti con molta attenzione. <Mi informo sempre su come vanno le cose, so che adesso è in Eccellenza. Bisogna avere fiducia e sperare di tornare in alto, crederci sempre. Una squadra che porta il nome di Chieti non può restare a lungo chiusa dentro i confini della regione. La serie C è casa sua>.

p.s. Chi scrive è convinto che il Chieti 1977-78 fosse uno dei più forti di sempre. Aver fallito la promozione in serie B in quella stagione resta un rimpianto perenne.

Condividi
Pin It

barra divisoria

LA CURVA VOLPI HOME

Archivio fotograico di oltre 800 foto della curva Volpi e fanzine dei vecchi gruppi ultras 

barra divisoria

 

webchannelnew COMMUNITY 89FAIUNADOMANDA
Tifosi, partite, servizi, trasmissioni televisive
e tanto altro sulla nostra web Channel

La nostra pagina facebook che vanta una
community di oltre 4000 utenti

La curva Volpi il vanto di Chieti.
Fai una domanda agli 89 mai domi

 

barra divisoria