(di Franco Zappacosta)

 

E’ uno dei più noti tra i nati a Predappio. Il nome primo della lista, quello più famoso, riteniamo sia inutile precisarlo. Pier Luigi Cignani (13 gennaio 1940) è un ex calciatore neroverde forse tra i meno custoditi nella memoria dei tifosi. Perché indossò la maglia del Chieti soltanto in una remota stagione (serie C 1967-68). O forse perché, dopo gli inizi da attaccante, era passato a giocare a centrocampo - in mezzo o sulla fascia - ruolo probabilmente meno appariscente di altri, oppure per la semplice ragione che è stato sempre un personaggio un po’ schivo, più incline a schermirsi che ad occupare la ribalta. A Chieti giunse con un rispettabile stato di servizio. Cignani vantava esperienze in serie A (Palermo, al fianco del leggendario Skoglund), in serie B (Modena e Simmenthal Monza) e due anni prima dell’arrivo in Abruzzo aveva vinto con la Salernitana di Tom Rosati il campionato di C. Della nostra città pur a distanza di tanti anni conserva un ricordo vivido, bello, pieno di affetto.

Cignani aveva esordito nella massina divisione il 16 settembre 1962 (prima giornata) nella partita Palermo-Spal 0-1. Il tabellino:

Palermo: Ugo Rosin; Enzo Benedetti, Giorgio Sereni; Giorgio Ramusani, Pietro Adorni, Vittorio Calvani; Pier Luigi Cignani, Rune Borjesson, Carlo Volpi, Luigi De Robertis, Lennart Skoglund. All. Fioravante Baidi

Spal: Eugenio Bruschini; Osvaldo Riva, Dante Micheli; Adolfo Gori, Sergio Cervato, Gianfranco Bozzao; Carlo Dell’Omodarme, Lorenzo Cappa, Erwin Waldner, Oscar Massei, Giovanni Bui. All. Serafino Montanari

Arbitro: Gennaro Marchese di Napoli

Marcatore: 10’ Massei

Nell’estate del 1967 il Chieti era tornato in C, dopo un anno di purgatorio in quarta serie, in seguito alla condanna del Brindisi per il famoso illecito (corruzione di Campanini, portiere del Maglie). Angelini allestì la squadra in fretta e furia in quanto i due verdetti (della Commissione Disciplinare e della Caf) erano stati emessi all’inizio di settembre ed era mancato il tempo necessario per operare con calma sul mercato. Unico volto nuovo il promettente attaccante Gilberto Cerroni, giunto dal Giulianova. Alcune delle operazioni più importanti vennero perfezionate nel corso del mese di ottobre a campionato inoltrato.

I pezzi di maggior pregio, in questi movimenti “autunnali”, furono Bonfadini dalla Tevere Roma, Cignani dalla Ternana e Sestili dalla Salernitana. I due avevano giocato insieme nella squadra granata allenata da Tom Rosati, promossa in serie B nel ’66 (il 20 febbraio 1966 in Chieti-Salernitana finita 1-2 Cignani realizzò alla Civitella il primo gol dei campani). Sestili era rimasto disputando con la Salernitana anche il torneo cadetto, mentre il compagno era finito in Umbria.

Giovedì 5 ottobre la Gazzetta dello Sport annuncia: <Il Chieti ha acquistato dalla Tevere Roma il terzino Giovanni Bonfadini, classe 1943>. E sabato 7 sullo stesso quotidiano si legge: <Il Chieti proseguendo nel suo lavoro di rafforzamento ha concluso le trattative per l’acquisto dei seguenti giocatori: Pier Luigi Cignani nato a Predappio nel 1940, interno, dalla Ternana; Sebastiano Bottaro nato a Siracusa (1943) interno, dal Foggia (prestito con diritto di riscatto); Mario Sestili nato a Fiastra (Macerata) nel 1941, ala, proveniente dalla Salernitana>.

Il cantiere neroverde era così chiuso ma sarebbe stato – inevitabilmente viste le premesse - una stagione di sofferenza.

Bonfadini esordì subito domenica 8 ottobre: Chieti-Trapani 2-0 con reti di Ascatigno e Galati. Cignani invece fece il suo debutto (da ex) con la maglia neroverde a Salerno nella giornata successiva.  La squadra fu sconfitta 1-0.

Eccolo il tabellino.

Salernitana: Giunti; Pigozzi, Ferrante; Pacco, Matteucci, Ciravegna; Bolzoni, Valdinoci, Ronconi, Dianti, Diomede. All. Settembrino

Chieti: Gridelli; Bonfadini, De Pedri; Martella, Montanaro, Carboncini; Cerroni, Galati, Ascatigno, Cignani, Lancioni. All. Costagliola

Arbitro: Capobianco di Cagliari

Marcatore: 57’ Bolzoni

Sentiamo Cignani. <Per me fu un’annata positiva. La ricordo con piacere. Ero sposato da appena due anni, feci un po’ fatica nel trovare casa. Poi affittammo un alloggio in via Papa Giovanni, l’appartamento si trovava in un palazzo che dava su una scarpata. Il panorama era straordinario. Vista sulla Maiella da una parte, dall’altra campi con ulivi e il mare di Francavilla lontano. Uno spettacolo. Ti racconto un particolare. Mia moglie Giovanna in quel periodo non stava molto bene ma a Chieti si riprese subito. L’altitudine non eccessiva e l’aria buona furono un toccasana e anche lei per questo conserva un bel ricordo della città>.

Squadra affidata a Leonardo “Nardino” Costagliola. Da raccontare l’epilogo della breve esperienza del tecnico alla guida del Chieti. Dopo l’1-1 casalingo (27 ottobre) contro il Nardò (81’ Ascatigno, 88’ Tomizioli su papera del compianto Gridelli) Costagliola rilasciò un’intervista nella quale manifestava il proprio ottimismo. Queste le sue parole sulla Gazzetta di venerdì 27 ottobre: <Il Chieti contro il Lecce punta ad un pronto riscatto. Il tardivo verdetto sul caso Brindisi ci ha messo nei guai sul mercato ma ci riprenderemo. Occorre un po’ di tempo>. Neanche poteva immaginare la svolta che proprio in quelle ore stava preparando il presidente.

Angelini, infatti, aveva contattato Oscar Montez all’inizio della settimana. Costagliola fu esonerato su due piedi e al sabato, vigilia di Chieti-Lecce (poi finita 0-0), l’argentino arrivò sul colle teatino. Montez venne a sua volta licenziato a primavera e la missione salvezza fu coronata dalla coppia Di Santo-Pinti, due ai quali Angelini faceva ricorso nelle situazioni di emergenza. Un’altra stagione di cambi continui in panchina, comunque si scongiurò la retrocessione. Tredicesimo posto con 31 punti.

<Alla fine risultato discreto, salvezza conquistata sia pure con il batticuore. Quando la situazione sembrava precipitare riuscimmo a raddrizzarla con un paio di vittorie in casa e qualche pareggio prezioso nella volatona finale. Ricordo i successi alla Civitella contro la Casertana e il Siracusa nel mese di maggio, se non sbaglio. So che i tifosi neroverdi ci tengono e allora rammento che in casa nel girone di andata venne sconfitto il Pescara. Fu un campionato molto duro, interminabile, si concluse alla fine di giugno (infatti le squadre erano diciannove ma solo nel girone C dopo l’iscrizione del Chieti in seguito alla sentenza sul caso-Brindisi n.d.a.). Mantenere la serie C per il Chieti di quel periodo equivaleva a vincere il campionato>.

Pier Luigi ha citato la bella vittoria nel derby disputato alla Civitella il 19 novembre 1967 davanti a un pubblico-record. I neroverdi si imposero nettamente 2-0. Queste le formazioni:

Chieti: Gridelli; Bonfadini, De Pedri; Lancioni, Carboncini, Martella; Cerroni, Cignani, Ascatigno, Contestabile, Sestili. All. Montez

Pescara: Ferrero (29’ Lamia Caputo); De Marchi, Cressoni; Fanti, Misani, Cantarelli; Pinna, Cavallito, Ciocca, Maestri, Patino. All. Giammarinaro

Arbitro: Rodomonti di Teramo

Marcatori: 4’ Ascatigno, 29’ Cerroni

Note: st espulsi 33’ Ciocca, 37’ Cerroni

(Per puro divertimento immaginiamo il sistema di gioco del Chieti, potremmo ipotizzare un 4-2-3-1 con Bonfadini, Carboncini, Martella, De Pedri; Lancioni, Cignani; Cerroni, Contestabile, Sestili; Ascatigno).

Montez trionfante dichiarò: <Il Pescara ha giocato con il fioretto e ha sbagliato, noi siamo scesi in campo con gli spadoni dei pirati>.

Fu quello il miglior periodo del campionato per il Chieti. Dopo il vittorioso derby vennero infatti l’affermazione sul Trani (3-1 con Ascatigno e doppietta di Contestabile), quindi lo 0-0 sul campo della capolista Ternana e il tecnico dei rossoverdi umbri, Corrado Viciani, elogiò gli avversari: <Il Chieti è venuto qui caricatissimo, bella squadra>. Ma De Pedri e compagni proseguirono poi tra alti e bassi e l’altalenante rendimento durò sino al termine del campionato. Il primo gol in trasferta arrivò soltanto il 6 gennaio: sconfitta per 2-1 al Cibali contro la Massiminiana, rete siglata da Antonio Lancioni. Goleador di stagione Ascatigno con 12 gol.

Torniamo a Cignani. I tuoi compagni di allora.

<Li ricordo tutti, alcuni purtroppo non ci sono più. Sono scomparsi Ascatigno, il nostro cannoniere, uno che con le sue reti ci tolse spesso dai guai, il portiere Gridelli, che abitava non lontano da qui. Molto bravo era il difensore Martella, stesso giudizio per il terzino Bonfadini. C’erano inoltre giovani promettenti: Cerroni e Sanseverino, per citare i primi nomi che mi tornano in mente. E non dimentico Cioni, gran mediano. Io avevo una grande amicizia con Sestili perché due anni prima avevamo giocato insieme nella Salernitana vincendo il campionato. Lui poi era rimasto, io ero andato alla Ternana. Ci sentiamo ancora, sono stato anche a trovarlo a Fiastra, vicino Macerata, dove abita>.

Sestili un giorno volle che lo accompagnassimo dalla signora Eleonora, presunta veggente di Casalincontrada, allora molto nota nella nostra zona, con largo seguito di adepti.

<Conosco bene la storia, ci portò anche me. Mario crede molto nelle persone che dicono di essere in possesso di poteri speciali, come quello di predire il futuro>.

Costagliola, poi Montez, che tu conoscevi bene per averlo già avuto  Palermo, infine la soluzione interna del solito buon Cristoforo Pinti affiancato da Riccardo Di Santo.

<Bravi tecnici, con i loro pregi e i loro difetti. Io comunque non sono riuscito mai a legare con gli argentini. Costagliola durò poco, mi pare solo per alcune giornate. Montez era un tipo abbastanza strano, non sapevi mai come prenderlo. Dava peso alle cose di nessuna importanza sulle quali magari si poteva sorvolare e viceversa lasciava passare fatti o comportamenti che avrebbero richiesto un suo energico intervento. Mai avuto feeling con Montez sia a Palermo sia a Chieti. Del resto non mi sono trovato mai bene nemmeno  con gli altri tecnici argentini che ho avuto, come Lamanna a Monza o Lorenzo alla Lazio>.

Già la Lazio. Toccata e fuga, nessuna presenza.

<Quell’anno stavo svolgendo il servizio militare, ero in forza alla Compagnia atleti proprio a Roma e la sistemazione sembrava per me ideale, ma alla Lazio non mi consideravano granché. Inoltre venne a crearsi una situazione particolare, ai limiti del legale. Il cavalier Miceli quando lasciò la Lazio (Angelo Miceli gestì la società in un periodo tempestoso per il club biancoceleste prima dell’arrivo del “salvatore” Umberto Lenzini n.d.a.) vantava crediti per anticipazioni fatte ma non riuscì a regolarizzare le cose. E allora raggiunse un accordo particolare con la nuova dirigenza: avrebbe avuto in cambio tre giocatori e tra questi finì il sottoscritto, insieme a Bernasconi e ad un altro del quale non ricordo il nome. Miceli mi diede un anno al Grosseto, un altro alla Triestina e così via. Fino a quando non venni trasferito al Chieti a stagione già iniziata. Disputai perciò solo 25 partite>.

E il giudizio su Tom Rosati?

<Un tecnico dal polso fermo, autorevole. Uno dei migliori, sapeva infonderti una carica speciale. La sua morte prematura addolorò tutti>.

A Chieti hai conosciuto il presidente Guido Angelini.

<Gran personaggio. Magari un po’ rude nell’atteggiamento quando si parlava di un dettaglio relativo al contratto oppure veniva a parlare alla squadra. Ma si percepiva la grande passione che lo animava. In diverse occasioni ha anche dimostrato la sua generosità. Qualche anno fa dal telegiornale ho appreso la notizia delle vicende giudiziarie del figlio. Peccato>.

Ci fu un premio speciale per la vittoria sul Pescara?

<Non me lo ricordo, forse sì>.

Ora fai solo il nonno.

<Per quattro anni non sono arrivati figli, poi sono nate Giorgia e Veronica che mi hanno dato tre nipoti: due bambine e un maschio di 21 anni che di calcio non vuole sentir parlare, pur avendo un padre - mio genero - che ha giocato a pallone e una mamma che è tifosa appassionata. Ma lui niente, non ha voluto seguire le orme del nonno>.

Il romagnolo Pier Luigi Cignani segue con attenzione il cammino del Chieti.

<Come penso accada per qualsiasi calciatore, mi interessa conoscere i risultati delle formazioni nelle quali ho giocato. Il legame, soprattutto se in un posto ti sei trovato bene, non si spezza mai. Non importa quanti anni siano passati. Per tutte le mie ex squadre, tv e giornali abbondano di servizi e quindi non ci sono problemi. Solo per il Chieti risulta più difficile essere informati visto che da qualche anno partecipa a campionati regionali. Comunque riesco ad avere notizie in un modo o nell’altro, il lunedì. So che le delusioni sono state tante, ma fossi nei tifosi neroverdi non sarei preoccupato perché prima o poi ci si riprende, basta avere pazienza. I cicli negativi finiscono, sempre. Magari occorre più o meno tempo a seconda delle situazioni e di chi gestisce la società, ma dalla polvere si torna su. Perciò sono convinto che anche il Chieti ce la farà a rialzarsi. Mando il mio in bocca al lupo alla squadra neroverde e ai suoi magnifici tifosi>.

 

 

 

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